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Aihe: [Consumo critico - Milano Social Forum]Fwd: Dario Fo e Franca Rame News - Il C@C@O della domenica (fwd)
Ciao a tutt*

Vi giro un articolo dalla newsletter di Dario e Jacopo Fo e Franca Rame
del 30 marzo 2003 a propostito di una "altra tv possibile"...

In particolare trovo interessante il capitoletto "dove trovare i soldi?":
di fatto si parla di grandi GAS .... anche se la chiamano "consociazione
dei consumi"...

Che ve ne pare?

Violi


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30 marzo 2003


La vuoi la tv?
(L'articolo piu' noioso che tu abbia mai letto. Ma ci sono alcune questioni
molto noiose da affrontare se vogliamo costruire una tv libera. Noi speriamo
proprio che non vorrai lasciare ad altri tutte le decisioni. E poi magari
lamentarti se le cose non vanno come desideravi.)

Moltissimi ci stanno scrivendo chiedendoci cosa potrebbero fare per far
nascere questa tv diversa che tutti sogniamo. Ci abbiamo pensato a lungo ma
il problema non e' semplice.
La prima questione e' proprio questa. Il movimento adora le risposte
semplici. Andare in corteo e' semplice. Fare una tv non e' solo difficile e
rischioso, ma anche complicato. Uno dei complimenti che ci sono arrivati per
e-mail che ci ha fatto piu' piacere era quello di un amico che si diceva
entusiasta per il "professionismo" con il quale abbiamo lavorato.
Professionismo e' una parola poco usata a sinistra. Invece noi crediamo sia
un valore fondamentale. Il disprezzo per il professionismo, per la cultura
delle capacita' artigianali e' uno dei vizi ideologici che tolgono forza al
movimento. Se vogliamo combinare qualche cosa dobbiamo innanzi tutto entrare
nei dettagli, analizzare le questioni tecniche... Non basta avere delle
belle idee, bisogna anche saperle raccontare, riprendere, montare e poi
bisogna segnalarle... Berlusconi ha dalla sua migliaia di professionisti,
potete disprezzarli quanto volete ma sanno fare il loro lavoro e lo fanno 12
ore al giorno. Dall'altra parte abbiamo migliaia di compagni straordinari,
che realizzano iniziative meravigliose e poi buttano dalla finestra decine
di milioni perche' non sanno fare lo storno dell'Iva che e' una cosa orrenda
e capitalista ma se fai una festa e incassi 100 milioni e' un po' stupido
buttarne via 20 perche' non conosci le leggi fiscali. Stai certo che
Berlusconi sull'Iva non si sbaglia mai.
Allora io credo che la prima cosa da imparare se vogliamo realmente
realizzare una tv (e tanto altro) e' di vedere se siamo d'accordo su alcune
questioni tecniche.

Da dove potrebbero arrivare i soldi?
Nessuno ci dara' mai soldi in pubblicita'. E comunque non possiamo contarci.
Preparando questa puntata abbiamo contattato un centinaio di aziende e
cooperative "progressiste" chiedendo di inserire uno spot pubblicitario che
coprisse almeno le spese tecniche. Visto il successo della trasmissione
offrivamo la pubblicita' a un decimo del costo Rai, 5 mila euro per un
minuto di spot. Nessuno ha accettato. L'unica possibilita' che vediamo in
questo momento per mettere in piedi una televisione e' quella della
consociazione dei consumi. Se 100 mila persone consociassero i loro
contratti telefonici, assicurativi, bancari, l'acquisto di computer,
elettrodomestici, vestiario, potremmo fare molto. Per favore non chiudete il
vostro cervello. Appena uno inizia a parlare di numeri molti precipitano
nell'incubo delle interrogazioni di matematica. Ma e' proprio per questo che
a scuola insegnano in modo cosi' noioso a affrontare le questioni numeriche.
Loro preferiscono che la gente non sappia fare i conti. Ma se non vuoi farti
fregare DEVI capire come funziona. E' una questione di ragionamento non di
numeri. Se andiamo da un'azienda che vende patate e compriamo tutti insieme
centomila patate ci fanno uno sconto. Uno sconto mostruoso perche' e' molto
piu' difficile e costoso vendere che produrre e tutti hanno i magazzini
pieni. Noi abbiamo fatto un piccolo test con il contratto del telefono. Sono
7 mesi che lo sperimentiamo e funziona tutto, addirittura ci hanno scritto
dicendoci che offriamo una connessione internet migliore della media. In
pratica tu, consumatore, firmi una delega che autorizza Alcatraz a
contrattare per te il miglior contratto telefonico presente sul mercato. A
nostra volta noi abbiamo fatto un contratto con Tlc Consult che e'
un'azienda specializzata in consulenze sulla spesa telefonica per le
aziende. Loro hanno creduto in questa idea (che poi e' di Federico Ceratti)
e oltre a una proposta per le aziende hanno creato una proposta per le
famiglie. Attualmente abbiamo stipulato 220 contratti che offrono un
risparmio del 20% sulle tariffe di Tele2, cioe' il contratto piu'
vantaggioso presente oggi sul mercato. Inoltre il consumatore che si
consocia con noi ottiene che se l'azienda che oggi ci fornisce questo
contratto (Cliktel) dovesse cambiare la sua politica dei prezzi o fosse
comprata da Berlusconi noi nel giro di un'ora disdiciamo il contratto e
(trascorsi i tempi tecnici) passiamo a un'altra azienda tutti insieme
(infatti firmando il contratto con Alcatraz il consumatore ci delega proprio
a questo). Oltre al risparmio e a un servizio di controllo continuo della
convenienza e eticita' del contratto telefonico, il consociato ottiene che a
noi arrivi il 7,5% di quanto lui paga di telefono. C'e' un costo di gestione
che e' circa del 2,5%. Resta un 5% pulito, mediamente 20 euro a contratto
all'anno. Per ottenere tutto questo e' sufficiente scaricare il contratto
(http://www.commercioetico.it/telefonia/index.htm) firmarlo, allegare
l'ultima bolletta telefonica e spedirci tutto via posta cartacea. Con questo
denaro finanziamo il quotidiano delle buone notizie. Lo stesso tipo di
operazione l'abbiamo realizzata con l'assicurazione, una ditta che vende
materassi in lattice vero, altre che vendono mobili ecologici, pannelli
solari, riduttori del flusso dell'acqua (risparmi il 50% dell'acqua al costo
di 2 euro a rubinetto), e altri 200 prodotti alimentari biologici,
vestiario, biodiesel, computer, caldaie ad alto risparmio, impianti di
compostaggio, fitodepurazione, consulenza aziendale (vedi il link "ecologia
subito" su www.alcatraz.it ). Abbiamo lavorato 2 anni e mezzo per verificare
se tutto questo poteva stare in piedi. E abbiamo trovato anche due
situazioni dove gruppi di compagni che sono riusciti a coinvolgere un intero
paese. A Monsano, ridente localita' vicino ad Ancona, siamo partiti formando
professionalmente un gruppo di "consulenti economici famigliari" che sono
riusciti a coinvolgere con grande successo le famiglie, organizzando
l'acquisto di 140 computer (in un paese di 900 famiglie), grembiuli per la
scuola, cancelleria, cibi e ora anche pannelli solari, riduttori di flusso e
telefonia. A Colorno, in provincia di Parma, un gruppo di ragazzi e'
riuscito a convincere il comune a contribuire con un euro su ogni riduttore
di flusso d'acqua comprato dai cittadini. Sono poi riusciti a convincere la
provincia di Parma ad appoggiare ufficialmente il progetto e ora stanno
incontrando tutti i comuni della zona. Insomma abbiamo verificato che questa
ipotesi di lavoro non e' campata in aria. Allora la prima cosa che chiediamo
a chi sogna l'altra tv (e tante altre cose) e' quella di aprire un
dibattito. Vorremmo che il movimento rispondesse ad alcune precise domande:
Crediamo veramente che tramite la consociazione dei consumi si possa (con
mille difficolta' e errori) ottenere un reale risparmio, un servizio
migliore, compiere un atto politico (smettere di consumare i prodotti di chi
arma gli eserciti) e contemporaneamente finanziare la controcultura? Perche'
per ora sono pochissime le persone del movimento che sostengono questa idea.
Allora quello che vi chiediamo e' di ragionarci veramente su. Valutare
rischi e pericoli. Mettere in conto i casini nei quali certamente ci
cacceremo cercando di organizzare un'operazione cosi' complessa. E poi
decidere. E poi dirlo. Questo tipo di ragionamento e' proprio complicato,
ogni volta che cerchiamo di spiegarlo vediamo gli occhi di chi ci ascolta
spegnersi nel vuoto. Bisogna provare tutti i modi per raccontarlo,
spiegarlo, discuterne. Forse noi lo spieghiamo in modo sbagliato. Ma siamo
convinti che se qualche centinaio di persone si mettesse li a scrivere
lettere ai giornali e ai forum del movimento e a spiegarlo con altre parole
alla fine riusciremo a far capire che esiste una proposta, complessa, ma
veramente praticabile, per cambiare le cose. Ma non e' facile. Per spiegarlo
a certi compagni sara' necessario fare cose turche. Certa gente riesci a
parlargli di percentuali di sconto solo se sei una donna, sei nuda e loro
sono molto eccitati. Ci sono voluti vent'anni perche' l'idea del
boicottaggio degli acquisti iniziasse a essere presa in considerazione dal
movimento. Quanto ci vorra' per spiegare il concetto della consociazione?
Invece Bush questo concetto l'ha capito benissimo. Appena i francesi si sono
dichiarati contro la guerra e' stato subito organizzato il boicottaggio dei
loro prodotti e patatine fritte, le Frence Frittes, adesso le chiamano
Freedom Frittes.


La seconda domanda alla quale bisognerebbe rispondere e': chi comanda? Chi
sceglie i programmi? Noi vogliamo una televisione che sia l'insieme delle
proposte di veri professionisti (non importa se poi di mestiere fanno i
salumieri, il professionismo e' una questione di amore per quello che fai).
E vogliamo che sia il pubblico a scegliere, votando. Molti ci hanno
contestato su questo punto dicendo che se si lascia scegliere al pubblico
alla fine anche noi trasmetteremo "Il Grande Fratello". Noi invece crediamo
nell'intelligenza degli spettatori.

Terza domanda.
Come li paghiamo quelli che fanno la tv?
La nostra idea e' che le persone percepiscano una percentuale che si basi
sugli ascolti che riescono a realizzare. E vorremmo una tv in mano a piccoli
azionisti e ai professionisti che la creano.

Ultima questione: vorremmo una televisione che oltre a controinformare e
divertire sapesse anche sollecitare e coinvolgere gruppi locali offrendo dei
veri e propri percorsi formativi, sia con trasmissioni apposite che con
laboratori. Una televisione che non e' capace di creare un movimento
artistico di massa si troverebbe presto a corto di idee.

Questi ci sembrano i punti essenziali sui quali iniziare a discutere.
Come fa un movimento a affrontare un simile dibattito?
Questo non lo sappiamo.
Ma siamo sicuri che, se esiste una vera volonta' di cambiare il modo di
affrontare il problema, si inventera' anche come parlarle. Pero' sarebbe
meglio fare presto.
La nostra capacita' di informare, di rivoluzionare il linguaggio e cambiare
il modo di produrre e proporre beni materiali e' l'unica a incidere
direttamente sul numero dei morti. Le bombe non sono intelligenti ma non
esplodono mai dove ci rimettono dei soldi.

Dario Fo, Franca Rame e Jacopo Fo