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Barbiere della Sera
Due domande su Piazza Alimonda
di Scheggia
Da dove veniva l'estintore? Può un calcinaccio deviare un proettile di circa
novanta gradi?
Grazie a Madame Psychosis per l'operazione di memoria su Piazza Alimonda.
Due domande per lei o per chiunque sappia rispondere.
Premetto che potrei essermi perso informazioni e riscontri, per cui le
domande che vado a fare potrebbero essere obsolete.
Comunque.
La prima questione riguarda l'estintore galeotto.
Nella sequenza di foto disponibile sul sito di Radio Sherwood, l'estintore
compare per la prima volta in volo (foto 01.jpg), subito dopo l'inizio
dell'assalto al defender dei carabinieri.
Da dove parte? Dove arriva? Impossibile dedurlo dalla foto.
Potrebbe trattarsi di un estintore raccattatto dai manifestanti chissà dove
e poi scagliato all'interno della jeep da uno di loro, presumibilmente non
Carlo Giuliani che ancora non è nei paraggi della jeep.
Senonché la successiva epifania dell'estintore è nella foto 03.jpg della
stessa pagina. Per terra, fuori dalla jeep, ad una distanza impossibile da
valutare.
Carlo Giuliani si sta chinando a raccoglierlo.
Il fatto che l'estintore sia fuori dalla jeep rafforza l'ipotesi che esso
provenisse dal blindato, ossia che fosse stato lanciato dai carabinieri.
Non vogliamo discutere la legittimità della difesa dei cc.
Osserviamo però che se Placanica sparò per difendersi dalla minaccia mortale
dell'estintore, allora altrettanto mortale va valutata la minaccia
rappresentata dallo stesso estintore quando lanciato dai carabinieri.
Con l'aggravante della forza di gravità.
Ma, sottolineiamo, potremmo sbagliarci e l'estintore potrebbe non venire
dalla jeep.
Per quanto nella foto 05.ipg della pagina precedente spunti un non meglio
definibile oggetto rosso all'interno del defender (all'estremità destra del
lunotto posteriore) che sparisce dopo il volo dell'estintore.
Chinatosi per raccogliere l'idrante, Carlo non si accorge che dalla jeep è
spuntata una pistola. Gli altri se ne accorgono eccome e schizzano via.
Non possiamo immaginare cosa possa avere provato Carlo Giuliani rialzando lo
sguardo e trovandosi da solo con una pistola puntata sul viso.
E qui arriviamo ad un altro punto: lo sparo.
Secondo la difesa di Placanica lo sparo sarebbe stato verso l'alto. Lo
testimonia, contemporaneo alla detonazione, uno sbuffo bianco in prossimità
del tetto del defender: un calcinaccio, appunto, polverizzato dallo sparo.
Il quale calcinaccio avrebbe però deviato il proiettile portando così la
tempia di Carlo sulla sua traiettoria.
La ricostruzione è sembrata da più parti grottesca.
Va premesso che la deviazione di novanta gradi di un oggetto da parte di uno
più pesante non è cinematicamente proibita, per quanto dinamicamente
improbabile.
Ancora più improbabile diventa quando l'oggetto pesante si sgretoli,
sottraendo in questo processo energia all'oggetto incidente: le
configurazioni più probabili, in linea con il senso comune, prevedono che il
proiettile attraversi il calcinaccio distruggendolo e senza subire
deviazioni importanti dalla sua traiettoria.
Tuttavia restano alcuni effetti su scala più piccola, che dovrebbero essere
riscontrabili.
1. Il moto del proiettile, come descritto nei trattati di balistica esterna
razionale, è assai complicato.
In particolare, il proiettile è dotato di un rapido moto di rotazione su sé
stesso, che serve a creare un momento che compensi quella che viene chiamata
la coppia destabilizzante formata dalla forza di gravità e dalla resistenza
dell'aria.
In altre parole senza quel moto di rotazione il proiettile tenderebbe a
ribaltarsi.
2. La sagoma del proiettile, come tutti sanno, è appuntita per aumentarne la
capacità di penetrazione.
Ora, un eventuale urto che comportasse una deviazione vistosa della
triettoria del proiettile avrebbe anche per effetto:
1. Di comprometterne il moto di rotazione e di farlo procedere lungo la
"nuova traiettoria" compiendo rotazioni incoerenti.
2. Di danneggiarne la sagoma (in particolare l'ogiva).
Il risultato di questi due fattori è che il foro di entrata di un proiettile
deviato dovrebbe essere ben riconoscibile: presumibilmente più largo del
normale, probabilmente meno netto.
Eppure, come riporta Madame Psychosis, il foro di entrata del proiettile che
ha ucciso Carlo Giuliani misura 8 mm, circa il diametro dei proiettili in
dotazione ai cc.
E l'ogiva? Qualcuno ne sa qualcosa? Davvero il proiettile non si è mai
trovato?
Rileviamo, poi, con Giuliano Giuliani, che da allora le competizioni di tiro
al piattello continuano a svolgersi regolarmente.