----- Original Message -----
From: <mori_mondo@???>
To: <open-economy@???>
Sent: Saturday, April 12, 2003 9:12 AM
Subject: [open-economy] Inoltra: Fwd: Convegno a Parma domenica 13 aprile
2003: la psichiatria come forma di controllo
--- In psichiatriafuckyou@???, <telviola@e...> ha scritto:
> La psichiatria come forma di controllo
>
>
>
> “Chi non si arma, muore. Chi non muore è sepolto vivo: nelle
prigioni, nelle
> case di rieducazione, nelle periferie delle città satelliti, nelle
pietre
> sinistre dei palazzi, nei giardini di infanzia e nelle scuole
> sovraffollate, nelle nuove cucine perfettamente attrezzate”
>
>
> L'occupazione del centro psichiatrico “1° Maggio” di Colorno,=
in
provincia
> di Parma, ha messo in luce la funzione della psichiatria come
strumento,
> sempre più pervasivo, di controllo sociale e di repressione; non ci
> soffermiamo sulla cronaca e i particolari di questa lotta per i
quali
> rimandiamo al seguente link:
> http://www.autprol.org/public/documenti/piano_padano_sf0.htm.
>
> Ci interessa invece evidenziare come alcuni settori della sinistra
> istituzionale e para-istituzionale locale si siano prodigati nel
tacciare
> questa lotta, che è stata portata avanti insieme ai “malati” =
e ai
loro
> familiari, come lotta conservatrice e difensiva della logica
manicomiale. A
> sentir loro, sembra che l’intera questione possa essere risolta
attraverso
> una psichiatria innovativa e democratica, che sostituisce ai
manicomi gli
> appartamentini, agli infermieri professionali gli operatori
sociali, all’
> elettroshock e ai letti di contenzione, bombe di psicofarmaci.
Il “manicomio
> che si libera”, come venne definito in un libro di Basaglia, fa
parte ed è
> il capostipite di tutta quella “cultura alternativa” alla dev=
ianza:
male
> curabile "frazionando il grande cubo, brutto, logoro e vistoso, in
tanti
> piccoli cubetti più accettabili moralmente ed esteriormente più
discreti".
>
>
>
> Questa "ingenua" sensibilità riformista emerge su tutto ciò che
riguarda la
> materia della "riabilitazione sociale". L'illusione di poter
umanizzare il
> carcere sembra nascere anch'essa in contrapposizione e in
alternativa ad una
> visione autoritaria di "destra" mentre, nei fatti, ne costituisce un
> elemento indispensabile e complementare.
>
> Le cosiddette misure alternative alla reclusione carceraria tramite
> affidamento in prova, semilibertà, lavoro esterno, comunità di
recupero ecc,
> costituiscono un essenziale strumento materiale delle moderne
politiche
> repressive: la differenziazione della pena applicata mediante il
trattamento
> individualizzato, le meschine privazione e il ricatto del "premio"
per chi
> dimostra arrendevolezza collaborando, operano nella direzione di una
> sistematica desolidarizzazione del proletariato prigioniero.
>
> E' chiaro come tali ipotesi, centrate sulla funzione rieducativa
del lavoro
> salariato, siano possibili soltanto in ristretti contesti
produttivi, capaci
> di riassorbire la forza-lavoro in eccesso (il tasso di
disoccupazione in
> Emilia Romagna è stato del 4,6% nel 1999, del 4% nel 2000 e del
3,7% nel
> 2001, a fronte di una media italiana del 10-12%).
>
>
>
> Le ragioni di questo neo-riformismo umanitarista nascono come
risposta "di
> sinistra" alle necessità di razionalizzazione dei costi imposte
dalla
> generalizzazione della crisi economica. La fase recessiva in atto
impone
> agli Stati di contrarre il più possibile gli investimenti
improduttivi ma,
> al contempo, di salvaguardare ed anzi potenziare le strutture
repressive e
> di controllo. Tali dispositivi, proprio a causa dell'approfondirsi
delle
> contraddizioni e dello scontro di classe, tendono ad essere sempre
più
> diffuse ed affollate. Di fronte alla necessità inderogabile di
ridurre la
> spesa pubblica - che ha già portato a drastici tagli alla sanità,
alla
> scuola, all'assistenza, alle pensioni - anche quella parte di spesa
> destinata alle "politiche di sicurezza" deve perciò essere
razionalizzata.
> E' sulla base di queste necessità che possiamo comprendere i
processi di
> privatizzazione e di regionalizzazione a cui stiamo assistendo
negli ultimi
> anni, di cui la proliferazione di cooperative sociali grondanti di
buoni
> propositi sono una conseguenza.
>
> La diffusione territoriale del carcere, attraverso meccanismi
alternativi di
> internamento e di controllo e la creazione di nuove strutture
> para-carcerarie, prefigurano una sorta di carcere metropolitano,
> differenziato sia in orizzontale, in relazione alla collocazione
sociale del
> soggetto "criminale" (Centri di Permanenza Temporanea per il
proletariato
> immigrato, comunità e nuovi carceri per i tossicodipendenti,
manicomi per i
> “malati” psichici) e sia in verticale, in relazione al grado =
di
controllo
> connesso alla “pericolosità sociale”.
>
> In quest'ottica, l'applicazione in forma estesa del 41/bis, la
detenzione
> nelle carceri dure, l'isolamento protratto, l'annientamento psico-
fisico di
> presunti terroristi (oggi, soprattutto, prigionieri rivoluzionari e
> militanti islamici) non sono che l'altra faccia dell'accesso
> individualizzato e premiale alle forme di custodia attenuata. Una
riedizione
> in chiave moderna della vecchia logica del bastone e della carota.
>
> E' sempre in quest'ottica che si collocano tanto il progetto di
costruzione
> di un nuovo carcere per tossicodipendenti a Castelfranco (BO)
gestito da
> Muccioli che la proposta di legge Burani-Procaccini, che inasprisce
> ulteriormente le condizioni dei “malati psichici” attraverso =
la
riesumazione
> della pericolosità sociale e l’estensione del ricovero coatto,
tendendo a
> far diventare l’intero circuito dell’assistenza psichiatrica,=
un
diffuso
> Ospedale Psichiatrico Giudiziario governato da operatori, cui è
attribuita
> la responsabilità piena, anche legale, del comportamento e delle
scelte di
> un individuo ridotto a malato.
>
>
>
> Sulle tematiche della psichiatria, dell'anti-psichiatria, del
carcere e del
> controllo sociale invitiamo le compagne i compagni a partecipare a
questa
> due giorni. Le giornate serviranno al duplice scopo di rilanciare le
> tematiche e mobilitazioni contro la psichiatria sul territorio
emiliano e di
> confronto e collegamento tra compagni e compagne sul territorio
nazionale.
>
>
>
> Domenica 13 aprile
>
> dalle ore 11
>
> presso lo spazio sociale M. Lupo (ex macello) - P.le Allende, 2 -
PARMA
>
>
>
>
>
>
>
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