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testimonianza dalla Giordania
di Rosarita Catani
da Shafa Badran
(Amman)
Giordania
6.4.2003 - h. 19.00.
Il cielo di Bagdad è nero. Non c'è un cielo a Bagdad. E' pieno giorno ma
sembra notte inoltrata.
Fa caldo! L'aria è ancora più irrespirabile per il fumo e per il caldo.
Sento i rombi degli aerei. I missili cadono come pioggia.
Eccolo! Lo vedo. Ecco un altro colpire una casa. Si vedono i pezzi saltare
in area.
Il giornalista di Al Jazeera commenta le immagini.
Mentre commenta si guarda intorno. Sussulta ad ogni scoppio.
Guardo le immagini ed avverto la paura. Una paura che si trasmette oltre il
video.
Me la sento addosso.
Il giornalista volta la testa appena sente il rombo di un aereo. Lo fa
vedere. Il suo sguardo è cupo.
Sento lo scoppio delle bombe. Sembra d'averle qui in casa. Ho paura anche io
adesso.
La città è deserta.
Si vede solo questa cortina di fumo nero ed il fuoco.
Oggi i bombardamenti sono ancora più forti, più accaniti. Bombardano ovunque
oramai. Non mirano più ad obiettivi precisi.
Le immagini si spostano su Bassora.
Ci sono stati violenti combattimenti fra le milizie irachene ed i soldati
britannici.
Una carovana di carri armati britannici si dirige verso Bassora. Sono
arrivati alle porte della città.
Sparano colpi di cannone. Colpite abitazioni civili.
Entrano nella città con i loro dhabbah (carri armati).
La città è già martoriata.
La televisione araba comunica che molto probabilmente i feddayn scenderanno
in azione questa notte per colpire i soldati britannici.
6.4.03
Notiziario delle 23.20 ora locale.
Continuano i bombardamenti. Non si ha respiro.
Gli ospedali sono pieni. Non c'è più posto.
Non si conosce né l'entità dei danni ancora né l'entità delle vittime.
Guardo il sangue scorrere negli ospedali. Sento l'odore della morte. Si
sente l'odore della morte.
Bambini. I bambini che pena.
Portano un bambino ferito, che piccolo, avrà si o no due anni. E' colpito
alla testa.
Non c'è posto. Li mettono per terra i feriti.
Vedo i medici correre da una parte all'altra.
Una signora piange: "Bush non vuole la pace. Noi chiediamo la pace, lui non
sa neanche cosa significa la Pace. Uno dei miei figli non so neanche dove
sia e l'altro è in ospedale con una gamba rotta". Urla! E' l'urlo disperato
di una madre.
Si asciuga le lacrime con il suo ishar e va via.
Un'altra madre grida tutto il suo dolore e dice: Lasciate crescere i nostri
figli. Lasciateli vivere e diventare grandi.
Questa notte non c'è tregua. Le bombe continuano a cadere.
Non so se riuscirò a dormire questa notte.
Davanti a miei occhi vi è solo distruzione e morte.