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<title>Documento senza titolo</title>
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<table width="75%" border="1">
<tr>
<td colspan="3"><p align="center"><font color="#0033FF" size="2" face="Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif"><b><strong><a href="http://www.radioitaliana.it">Radioitaliana
</a>- notizie per pensare - Newsletter - n.1 - 3 aprile 2003</strong></b></font></p>
<p><font size="1" face="Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif">Questo bollettino
non è commerciale, né vuol "spammare" prodotti,
e non ha cadenza fissa. A meno di bombe atomiche (sic) non sarà
inviato più di una volta alla settimana. Se lo ricevi è
perché il tuo indirizzo, per ragioni spesso inspiegabili - in qualche
caso incomprensibili davvero - è presente nel disco rigido del
computer di Radioitaliana. Se non vuoi riceverlo inviaci un messaggio
vuoto a <a href="mailto:rimuovi@radioitaliana.it">rimuovi@???</a>.
Se invece lo ricevi in più di una copia, dacci qualche info in
più su come comportarci. In entrambi i casi ci scusiamo del fastidio.</font></p></td>
</tr>
<tr>
<td width="250" valign="top"> <p align="left"><font color="#0033FF"><strong><b><font size="2" face="Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif">Dieci
buoni motivi perché George Bush non vinca la guerra (o almeno la
perda politicamente) </font></b></strong></font><strong><b><font size="1" face="Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif"><br>
di Gennaro Carotenuto</font></b></strong></p>
<p align="right"><font size="2" face="Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif"><strong>en
<a href="http://www.radioitaliana.it">Radioitaliana</a> este texto también
en español</strong></font></p>
<p align="left"><font size="1" face="Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif">È
un ricatto morale quello di chi difende la gue</font><font size="1" face="Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif">rra
contro la dittatura irachena. Gli argomenti sono gli stessi di sempre:
l'appartenenza dei pacifisti ad un Occidente al quale devono benessere,
una malintesa distanza dall’Islam, una spruzzatina di Huntington
con il suo scontro di civiltà, il terrorismo e la statua della
Libertà. Il tutto condito con il miele della gratitudine eterna
agli Stati Uniti per "averci liberato" nel 1945. La novità,
di fronte alla resistenza irachena è l’obbligo a desiderare
una vittoria rapida angloamericana.</font></p>
<p align="left"><font size="1" face="Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif">È
un ricatto intollerabile. Quella in Iraq è l’ennesima guerra
neoliberale. Le drammatiche, imperdonabili morti irachene, oggi oscurano
le morti per sete, malattie curabili, fame, lavoro precario. Il trionfo
anglo-americano in Iraq, a causa delle caratteristiche peculiari dell’amministrazione
Bush, non è quindi il male minore. Per molti motivi non contingenti,
ne elenchiamo dieci, solo un cessate il fuoco immediato può ristabilire
la legalità internazionale e fermare la mattanza.</font></p>
<p align="left"><font size="1" face="Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif">1.
Mai come in questo caso l’argomento “anti-americanismo”
è fuori luogo. L’attuale governo statunitense è probabilmente
il più a destra in 230 anni di storia. Nella sua “Strategia
della Sicurezza Nazionale”, George Bush afferma testualmente (VI
paragrafo) che il libero mercato sia un principio morale (sic) e che la
prima libertà umana sia il profitto. Nonostante la solidarietà
suscitata dall’11 settembre, il governo statunitense ha coscientemente
diviso Onu, Nato ed Unione Europea inimicandosi alleati insospettabili.
Non è successo per caso: le teste d’uovo di quel governo,
i Daniel Pipes, i Paul Wolfowitz, i Robert Kagan, da decenni criticano
da posizioni di ultradestra lo stesso Partito repubblicano, la Cia e perfino
Henry Kissinger, uno dei più grandi violatori di diritti umani
del XX secolo. Oggi, i neoconservatori sono al potere e la guerra preventiva
combinata all’unilateralismo, risulta una riproposizione estremizzata
del “Big Stick”, il grande bastone di Teodoro Roosevelt, con
il quale un secolo fa già si massacravano latinoamericani e si
imponeva il regime coloniale sulle Filippine. </p>segue in <a href="http://www.radioitaliana.it">Radioitaliana
</a></font></p></td>
<td width="200" valign="top" bgcolor="#CCCCCC">
<p align="left"><font size="2" face="Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif"><b><strong>Notizie
per pensare - <a href="http://www.radioitaliana.it">i titoli degli ultimissimi
inserimenti</a> </strong></b></font></p>
<p align="left"><font size="2" face="Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif"><b><strong><font color="#0033FF">The
Indipendent</font></strong></b><strong><b>, 3-4, Ci vorrà ben più
del viaggio di Powell per sanare la frattura con la Turchia <br>
</b></strong></font><strong><b><font size="1" face="Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif">Molto
più delle spaccature in Europa, è politicamente grave per
gli Stati Uniti la crisi con la Turchia. Tutti gli scenari post-bellici
prevedono come punto più caldo la frontiera Iraq-Turchia. Ma l'arroganza
con la quale Bush figlio - a differenza di Bush padre - ha trattato l'alleato,
rende tutto più difficile. </font></b></strong></p>
<p align="left"><font color="#0033FF" size="2" face="Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif"><b><strong>La
Stampa</strong></b></font><font size="2" face="Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif"><strong><b>,
La doppia ipocrisia italiana, 3-4, <font size="1">di Augusto Minzolini</font>
<br>
</b></strong></font><font size="1" face="Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif"><b><strong>UN
male sottile contagia la politica sulla crisi irachena. Un male ricorrente
da noi, a sentire i detrattori del Bel Paese: governo, maggioranza, opposizione
stanno peccando di ipocrisia. </strong></b></font></p>
<p align="left"><b><strong><font size="1" face="Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif"><font color="#0033FF" size="2">Kurdishmedia</font><font size="2">,
3-4, Manifesto per la creazione di un Kurdistan libero, indipendente ed
unificato.<br>
</font>L'autonomia promessa basta ai curdi per il nuovo Irak? Sicuramente
non si può impedire ad un popolo di continuare a lottare. </font></strong></b></p>
<p align="left"><b><strong><font color="#0033FF" size="1" face="Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif">IRNA
(agenzia iraniana)</font><font size="1" face="Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif">
3-4, I ministri degli esteri di Iran, Siria e Turchia per il cessate il
fuoco ed il ritorno alle Nazioni Unite. </font></strong></b></p>
<p align="left"><font size="2" face="Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif"><b><strong><font color="#0033FF">La
Repubblica</font></strong></b><strong><b>, 3-4, Pietro Ingrao sfida la
coalizione: "Dobbiamo aiutare l'Iraq"<br>
<font size="1">"Il presidente Usa è l'aggressore, non deve
passarla liscia<br>
Non paragono Bush a Hitler, ma mi interrogo sulla superpotenza"</font>
<font size="1">di Goffredo de Marchis</font> </b></strong></font></p>
<p align="left"><b><strong><font size="1" face="Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif"><font color="#0033FF" size="2">Lettera22</font></font><font size="2" face="Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif">,
2-4, Ancora polemiche sul dopo Saddam, di Emanuele Giordana<br>
<font size="1">Rivelazioni del britannico The Guardian sul piano dell'Amministrazione
per il dopoguerra</font></font></strong></b></p></td>
<td width="180" valign="top" bgcolor="#000000"> <p><font color="#0033FF" size="2" face="Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif"><b><strong><font color="#FFFFFF">Da
non perdere:</font></strong></b></font></p>
<p align="left"><font size="2" face="Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif"><b><strong><font color="#0033FF">Fonti
indipendenti a Baghdad: </font><font color="#0033FF" size="1"><br>
</font><font color="#FFFFFF" size="1">Le corrispondenze - non verificabili,
ma cosa è verificabile a Baghdad oggi? - di alcuni giornalisti
freelance dalla capitale irachena pubblicati da Indymedia. SalamPax il
blog di un cittadino iracheno che scrive da Baghdad. Il sito degli scudi
umani in Iraq</font></strong></b></font></p>
<p align="left"><font color="#FFFFFF" size="2" face="Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif"><b><strong>Selvas,
<b><strong>1-4, </strong></b><font size="1">Petrolio e gas in Bolivia:
condanna a morte per troppa ricchezza. di Giovanna Vitrano,</font></strong></b></font>
</p>
<p align="left"><font size="2" face="Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif"><b><strong><font color="#FFFFFF">26-3
- I "consumatori " statunitensi NON devono sapere. </font><font color="#FFFFFF" size="1">In
quattro tappe, la manfrina di CNN, denunciata da Radioitaliana, per occultare
e censurare al pubblico statunitense le notizie sul primo massacro al
mercato di Baghdad.</font> </strong></b></font></p>
<p align="left"><font color="#FFFFFF"><strong><b></b></strong><font size="2" face="Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif"><b><strong>27-3
Traduttori per la pace, Il diario di Rachel Corrie</strong></b></font>,
<strong> <b> <font size="1" face="Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif">la
pacifista ventitreenne americana, schiacciata e uccisa deliberatamente
da una ruspa mentre tentava di impedire che l'esercito israeliano distruggesse
le case nella striscia di Gaza. In una straordinaria serie di e-mail dirette
alla sua famiglia spiega per quali motivi rischiava la vita. </font></b></strong>
</font></p>
<p align="left"><font color="#FFFFFF" size="2" face="Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif"><b><strong>Il
Manifesto, 28-3, Tempeste di false notizie, di Giulietto Chiesa</strong></b></font><font color="#FFFFFF"><strong><b><font size="1" face="Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif"><br>
Per la prima volta gli americani non hanno più il monopolio delle
informazioni sulla guerra. Ma non mancano le televisioni fedeli a Washington,
mentre quelle «nemiche» vengono bombardate. </font></b></strong></font></p></td>
</tr>
<tr>
<td colspan="3"><p align="center"><font color="#0033FF" size="2" face="Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif"><b><strong><a href="http://www.radioitaliana.it">Radioitaliana
</a>- notizie per pensare - Newsletter - n.1 - 3 aprile 2003</strong></b></font></p>
<p><font size="1" face="Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif">Se non vuoi
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