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Sent: Friday, March 28, 2003 2:20 PM
Subject: [RK] New American Century
Quello che serviva all'America era "una nuova Pearl Harbor"
di John Pilger
Due anni fa un progetto ideato dagli uomini che ora circondano George W
Bush
diceva che quello che serviva all'America era "una nuova Pearl Harbor".
I
suoi scopi dichiarati sono diventati spaventosamente realtà.
La minaccia posta dal terrorismo degli USA alla sicurezza delle nazioni
e
degli individui è stata delineata in dettagli profetici in un documento
scritto più di due anni fa e rivelato solo recentemente. Esso diceva
che ciò
che serviva all'America per dominare la maggior parte dell'umanità e
delle
risorse mondiali era "un evento catastrofico e catalizzante - come una
nuova
Pearl Harbor". Gli attacchi dell'11 settembre 2001 procurarono la "nuova
Pearl Harbor", descritta come "opportunità epocale". Gli estremisti che
da
allora hanno sfruttato l'11 settembre vengono dall'era di Ronald Reagan,
quando vennero costituiti gruppi e " think- tanks" di estrema destra per
vendicare la "sconfitta" americana in Vietnam. Negli anni '90 venne
aggiunto
un altro obiettivo: giustificare il rifiuto di un "dividendo di pace"
seguente alla guerra fredda. Venne costituito il Project for the New
American Century, assieme all'American Enterprise Institute, allo Hudson
Institute ed altri che da allora fusero le ambizioni
dell'amministrazione
Reagan con quelle dell'attuale regime Bush.
Uno dei "pensatori" di George W Bush è Richard Perle. Intervistai Perle
quando era consigliere di Reagan: e quando parlò di "guerra totale"
erroneamente lo scartai come pazzo. Recentemente ha ancora usato il
termine
nel descrivere la "guerra al terrore" dell'America. "Nessuna tregua"
disse.
"Questa è guerra totale. Stiamo combattendo diversi nemici. Ce ne sono
molti
là fuori. Tutto questo parlare sul fatto che prima andremo in
Afghanistan e
quindi in Iraq... questo è il modo interamente sbagliato di considerare
la
faccenda. Se noi solamente portiamo avanti la nostra visione del mondo
e la
adottiamo completamente e non proviamo a mettere assieme pezzi di abile
diplomazia, ma facciamo meramente una guerra totale... i nostri figli in
futuro canteranno grandi canzoni su di noi".
Perle è uno dei fondatori del Project for the New American Century, il
PNAC.
Gli altri fondatori sono Dick Cheney, ora vicepresidente, Donald
Rumsfeld,
segretario alla difesa, Paul Wolfowitz, vicesegretario alla difesa, I
Lewis
Libby, capo di gabinetto di Cheney, William J Bennett, segretario
all'istruzione di Reagan e Zalmay Khalilzad, l'ambasciatore di Bush in
Afghanistan. Questi sono i moderni cartisti del terrorismo americano. Il
rapporto originario del PNAC, Rebuilding America's Defences: strategy,
forces and resources for a new century, era la bozza completa delle mire
americane. Due anni fa esso raccomandava un incremento negli spesa per
armamenti di 48 miliardi cosicché Washington potesse "combattere e
vincere
guerre multiple e simultanee nei principali teatri". Ciò è accaduto.
Esso
diceva che gli Stati Uniti potevano sviluppare armi nucleari "bunker-
buster" e fare di "guerre stellari" una priorità nazionale. Ciò sta
accadendo. Esso diceva che, nel caso Bush fosse andato al potere l'Iraq
avrebbe dovuto essere un obiettivo. E così è stato.
Per quanto riguarda le presunte "armi di distruzione di massa"
dell'Iraq,
esse venivano ignorate, in molte parti, come la conveniente scusa che
sono.
"Mentre l'irrisolto conflitto con l'Iraq procura una giustificazione
immediata", esso dice, "la necessità di una sostanziosa presenza delle
forze
americane nel Golfo trascende il tema del regime di Saddam Hussein".
Come è
stata implementata questa strategia fondamentale? Una serie di articoli
sul
Washington Post, dei quali è coautore Bob Woodward, quello del
Watergate, e
basati su lunghe interviste con alti funzionari dell'amministrazione
Bush,
rivelano come è stato manipolato l'11 settembre.
La mattina del 12 settembre 2001, senza alcuna prova su chi fossero i
dirottatori, Rumsfeld chiedeva che gli USA attaccassero l'Iraq. Secondo
Woodward, Rumsfeld alla riunione del gabinetto di guerra disse che
l'Iraq
doveva essere "il principale bersaglio della prima fase della guerra al
terrorismo". L'Iraq venne temporaneamente risparmiato solamente perché
Colin
Powell, il segretario di stato, persuase Bush che "l'opinione pubblica
deve
essere preparata perché sia possibile una mossa contro l'Iraq". Come
opzione
più facile venne scelto l'Afghanistan. Se la stima di Jonathan Steele
nel
Guardian è corretta, circa 20.000 persone in Afghanistan hanno pagato
con la
loro vita il prezzo di questa discussione.
L'11 settembre viene ripetutamente descritto come una "opportunità".
Nel New
Yorker dell'aprile scorso, il giornalista investigativo Nicholas Lemann
ha
scritto che il principale consigliere di Bush, Condoleezza Rice, gli
disse
che aveva convocato insieme alti funzionari del Consiglio per la
Sicurezza
Nazionale ed aveva chiesto loro di "pensare su 'come capitalizzare su
queste
opportunità'", che lei paragonava a quelle del "1945-1947": l'inizio
della
guerra fredda. Dall'11 settembre l'america ha installato basi nei punti
di
accesso a tutte le principali fonti di carburanti fossili, specialmente
in
Asia centrale. La società petrolifera Unocal costruirà una pipeline
attraverso l'Afghanistan. Bush ha strappato il Protocollo di Kyoto sulle
emissioni di gas da effetto serra, gli accordi sui crimini di guerra
della
Corte Criminale Internazionale ed il trattato sui missili
antibalistici. Ha
detto che "se necessario" userà armi nucleari contro stati non nucleari.
Sotto la copertura della propaganda sulle presunte armi di distruzione
di
massa dell'Iraq il regime Bush sta sviluppando nuove armi di
distruzione di
massa che minano i trattati internazionali sulla guerra biologica e
chimica.
Nel Los Angeles Times l'analista militare William Arkin descrive un
esercito
segreto costituito da Donald Rumsfeld simile a quelli gestiti da Richard
Nixon e Henry Kissinger e messi fuori legge dal Congresso. Questa
"attività
di supporto di superintelligence" metterà assieme le "operazioni
militari
segrete della CIA, la guerra dell'informazione e l'inganno". Secondo un
documento classificato preparato per Rumsfeld, la nuova organizzazione,
nota
con il nome orwelliano di Gruppo Operazioni Proattive e Preventive o
P2OG,
provocherà attacchi terroristici che quindi richiederebbero il
"contrattacco" degli Stati Uniti contro paesi che "danno rifugio ai
terroristi".
In altre parole, gente innocente verrà uccisa dagli Stati Uniti. Questo
è
una reminiscenza di Operazione Northwoods, il piano presentato al
Presidente
Kennedy dai suoi comandanti militari per una falsa campagna
terroristica,
completa di attentati, dirottamenti, incidenti aerei ed americani
morti, per
giustificare l'invasione di Cuba. Kennedy lo rifiutò. Egli venne
assassinato
alcuni mesi più tardi. Ora Rumsfeld ha riesumato Northwoods, ma con
risorse
impensabili nel 1963 e con nessun rivale globale che possa invitare alla
cautela. Dovete continuare a ricordare a voi stessi che questa non è
fantasia: quegli uomini veramente pericolosi, come Perle, Rumsfeld e
Cheney,
hanno potere. La trama che ricorre nelle loro elucubrazioni è
l'importanza
dei media: "il compito prioritario di portare a bordo giornalisti di
fama
che accettino la nostra posizione".
"Nostra posizione" è il nome in codice di menzogna. Certamente, come
giornalista, non ho mai visto la menzogna ufficiale essere più
permeante di
oggi. Possiamo ridere delle inconsistenze nel "dossier Iraq" di Tony
Blair e
della goffa bugia di Jack Straw che l'Iraq ha sviluppato una bomba
atomica
(che i suoi seguaci si sono precipitati a "spiegare"). Ma le menzogne
più
insidiose, che giustificano un attacco non provocato all'Iraq e
collegano
questo a sedicenti terroristi che si nascondono in tutte le stazioni,
sono
continuamente spacciate come notizie. Non sono notizie, sono propaganda
nera.
Questa corruzione rende giornalisti e presentatori dei meri stupidi
ventriloqui. Un attacco ad una nazione di 22 milioni di persone
sofferenti
viene discusso dai commentatori liberal come se fosse una materia di un
seminario accademico, nel quale i pezzi possono essere mossi intorno ad
una
mappa, come facevano i vecchi imperialisti.
L'argomento di questi umanitari non è primariamente la brutalità di una
moderna dominazione imperiale, ma di quanto "cattivo" sia Saddam
Hussein.
Non vi è ammissione che la loro decisione di unirsi al partito della
guerra
sigilla ulteriormente il destino di forse migliaia di iracheni innocenti
condannati ad attendere nel braccio della morte internazionale
dell'America.
Questa doppiezza non funzionerà. Non si può sostenere la pirateria
omicida
in nome dell'umanitarismo. Inoltre, gli eccessi del fondamentalismo
americano che ora fronteggiamo ci stanno contemplando da troppo a lungo
perché coloro di buon cuore e buon senso non possano riconoscerli.
john pilger
giornalista per: Daily Mirror, Guardian, Independent, New Statesman, New
York Times, Los Angeles Times, The Nation, Sydney Morning Herald
http://pilger.carlton.com/home
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