[NuovoLaboratorio] disertori disubbedienti in UK

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Autor: Mauro Dispenza
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Assunto: [NuovoLaboratorio] disertori disubbedienti in UK
Si potrebbero conoscere i nomi delle due persone obiettori e l'indirizzo
della prigione. Ognuno di noi potrebbe scrivere una cartolina di sostegno e
solidarietà ai due per dare un maggiore risalto alla loro azione.
Ciao. Mauro dalla Spezia.


----- Original Message -----
From: "laura testoni" <laura_test@???>
To: <forumgenova@???>
Sent: Tuesday, April 01, 2003 1:56 PM
Subject: [NuovoLaboratorio] disertori disubbedienti in UK


mi sembra interessante, da peacelink
:::::::::::::::::
Militari obiettori di coscienza
"Non vogliamo uccidere civili"
Due militari britannici si sono rifiutati di combattere in Irak. Hanno
disobbedito agli ordini dicendo di non voler partecipare ad un conflitto
che avrebbe comportato la morte di civili innocenti. Ce ne dà notizia il
Corriere della Sera (31 marzo 2003) che riprende un articolo del Sunday
Times. I due militari sono rispettivamente un soldato semplice e un tecnico
della sedicesima Brigata d'assalto aviotrasportata. La loro dichiarazione
di obiezione di coscienza risale all'inizio di marzo, prima ancora che
scattasse
l'attacco e iniziasse l'attuale carneficina. "Il loro caso è nelle mani
di una legale di grande esperienza", ha detto Justin Hugheston-Roberts,
presidente di "Forces Law" che si occupa dei militari e delle loro famiglie.
L'ex ministro Robin Cook - dimessosi dal governo britannico per via
dell'intervento
in Irak - ha affermato: "Voglio che i nostri soldati tornino a casa, e
tornino
prima che molti di loro siano uccisi". I due obiettori di coscienza
britannici
sono già tornati in patria e sono nella caserma di Colchester nell'Essex.
Rischiamo due anni di prigione ma potrebbero invocare la legislazione
europea
sui diritti umani e
il caso potrebbe diventare un precedente importante oltre che una questione
internazionale. Il diritto della coscienza di obiettare non può essere
infatti
ristretto solo al caso classico del rifiuto totale dell'uso delle armi.
Rifiutarsi di uccidere civili inermi è una ragione sufficiente per
esercitare
l'obiezione di coscienza: questo è il nodo su cui la difesa dei militari
affronterà il processo. Il diritto di fedeltà alla propria coscienza su
questioni così profonde deve prevalere sul diritto dello Stato di richiedere
l'obbedienza e di imporre la violenza delle armi e della morte. L'obiezione
di coscienza dei due militari britannici può aprire - come è avvenuto per
i "refusenik" israeliani, obiettori alla guerra nei territori palestinesi
- un nuovo fronte di impegno per la pace. Le bandiere
arcobaleno possono entrare nelle caserme. Nessuno conosce l'orrore della
guerra come i militari i quali in questo momento combattono, uccidono e
muoiono per i sogni di vittoria di due imboscati come Bush e Blair.

Alessandro Marescotti (Peacelink)

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