Autore: Emiliano Bussolo Data: Oggetto: [Cerchio] media e democrazia
La Nbc chiude i rapporti con il celebre gionalista
che ha parlato del "fallimento" della strategia Usa
Peter Arnett licenziato
per un'intervista alla tv irachena
"Ho solo detto quel che tutti sanno sulla guerra"
WASHINGTON - Bisogna dire quel che si pensa, purché sia la cosa giusta. E questa volta, dire quel che pensava è costato caro a Peter Arnett, il celebre giornalista, una carriera come inviato di guerra coronata da un premio Pulitzer, in questi giorni a Bagdad, ma oggi licenziato dalla rete televisiva americana Nbc per aver concesso un'intervista alla tv di Stato irachena. E per aver detto, nell'intervista, che il piano di guerra americano è "fallito", che la resistenza irachena era stata "sottovalutata", che "cresce l'opposizione a Bush, e a come sta conducendo questo conflitto" e che ora gli strateghi del Pentagono sono alle prese con la definizione di un nuovo piano.
A poco sono servite le giustificazioni del giornalista: "Ho detto essenzialmente quel che noi tutti sappiamo sulla guerra - aveva dichiarato subito dopo - ma chiaramente dando quell'intervista alla televisione irachena ho sollevato un vespaio negli Stati Uniti, e per questo sono sinceramente dispiaciuto". Scuse rispedite al mittente: "Mr Arnett ha sbagliato a concedere un'intervista alla tv controllata dallo stato iracheno - recita il comunicato della Nbc - specialmente in tempo di guerra, ed ha sbagliato a discutere le sue osservazioni ed opinioni personali in questa intervista. Pertanto Mr Arnett non lavorerà più per Nbc News e Msnbc".
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Celebri le sue corrispondenze, per la Cnn, dalla prima Guerra del Golfo. Dalla terrazza dell'Hotel Rasheed fu il primo ad annunciare al mondo l'avvenuto attacco americano (unico in possesso di un telefono satellitare), e a mostrare, alle proprie spalle, i bagliori verdi che nel 1991 avrebbero fatto il giro del pianeta. Poi, unico giornalista occidentale rimasto nella capitale irachena, coprì il conflitto per 42 giorni. Ora il giornalista stava seguendo il conflitto in Iraq per la Nbc e le sue stazioni via cavo.
L'intervista alla tv irachena, rilasciata, come ha detto Arnett, "per cortesia professionale", è stata trasmessa in inglese e tradotta in arabo da un giornalista in uniforme. Ma oltre ad aver ribadito il fallimento della strategia iniziale, e ad aver confermato che il Pentagono ne sta studiando una più efficace, Arnett ha anche raccontato delle "critiche, in aumento, nei confronti del presidente Bush e del modo in cui sta conducendo il conflitto", oltre che
della "crescente opposizione alla guerra stessa". "Le informazioni sulle vittime civili, sulla resistenza delle forze irachene rimbalzano negli Stati Uniti - aveva detto Arnett - e danno man forte a quanti si oppongono al conflitto in corso". Poi, aveva riconosciuto di aver fatto "uno stupido errore di valutazione", ma di essere, tuttavia, "in linea con quanto sostengono gli esperti".
Ma a Washington tutto ciò non è piaciuto, tanto che una fonte della Casa Bianca avrebbe replicato: "Sono dichiarazioni che denotano completa ignoranza".
Ma la leggerezza del premio Pulitzer già una volta aveva suscitato lo sdegno del Pentagono: Arnett aveva prodotto un documentario, nel quale si racccontava che i commando Usa avevano fatto uso di gas nervino sui disertori americani in Laos. In seguito aveva ammesso che non era vero. Memorabile scivolone, che gli costò però il licenziamento, nel 1998, dalla Cnn.
"Qualcuno potrà pensare che sono pazzo - ha dichiarato il giornalista dopo essere stato licenziato dalla Nbc - ma non sono anti-militarista". E alla domanda su che cosa farà in futuro, ha risposto: "C'è una piccola isola disabitata nel Pacifico, cercherò di arrivarci a nuoto".