[ssf] articolo di epifani

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Author: paolaefranco
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Subject: [ssf] articolo di epifani
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      O di qua o di l=E0? Falsa domanda =20
      Dal "Corriere della sera" =20
    =20
    =20
      Caro Direttore, prendo carta e penna per intervenire in un =
dibattito dai toni molti singolari che si =E8 sviluppato in queste ore, =
non da ultimo sulle colonne del Corriere, a seguito di alcune mie =
riflessioni sulla guerra e sulla pace. Vi sono tre interrogativi a cui =
bisogna provare a dare una risposta di fronte alla guerra in atto, alle =
implicazioni che essa trascina, ai sentimenti che muove, ai problemi che =
propone. Il primo interrogativo riguarda il formarsi oggi di un fronte =
cos=EC largo contro la guerra, cos=EC composito per provenienza =
culturale e politica, per estensione territoriale, per diversa =
situazione di reddito e di professione. Il movimento per la pace che =
rifiuta la logica di questa guerra non =E8 paragonabile a nessun altro =
del passato. E, per quanto riguarda gli ultimi conflitti, n=E9 alla =
situazione della guerra nel Kosovo n=E9 alla guerra in Iraq nel '91. =
Tutto questo nasce, probabilmente, da due fattori concomitanti, che si =
sostengono a vicenda. L'assenza, percepita chiaramente a livello di =
coscienza generale, di ragioni fondate che possano giustificare =
l'intervento armato e l'accentuarsi di un clima di preoccupazione e di =
incertezza che dopo i tragici fatti dell'11 settembre vive nelle persone =
e nelle famiglie. Questa guerra diventa cos=EC non giustificata, non =
legittimata dalle Nazioni Unite, divide i Paesi europei fra di loro e =
gli Stati Uniti d'America da molti tradizionali alleati europei e =
costituisce un pesante interrogativo sulla capacit=E0 di ricostruire un =
ordine internazionale fondato su principi e diritti validi per tutti, =
sul rifiuto della forza come risoluzione dei conflitti. Per di pi=F9 in =
Paesi come il nostro, proiettati nel Mediterraneo, con una tradizionale =
funzione di cerniera fra tradizioni e Paesi di diverso orientamento =
culturale e religioso, l'uso non motivato della forza diventa possibile =
ragione di ulteriori e future divisioni, di instabilit=E0 politica =
nell'area mediorientale e di alimento - non voluto ma indiretto - alle =
cosiddette ragioni del fondamentalismo islamico.=20
      Se si ritiene quindi questa azione di guerra ingiusta e sbagliata, =
secondo un principio molto caro e corretto dell'etica della =
responsabilit=E0, si pone immediatamente per le persone, per i =
movimenti, per i partiti e per le istituzioni il problema - ed =E8 la =
seconda questione a cui bisogna provare a rispondere - di come si possa =
mantenere questo giudizio e contemporaneamente non essere schiacciati o =
coinvolti nella logica di contrapposizione e di schieramento che ogni =
guerra propone, secondo il binomio =ABo si sta da una parte o si sta =
dall'altra=BB. E' evidente che la questione non riguarda, come =
scioccamente qualcuno ha voluto dire, una equidistanza di giudizio su =
diversi sistemi politici e democratici, questione ovviamente neanche da =
porsi, ma se esiste un criterio di valore che possa far vivere un punto =
di vista autonomo e critico, in grado di evitare che una semplificazione =
del dilemma (di qua o di l=E0, per quanto attiene esclusivamente la =
guerra) porti a conseguenze paradossali e inaccettabili.=20


      E'evidente, allora, che se si assume un principio di valore non =
astratto, ma desunto dal meglio della tradizione liberaldemocratica =
occidentale e rifiutato in gran parte dalla cultura e dall'etica =
pubblica dei Paesi di fondamento islamico, in base al quale i diritti =
fondamentali fanno capo a ogni singola persona e a nessun altro, il =
diritto di un prigioniero ad essere trattato secondo la convenzione di =
Ginevra vale sia per i soldati anglo-americani sia per i soldati =
iracheni. E che ogni persona ferita o morta ha esattamente lo stesso =
valore e merita la stessa piet=E0 o rispetto. In questo senso, cos=EC =
come =E8 necessario distinguere tra le responsabilit=E0 di una =
amministrazione e quella dei cittadini di quel Paese, essere contro le =
ragioni che hanno portato l'amministrazione degli Usa a schierarsi per =
la guerra non pu=F2 assolutamente essere scambiata, o diventare =
sostegno, a una persona e a un regime come quello iracheno che si =E8 =
macchiato di responsabilit=E0 e crimini atroci verso altri Paesi e verso =
altri popoli. Il problema quindi non =E8 quello come si =E8 voluto =
forzare fra una equidistanza fra due persone (Bush e Saddam), ma come =
applicare con rigore, se si rifiuta la logica di guerra, un unico =
criterio di valutazione morale e di valore, nei comportamenti e nei =
giudizi. Punto questo che diventa assolutamente fondamentale nelle =
responsabilit=E0 e nella funzione dell'informazione.=20


      Infine la terza domanda: come pu=F2 un movimento per la pace non =
rappresentare una pure importante testimonianza civile, etica, =
religiosa, ma rappresentare una forza in grado di costituire un punto di =
riferimento nella creazione di un diverso governo mondiale che consenta =
all'organizzazione internazionale di avere responsabilit=E0, strumenti, =
principi e criteri capaci di evitare l'unilateralismo di chi ha la forza =
(oggi o domani, =E8 uguale) e di garantire una efficace, universale =
funzione di prevenzione dei conflitti e delle controversie. In fondo, se =
una critica va rivolta al funzionamento dell'Onu negli ultimi anni, =E8 =
che c'=E8 stato in troppe parti del mondo troppo poco intervento =
dell'Onu: basta pensare ai conflitti a base tribale nell'Africa.=20


      Queste sono le considerazioni, insieme ad altre che riguardano il =
rapporto nella cultura occidentale fra l'idea e il ruolo della guerra e =
quello dello sviluppo e del divenire, che ho trattato nel corso di un =
seminario intitolato =ABLezioni di pace=BB. Se si vuole polemizzare, lo =
si faccia con queste idee e con questi contenuti e non su quello che =
diventa comodo assumere in un orizzonte della politica e =
dell'informazione che mi pare sempre pi=F9 distante dai travagli, dai =
dubbi e dalla ricerca di risposte che interrogano la persona, laica o =
credente, ai nostri giorni.=20


      P. S. Dimenticavo, come si vede da queste righe, che la formula =
=ABn=E9 con Bush n=E9 con Saddam=BB, di cui tutti hanno discettato e =
discusso, non =E8 stata ovviamente pronunciata.=20


      *segretario generale Cgil=20



    =20



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      molti singolari che si =E8 sviluppato in queste ore, non da ultimo =
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      colonne del Corriere, a seguito di alcune mie riflessioni sulla =
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      sulla pace. Vi sono tre interrogativi a cui bisogna provare a dare =
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