Szerző: Cat Dátum: Tárgy: [Consumo critico - Milano Social Forum]articolo su Repubblica
Ho appena letto questo articolo, che vi rigiro, tratto dal sito di Repubbl=
ica.
Forse non =E8 nulla di eccezionale, ma costringe a trovare un po' di tempo=
per le
riflessioni, in questi giorni dove sembra che ci sia spazio solo per la
cronaca.
Ciao ciao,
Cate
Bagdad, sar=E0 battaglia per strada la metropoli =E8 pronta al peggio
I giovani: "Combatteremo per noi, non per Saddam"
dal nostro inviato BERNARDO VALLI
BAGDAD - In queste ore, nella citt=E0 mediorientale, =E8 come muoversi nel=
la Bassa,
in prossimit=E0 del Po, nei giorni di nebbia. Quando hai l'impressione di =
poterla
tagliare con il coltello. Sono diretto verso il quartiere sciita di Al Sha=
b,
dove c'=E8 stato il pi=F9 alto numero di morti civili, nella capitale, da =
quando
sono cominciati i bombardamenti. Almeno quindici. La nebbia qui =E8 rossa.=
=C8 una
poltiglia. Ti lascia sugli abiti un fango di sabbia. Perch=E9 piove. Per f=
ortuna
Saddam ha sospeso la nuvola nera; ha rinunciato, per il momento, a bruciar=
e la
nafta per affumicare la citt=E0, nella (vana) speranza di nasconderla ai
satelliti spia. Altrimenti su di noi si poserebbe, con la sabbia, quel fum=
o
grasso.
Ieri, se ti soffiavi il naso, incatramavi il fazzoletto. Adesso sputi sabb=
ia.
Fuad dice che =E8 una benedizione di Dio. Molti la pensano come lui. Tutti=
si
appropriano di Dio. Nelle guerre Dio =E8 con chi muore e con chi uccide. D=
io ha
mandato la tempesta di sabbia, la pi=F9 forte da decenni, per fermare gli
americani, per proteggere Bagdad dagli attacchi aerei. Ha mandato anche il=
freddo in Medio Oriente, dove in questa stagione di solito si suda. Dio de=
ve
essere in collera. Il maltempo che ci ha inviato =E8 tuttavia servito a po=
co. Non
ha evitato il massacro di Al Shab.
Fuad, la mia guida palestinese, fatica a muoversi nel traffico con la vecc=
hia
Mercedes. Il quartiere di Al Shab =E8 nella parte nord-occidentale di Bagd=
ad. Non
=E8 lontano da dove siamo partiti, ma il traffico =E8 denso e ci rallenta.=
Nonostante la nebbia di sabbia, la pioggia e le bombe, sul viale Abi Talib=
c'=E8
una gran ressa. E' un viale a pi=F9 corsie che porta fuori citt=E0, verso
l'autostrada per Kirkuk, nel Nord petrolifero. Se non arrivassero i tonfi =
delle
esplosioni, abbastanza distanti, probabilmente nei quartieri meridionali,
stenterei a credere che mi trovo in una citt=E0 in guerra. Ormai assediata=
.
* * *
In molte zone non incontri anima viva. E li senti che la gente =E8 asserra=
gliata
in casa. Dopo decine di botteghe chiuse, ti imbatti in un bagliore nella
nebbia, e intravedi un barbiere che sfida la guerra e taglia tranquillo i
capelli ai clienti; poi un negozio di alimentari vuoto ma con i battenti
aperti; una bancarella di frutta solitaria; poi chilometri di citt=E0 dese=
rta.
Suona l'allarme e sembra che i rari passanti, o gli automobilisti, molto p=
i=F9
numerosi, non ci facciano caso.
Si odono le esplosioni e nessuno affretta il passo o schiaccia l'accelera=
tore,
se non sono troppo vicine. "Siamo abituati da pi=F9 di vent'anni alla viol=
enza",
ti spiegano. Bagdad conta cinque milioni di abitanti. E' una metropoli in =
cui
le bombe che cadono a Sud quasi non le senti a Nord. In alcuni angoli =E8
affollata. E non te lo spieghi. Sul viale Abi Talib colonne di automobili
passano senza fermarsi dove due ore prima sono caduti i missili o le bombe=
. Uno
sguardo agli edifici colpiti e alle macchine dilaniate. E via. Le autoambu=
lanze
della Mezzaluna Rossa hanno gi=E0 portato via morti e feriti. Fuad trova s=
trane
quelle esplosioni isolate, in un quartiere fino a quel momento risparmiato=
. Ma
in una guerra =E8 impossibile trovare una logica in ogni avvenimento. Su u=
na
delle due palazzine c'=E8 una vistosa scritta in arabo: Supermercato. Si t=
ratta
in realt=E0 di una serie di negozietti, adesso sventrati. L'altro edificio=
ospitava un'officina meccanica. I poveracci che vi si trovavano, o che era=
no
nei paraggi, sono stati falciati dai missili. Mi dicono che tra i morti no=
n
c'erano militari. N=E9 si vedono obiettivi che interessino gli americani.
* * *
Se spari su una citt=E0 di cinque milioni di abitanti non puoi mancare un
ragazzo, una madre, un vecchio, un malato. Se distribuisci i difensori tra=
la
popolazione civile, se li metti nelle case dove abita la gente qualsiasi,
accanto alle famiglie, non puoi ignorare le conseguenze. Per entrare a Bag=
dad,
per assediarla, gli americani devono martellarla, decimare le migliaia di
feddayn, di militanti del partito Baas, di guardie repubblicane, che vi so=
no
annidati.
Come individuarli nella popolazione? Altro che danni collaterali! Questa =E8=
una
delle sorprese che Saddam ha riservato al generale Franks. Il quale dovr=E0=
condurre la battaglia di Bagdad sotto gli occhi del mondo. Si pu=F2 fare
l'assedio di Troia, nell'epoca della tv e dei missili? Delle opinioni pubb=
liche
e del tempo che =E8 denaro? Ma =E8 veramente una sorpresa? Chi non sapeva =
che il
ra=ECs si sarebbe asserragliato nella sua metropoli? Il giorno in cui Saig=
on
cadde, nell'aprile del '75, su un muro dell'ambasciata americana abbandona=
ta
(l'ambasciatore Martin era appena salito su un elicottero per filarsela co=
n la
bandiera sotto il braccio) lo scrittore inglese James Fenton trov=F2 una
citazione interessante. La trascrivo a memoria: " E' meglio lasciarglielo =
far
male, piuttosto che farlo noi stessi bene, poich=E9 =E8 il loro paese, il =
loro modo
di vita, e ci manca il tempo".
Spero di non avere troppo storpiato le parole di T.E. Lawrence, che uno
sconosciuto funzionario americano scarabocchi=F2 a conclusione della sfort=
unata
spedizione vietnamita. Tanti commentatori, a New York e a Washington, hann=
o
ripetuto che l'ombra del Viet Nam pesa su tutte le guerre dell'America. Mi=
sembra che pesi su questa in particolare.
* * *
Ho portato con me, per rileggerlo, L'americano tranquillo di Graham Greene=
. E
mentre Fuad guidava la sua vecchia, sgangherata Mercedes verso il quartier=
e di
Al Shab, dove i missili avevano appena ucciso almeno quindici innocenti
iracheni, mi =E8 venuto spontaneo pensare al personaggio principale del ro=
manzo:
l'americano idealista mandato nel Viet Nam, nei primi anni Cinquanta, con =
il
compito di scoprire una "terza forza", n=E9 comunista n=E9 asservita ai
colonialisti francesi, in grado di creare una democrazia. Nell'assolvere q=
uesto
compito, l'americano tranquillo finisce col favorire degli attentati, e in=
particolare una terribile strage nel centro di Saigon. Un uomo con tanti b=
uoni
propositi ha finito col creare molti guai.
Gli orrori della guerra inducono ad emettere sentenze. Meglio ritornare ai=
fatti. Fuad, l'amico palestinese, mi parla dei giovani di Bagdad. Mi dice =
che
si difenderanno. Da chi? Mi guarda stupito. Dagli americani, ben inteso. P=
er
morire con Saddam? Quando non sa cosa rispondere, Fuad tace. Ma le sue par=
ole
mi ricordano che due abitanti su tre non erano ancora nati quando, nel '68=
,
cominci=F2 il regime attuale. Molti feddayn, miliziani del partito o guard=
ie
repubblicane, asserragliati nelle case in attesa degli americani, hanno
conosciuto come capo politico soltanto Saddam Hussein, che =E8 ufficialmen=
te il
presidente dal '79. Per loro l'America =E8 il nemico di sempre. E' la pote=
nza che
impone sanzioni e bombarda l'Iraq. Da pi=F9 di dieci anni. Il tempo di qua=
si una
giovinezza.