caro Francesco,
mi ha fatto molto piacere aver ricevuto la tua risposta alla mia
lettera, ma ancor più è la tua considerazione sui fatti che ho esposto
in essa che rafforza il mio animo.
Nella consapevolezza che momentaneamente il movimento dei movimenti è
giustamente impegnato contro quello che è il crimine più aberrante
dell'umanità,la guerra!, vorrei esprimere in questa mia lettera aperta
al movimento la mia modesta valutazione sugli arresti avvenuti il 4
dicembre 2002 (per conto della procura di Genova per i fatti del G8 del
luglio 2001) e passati completamente nel dimenticatoio.
Sono ormai passati più di tre mesi da questa "mia" assurda prigionia e
intanto il tempo scorre cancellando dalle menti e dalle coscienze di
molti compagni e compagnie queslle che sono state le giornate del G8 a
Genova. Si, sicuramente, come molti dicono dopo quelle giornate il
movimento è cresciuto, si è rafforzato, ma a quale prezzo?
Lasciando dietro di sè il prezzo della memoria!
Io rinchiuso qui nel carcere di Rebibbia mi domando a malincuore come
sia possibile tutto ciò, come ci si possa scordare di quelle atroci
visioni, di quelle violenze subite gratuitamente, dell'assassinio del
nostro fratello Carlo e di nio detenuti dal 4 dicembre 2002, gettati
come capri espriatori nelle segrete galere di questo potere violento, si
violento perchè il G8 da Genova è stata una delle tante dimostrazioni di
tale efferatezza, che oggi nessuno più ricorda o vuole ricordare.
Ma soprattutto noi, gli arrestati dimenticati da tutti, finanche da quel
movimento dei movimenti che inizialmente rivendicava la sua unità senza
discriminazioni, ma purtroppo quelle belle parole di unità in realtà si
sono rilevate "chiacchiere al vento", perchè la coerenza se prima non la
si coltiva all'interno di noi stessi, come si può poi pensare di
proporla al di fuori ed estenderla con le idee e la solidarietà alle
popolazioni oppresse? Diventerebbe solamente retorica ipocrisia.
Sapete che il tempo a volte è proprio stano, a voi ha strappato la
memoria, a me invece ha dato modo di riflettere su questi eventi, ma
ancor più mi ha dato la possibilità di mettermi in discussione con me
stesso, riguardo la solidità e la validità di questo movimento,
prendendo anche in considerazione una mia eventuale dissociazione da
esso, rimanendo nella mia individualità e nella mia lotta personale
proiettata in quello che sarà il mio umile percorso verso un mondo
diverso, perchè non posso vivere senza passioni e senza sogni!
Io comunque per quanto difficile sia continuo a resistere, rinnovando i
miei ringraziamenti a Radio Onda Rossa e a tutti e a tutte coloro che mi
stanno vicino con la loro calorosa solidarietà, augurandomi dal profondo
del mio cuore che anche i miei fratelli (che neanche conosco)
sequestrati come me per conto della procura di Genova, possano se non
altro avere la stessa solidarietà che ho io, al di là di quella
latitante del movimento dei movimenti nei confronti di noi, no-global di
serie B.
Un abbraccio
Alberto
P.s.= ma mia più profonda solidarietà ai familiari del mio fratello
Davide, assassinato dai fascisti e il mio più grande disprezzo al potere
perverso che riesce a portar avanti la sua repressione anche in queste
terribili circostanze!
Vola alto partigiano, la tua forza sarà parte integrante del nostro
animo!
Alberto Funaro
Carcere di Rebibbia
via R. Majetti n.70
00156 Roma
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