[Cerchio] A Davide glielo dobbiamo.Portiamo la nostra rabbia…

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Szerző: Linbo
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Tárgy: [Cerchio] A Davide glielo dobbiamo.Portiamo la nostra rabbia nelle strade.
Concordo,
il problema è porsi al loro stesso livello, come direbbe la maggior parte
delle persone che ci stanno attorno, o fare effettivamente qualcosa?
Non metterci al loro livello vuol dire subire punto. Non ce n'è.
Reagire vuol dire mettersi contro al sentire della maggior parte delle
persone tra cui, magari, pure quelle che sentono questo fatto come infame.
Quello che penso è che se non fossimo impregnati, tutti, dal finto
perbenismo democratico e cattolico, alla violenza, risponderemmo con l'unica
arma a disposizione ossia la difesa, la difesa dalla violenza
dell'arrogante, dello stupido, dell'ignorante, di quello che sfrutta la
sua posizione di forza.

C'è anche da dire che nella situazione in cui sta il mondo non è
possibile, in un'analisi della situazione, prescindere dal contesto e da
eventuali sviluppi sfavorevoli allo scopo che ci si prefigge.
E questo è il vero dramma. Secondo me, dirò un'immane cazzata, non si
può che attendere il peggio del peggio. Non resta che aspettare il punto
di non ritorno per cui la gente sia talmente sconcertata dai fatti che
se ne frega di ogni remora, in pratica quando la misura sarà colma per i
più. E non se ne esce da questa cosa, se si fanno azioni per impedire che
altri fatti simili avvengano, si passa dalla parte del torto, a giudizio
della stragrande maggioranza della gente, e si è destinati
all'isolamento. Se si lascia passare non si può che attendere che la
situazione peggiori. In entrambi i casi l'intento prefissato, quello di
impedire il proliferare di questi stronzi, se ne va a farsi fottere.
Perchè che ne dica il PK (scusami se riesumo vecchie storie) l'opinione
della maggioranza conta e se non riesci a trainarti fin dal piano delle
idee e del sentire la maggior parte delle persone il risultato non può che essere
instabile.

Il mio primo sentimento è stato quello di andare in Maciacchini e fare
il tiro al bersaglio ma mi chiedo: una volta che l'ho fatto? Di sicuro
mi son tolto una gran soddisfazione ma a parte questo, che risultato ho
ottenuto? Quanti saranno disposti a sostenere la mia azione? Non avrò
forse ottenuto l'effetto contrario? Eppure mi dico che a violenza si
risponde con violenza oppure si sta a porgere l'altra guancia. Potrei
pure mettermi a porgere l'altra guancia, se chi ho davanti penso sia una
persona che possa capire il perchè continuo a farmi pigliare a schiaffi,
ma se quello che ho davanti non ha possibilità di comprendere, perchè
devo stare a farmi ammazzare di sberle? Per chi? Per cosa?
Ma falla capire sta roba...

Svarioni da incazzato.

On Mon, Mar 17, 2003 at 05:58:51PM +0100, Paolo Raineri wrote:
>
> ----- Original Message -----
> From: "marina" <fe11408@???>
>
>
> >Non ho soluzioni ma credo che si debba cercare di stare moooolto calmi
> in questi giorni. Capire cosa è successo esattamente e non dare sfogo ai
> peraltro comprensibili istinti di vendetta. Calmi, forti e fermi nel
> proprio antifascismo ma occhio a non fare o provocare cazzate. È il mio
> personale appello che faccio a tutti.
> m
>
> Bisogna sempre stare calmi: d'altro canto occorre rendersi conto che esiste
> una distanza impressionante fra il sentire delle persone e la lorocapacità
> di produrre effetti. Le stesse manifestazioni oceaniche (l'ultima sabato
> sotto le mie stesse finestre) hanno un effetto a doppio taglio. Se nemmeno
> centinaia di migliaia di persone non se le incula nessunom né in Italia né
> nel resto del mondo, se chi controlla eserciti e polizie anche se
> pcstituisce visibilmente una minoranza esigua in una minoranza di paesi, fa
> quel che gli pare, modifica le leggi o le scavalca, o le ignora, o se ne fa
> beffe, e a noi rimane solo andare sui trampoli, ballare, cantare, esporre
> bandiere, sventolare noi stessi come mutande vuote da cui i culi si siano
> ritirati ed avvizziti, allora che cosa si può fare? La tendenza dei più é di
> ripiegare le bandiere e di spegnere le tv; la tendenza dei meno di reagire
> in maniera in qualche modo suicida, inventandosi percorsi bizantini per cui,
> uccidendo sconosciuti nemmeno illustri tipo Biagi, sconvolgeresti dei piani
> di cui nessuno si interessa...
> Ora, se non si interviene cercando di catalizzare queste energie in cerca di
> obiettivo, esse finiranno per scaricarsi. Quindi, se occorre non disperdersi
> in attività vane e inani, tipo la caccia al fascista, occorre altresì
> prendere atto dei livelli cui si é pervenuti ( e di cui la condotta dei
> poliziotti al San Paolo é significativa) e regolarsi per il momento che pare
> prossimo, del sedicente sciopero sedicente generale, che non può più aver
> forma di sfilata con bandiere e trampoli e gioiosa fermezza, e ferma
> giocosità. Il punto cruciale, non solo per l'Italia, passa per il
> superamento dell'impotenza e della passività. Se si riesce ad individuare i
> modi, che non possono essere solo dimostrativi, per sciogliere questo nodo,
> bene. Altrimenti, più che stare calmi, ci ridurremo a stare fermi, che é
> diversa cosa
>
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Le conquiste ottenute con la forza
richiedono un continuo ricorso alla forza
per poter essere mantenute;
è preferibile, perciò, convincere anziché costringere,
motivare anziché obbligare.
                    Mahatma Gandhi