[NuovoLaboratorio] Uccisa a rafah

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著者: Elisabetta Filippi
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題目: [NuovoLaboratorio] Uccisa a rafah
<html><div style='background-color:'><DIV>Vi allego una e mail che mi ha mandato Giulia, un attivista dello SCI conosciuta a Roma. E' tornata da Rafah il giorno prima che uccidessero Rachel. Sono stata a Rafah ad Agosto e&nbsp;a gennaio se non mi avessero espulsa sarei dovuta andare tornare lì per la campagna "tende della pace". Io non so che dire.
<DIV>Elisabetta</DIV>
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<P class=MsoBodyText style="MARGIN: 0cm 0cm 0pt"><FONT face="Times New Roman" size=5></FONT>&nbsp;</P>
<P class=MsoBodyText style="MARGIN: 0cm 0cm 0pt"><FONT face="Times New Roman" size=5>Sono tornata dalla palestina sabato sera,<SPAN style="mso-spacerun: yes">&nbsp; </SPAN>ho dormito un po’,<SPAN style="mso-spacerun: yes">&nbsp; </SPAN>poi domenica stavo cercando di fare un po’ di ordine nella mia mente, di realizzare che ero di nuovo in italia, stavo cercando di capire un po’ di cose. E poi è arrivato un messaggio da un amico a rafah, dove sono stata per tre settimane e mezzo, diceva che era successa una cosa orribile, senza specificare. Ho chiamato, ed ho saputo. Erano tutti in ospedale, si sentivano voci, urli, confusione. E Rachel è morta, e da qui non mi sembra possibile, l’ho vista solo qualche giorno fa, abbiamo lavorato molto insieme, ma non starò qui a dire che brava attivista, che splendida persona era. Chi lo vuole capire lo capirà da solo che non è per fare gli eroi che andiamo giù, che non è perché l’occupazione è eccitante e avventurosa. L’occupazione è orribile, la negazione di ogni diritto umano è orribile, e quando capisci questo è così facile prendere la decisione di partire, per capire, per vedere, e poi per cercare di fare qualcosa, qualsiasi cosa sia in tuo potere.</FONT></P><SPAN style="FONT-SIZE: 14pt; FONT-FAMILY: 'Times New Roman'; mso-bidi-font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: 'Times New Roman'; mso-ansi-language: IT; mso-fareast-language: IT; mso-bidi-language: AR-SA">L’azione durante la quale rachel è stata uccisa è un tipo di azione che a rafah abbiamo fatto molte volte. Rafah è al confine con l’egitto, confine supercontrollato e pericoloso. Per rinforzare questo confine, israele sta costruendo un muro. A ridosso del confine si snodano diversi quartieri, subborghi di rafah, ed è in questi quartieri che fino ad ora, dall’inizio di questa intifada, più di 600 case sono state demolite dall’esercito israeliano, per lasciare una “terra di nessuno” tra il muro e la prima casa abitata. Una delle attività principali che l’international solidarity movement svolge a rafah è quella di cercare di proteggere le ultime case rimaste ancora in piedi, e che non sono state ancora abbandonate dagli abitanti(come a volte accade, visto la continua intimidazione messa in atto dall’esercito). Di notte dormiamo in queste case, con le famiglie. nel muro esterno, quello che dà sul confine, ci sono perennemente striscioni che segnalano la nostra presenza.<SPAN style="mso-spacerun: yes">&nbsp; </SPAN>E quando, sia di giorno che di notte, arrivano i buldozer e i carri armati pronti per la demolizione, usiamo i nostri corpi come scudi umani, come protezione, saliamo sul tetto della casa, o<SPAN style="mso-spacerun: yes">&nbsp; </SPAN>rimaniamo davanti ai buldzer, come ha fatto rachel.<SPAN style="mso-spacerun: yes">&nbsp; </SPAN>I soldati non hanno nessun problema ad ammazzare palestinesi, di qualsiasi età, ma con gli internazionali è diverso, o almeno era diverso fno a ieri. Israele deve salvare la faccia, deve salvaguardare i rapporti con gli stati amici. Ma negli ultimi tempi neanche questo principio opera più, e le intimidazioni nei confronti degli internazionali sono aumentate, ed ora questo</SPAN></DIV></DIV><BR clear=all></DIV></div><br clear=all><hr>Vinci la nuova Nissan Micra <a href="http://g.msn.com/8HMBITIT/2734">con MSN Messenger!</a> </html>