Autor: Linbo Data: Asunto: [Cerchio] Fw: BANDIERE: DA MOVIMENTO A... INSURREZIONE!
Jeremy Rifkin - La fine del lavoro
OscarMondadori - ISBN 88-04-51085-4
2. L'<<effetto a cascata>> della tecnologia e le realtà del mercato
Il Vangelo del consumo di massa
[...] Convertire gli americani dalla psicologia della sobrietà a quella
della spesa si rivelò un compito assai difficile. L'etica protestante
del lavoro, che dominava lo spirito della frontiera americana, aveva
radici molto profonde. La parsimonia e il risparmio erano le chiavi di
volta dello stile di vita americano, elementi fondamentali della
tradizione yankee che aveva avuto una funzione di guida per intere
generazioni di americani e che costituiva un punto di riferimento per
milioni di emigranti che speravano in un futuro migliore per sé e per i
propri figli. Per la maggioranza degli americani, la virtù del
sacrificio di se stessi continuava ad avere il sopravvento sul richiamo
dell'immediata gratificazione che si poteva ottenere sul mercato. La
comunità degli affari americana si diede il compito di cambiare
radicalmente la psicologia che aveva costruito la nazione, con
l'obiettivo di trasformare gli americani da investitori nel futuro a
consumatori nel presente.
I leader delle imprese capirono subito che,per fare in modo che la gente
<<volesse>> beni che non aveva mai desiderato prima, dovevano creare
<<il consumatore insoddisfatto>>. Charles Kettering, della General
Motors, fu tra i primi apostoli del Vangelo del consumo. La GM aveva già
iniziato a introdurre variazioni annuali nei modelli di automobile che
produceva e a realizzare campagne pubblicitarie pensate per rendere il
consumatore insoddisfatto dell'automobile che possedeva. <<La chiave
della prosperità economica>>, affermava Kettering, <<è la creazione
organizzata dell'insoddisfazione.
[...] Lo storico Frederick Lewis Allen ha mirabilmente sintetizzato tale
consapevolezza affermando: <<L'impresa ha capito, come mai prima,
l'importanza del consumatore finale. Se non si riuscisse a convincerlo a
comprare, a spendere con larghezza, l'intera produzione di automobili a
sei cilindri, vasche con idromassaggio, sigarette, frigoriferi, e
apriscatole elettrici arruginirebbe o marcirebbe nei magazzini>>.
[...]
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Non è cambiando la moneta che si cambierà la testa delle persone.
Un dubbio: Se io utilizzo uno strumento del sistema contro il sistema
stesso, chi può impedire al sistema di autocorreggersi? E se ciò
avviene, quale dovrebbe essere la mia mossa successiva?
Tu che utilizzi il sistema e che in esso trovi un modo migliore di vita,
come potresti fare a meno del sistema stesso e, di conseguenza degli
aspetti che, tu, trovi negativi? No lati negativi... no lati positivi.
Ciao.
On Thu, Mar 13, 2003 at 02:08:37PM +0100, magius wrote: > Approfitto di questo "saggio" messaggio di Paolo, per rientrare nella
> lista :-) Vi ho mandato il "manifesto programmatico" del progetto
> Open-Economy e mi spiace che nessuno finora lo abbia commentato.
> Open-Economy parte dalle stesse considerazioni che fa Paolo sulle bandiere
> della pace e sui girotondi. Lui dice: "...rendiamoci conto che il
> principio della liberazione non presuppone che la gente faccia tutta le
> coseche paion giuste a noi, nella maniera che a noi pare adatta. Ma che ciascuno
> agisca secondo criteri propri. Noi reputiamo di avere migliori criteri.
> pensiamo dunque ad agire di conseguenza. Ciò che oggi preme, e che l'attuale