[Lecce-sf] Fw: disarmiamo exa 2003

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Auteur: Carlo Mileti
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Sujet: [Lecce-sf] Fw: disarmiamo exa 2003
per opportuna conoscenza.
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To: <pace@???>; <news@???>
Sent: Thursday, March 13, 2003 1:47 AM
Subject: disarmiamo exa 2003


> APPELLO
>
> CAMPAGNA DISARMIAMO EXA 2003
> UNA CITTÁ SICURA SENZA ARMI
> UNA CITTÁ SI CURA CON LA SOLIDARIETÁ, LA GIUSTIZIA SOCIALE,
>
> LA REDISTRIBUZIONE DELLA RICCHEZZA, L'ACCOGLIENZA, DIRITTI EGUALI PER
> TUTTI/E
>
> BRESCIA, 12 - 15 APRILE 2003
>
>
>     Quest'anno, dal 12 al 15 aprile, Brescia ospita la ventiduesima

edizione
> di EXA, uno degli appuntamenti espositivi più importanti per le maggiori
> aziende produttrici di armi leggere e di piccolo calibro a livello

mondiale.
> Secondo la pubblicistica degli organizzatori l'esposizione promuove l'uso
> delle "armi sportive e dell'outdoor". In realtà l'esposizione è ampliata
> alle armi da difesa personale (pistole e revolver in grande quantità),
> articoli antisommossa per le polizie di tutto il mondo (compresi

manganelli,
> gas lacrimogeni, bersagli in forma di sagome umane, abbigliamento per

corpi
> speciali) e fucili Sniper (quelli usati dai cecchini che mirano obbiettivi
> umani), armi che pur non essendo classificate "da guerra", per la legge
> italiana, sono state vendute illegalmente (spesso sotto la copertura del
> commercio legale, come ci ha ricordato Mons. R. Martino, rappresentante
> della Santa Sede all'Onu, nel suo intervento alla 56ma Sessione Generale
> dell'Onu dell'ottobre 2001) e usate nell'ultimo decennio nei conflitti che
> hanno insanguinato grandi aree del pianeta.
> Un'EXA cosiffatta finisce per promuovere non l'attività sportiva ma

l'idea
> di un mondo armato, di una società in cui il ricorso alle armi è diventato
> una faccenda banale, cosa di tutti i giorni ed alla portata di tutti/e.

Una
> mostra che nelle giornate aperte al pubblico viene infatti visitata da
> migliaia di semplici cittadini/e, tra cui molti ragazze/i, tante/i delle/i
> quali minori.
> La società che trascolora da quella rassegna è quella nella quale la
> sicurezza viene affidata alle forze speciali, alle polizie d'ogni ordine e
> grado e infine al "fai da te", come molte forze politiche - anche
> governative - propugnano da tempo e che anche l'attuale ministro alla
> Difesa, On. Martino, ha recentemente ha auspicato, proponendo una modifica
> della legge sul porto d'armi nel nostro paese. Una società in preda alla
> paura, che alimenta e promuove una inaccettabile cultura, con un unico
> strumento a sua disposizione: la violenza!
> Quest'estate il Brescia Social Forum, assieme a numerose associazioni e
> organizzazioni cittadine, laiche e religiose, ha sostenuto una iniziativa
> per richiedere la modifica del regolamento di Exa 2003. L'appello
> sottoscritto formulava, agli organizzatori della rassegna, una semplice
> richiesta: esponete esclusivamente ciò che effettivamente viene promosso

nel
> vostro marchio pubblicitario, "armi sportive e da caccia". Eliminate dal
> campionario in mostra tutte le armi da difesa personale e ad uso di corpi
> speciali e polizie! Ma anche su questo terreno, quello - minimale - della
> stretta coerenza con quanto dichiarato dagli organizzatori stessi nel
> marchio pubblicitario della mostra, non c'è stato nulla da fare: le armi
> leggere sono - tutte! - un prodotto come un altro. La ricerca del profitto
> non si pone problemi etici, non guarda in faccia a nessuno. Il nostro
> appello è stato respinto.
> Il parlamento italiano sta chiudendo in questi giorni la discussione

sulle
> modifiche alla legge 185 sul controllo e la limitazione del commercio di
> armi. Scopo evidente delle proposte di modifica è rendere molto più
> permissiva la normativa vigente. E' a nostro avviso di grande importanza
> dare sostegno alle campagne in atto nel Paese a difesa della legge 185/90.
> Disarmare Exa significa anche denunciare la finanza armata: le

connessioni
> tra finanza ufficiale e paradisi fiscali, le banche che finanziano il
> traffico internazionale di armi, gli Stati che destinano quote importanti
> del loro P.I.L. alle spese militari, sottraendole alla spesa sociale; le
> lobbies e i potentati che influenzano scelte politiche, gravide di effetti
> distruttivi nel mondo.
> Nell'ultimo decennio due milioni e mezzo di bambini/e sono stati uccisi/e
> in conflitti dove sono state usate armi leggere e cinque milioni sono
> diventati/e disabili. Si stima che soltanto in Afghanistan vi siano circa
> dieci milioni di armi di piccolo calibro; sette milioni in Africa
> Occidentale, circa due milioni in America Centrale. Nei moltissimi

conflitti
> scoppiati nell'ultimo decennio circa la metà delle armi complessive
> utilizzate per le operazioni di guerra sono delle tipologie prodotte dalle
> aziende che espongono ad Exa. Oggi nel mondo circolano

cinquecentocinquanta
> milioni di armi leggere oltre a quelle usate da polizie ed eserciti.
> Nel luglio 2001 il Segretario Generale dell'O.N.U. Kofhi Annan, ha

definito
> le armi leggere e di piccolo calibro, "armi di distruzione di massa".
> L'Italia è il terzo Paese produttore mondiale di armi leggere. Circa

l'90%
> delle armi leggere prodotte in Italia viene da Brescia. Crediamo sia

venuto
> il momento di avviare una riflessione profonda sulla produzione e il
> commercio dei sistemi d'arma.
> Al termine della campagna che abbiamo intrapreso nel 2002 è stato avviato
> un percorso per la costruzione di un osservatorio permanente sulle armi
> leggere (OPAL) attraverso il quale monitorare e studiare la produzione e

il
> commercio in quel settore, ma anche per riaprire la prospettiva -

complessa
> e di lungo periodo, ma certo praticabile e ineludibile - della

riconversione
> dell'industria armiera di natura bellica a produzioni civili, garantendo
> reddito e occupazione ai lavoratori. Considerato anche che negli ultimi 10
> anni si è ridotta l'occupazione nel settore armiero bresciano di oltre il
> 50%. Oltre 3000 addetti in meno a fronte di un aumento di produzione e di
> profitto aziendale. La delocalizzazione, uno dei tanti frutti amari della
> globalizzazione neoliberista, ha investito anche questo settore. Crediamo
> quindi sia interesse anche dei lavoratori, delle lavoratrci e delle loro
> famiglie iniziare a interrogarsi sul complesso di questo sistema

produttivo.
> Opporsi ad EXA significa anche dire un no concreto e forte a tutte le
> guerre, un no concreto e forte alla guerra minacciata all'Irak dalla
> coalizione guidata dagli Stati Uniti d'America. Un'avventura catastrofica
> cui anche il nostro governo si è accodato con solerzia, in violazione
> dell'articolo 11 della Costituzione repubblicana ("L'Italia ripudia la
> guerra come strumento di risoluzione delle controversie internazionali").
> Una guerra per garantire non la sicurezza comune, né la lotta al

terrorismo,
> bensì il dominio imperiale di pochi ricchi sulle più importanti risorse

del
> pianeta. Oggi per il petrolio, domani per l'acqua. Un conflitto che
> inaugurerebbe la Guerra Preventiva di Bush, vera e propria aberrazione,
> svolta di civiltà verso la catastrofe del diritto e della convivenza
> internazionale.
> Per queste ragioni facciamo appello a tutte le realtà associative,
> politiche, sindacali, ai singoli cittadini/e, perché manifestino in mille
> forme pacifiche e chiare l'opposizione alla produzione, alla promozione e
> alla diffusione di armi per la difesa personale, per la repressione

violenta
> della libertà di pensiero e di manifestazione e per l'uso bellico.
> Esprimiamo con la più grande varietà di iniziative, attraverso la
> sensibilità e la storia di ognuna/o, la volontà e l'auspicio per la
> costruzione di un mondo senza armi. Esprimiamo insieme la volontà di pace

e
> giustizia proprie di grandissima parte della società civile di Brescia e

del
> Paese.
>
>
> A Brescia, il 12 e il 15 aprile 2003, in concomitanza con l'esposizione

di
> EXA.
>
> Le adesioni all'appello, che possono essere tanto a titolo personale

quanto
> a nome di realtà collettive, devono essere inviate via mail a
> bsf@???
>
>