<style type="text/css">BODY { font-family: Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size:12px; margin-top: 5; margin-left: 5; margin-right: 5; background-color: #F5F5F5;}.titre { font-family: Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 18px; font-weight: bold;}</style><span class="titre">Otto marzo festa della donna a Parigi e Liberazione</span> <br><br><img src="
http://www.bellaciao.org/images/08032003_2.jpg" alt="" width="200" hspace="5" vspace="5" border=0 align=left> In coda al corteo, quasi per "confermare" – a
chi nutre ancora qualche dubbio – l'identità di
chi ha "orchestrato" questa manifestazione, un enorme
camion da 38 tonnellate, scuro, con una gigantesca scritta
sui fianchi: "sky rock" (una delle più grandi
radio commerciali di Parigi e della Francia).
<p>Davanti al camion delle "cheerleaders" con "pompons" e
magliette con la scritta ... "sky-rock".</p>
<p>Piccoli altoparlanti sul tetto del camion diffondono il
programma radiofonico in diretta - discorsi e musica in sintonia
- musica commerciale del genere più volgare.</p>
<p> </p>
<p>Le ventimila persone che partecipano alla manifestazione
tengono migliaia di rettangolini o una manina di cartone
attaccati a un'asticciola di legno: si vede chiaramente che
la piccola associazione "ni putes ni soumises" non
ha potuto "fabbricare" questi minuscoli pannelli,
infatti circola la voce che dietro tutto questo c'e' la lunga
mano del partito socialista francese (troppi soldi e troppo
lavoro per una semplice associazione).</p>
<p>Alla testa del corteo il servizio d'ordine di "Lutte
Ouvrière", il gruppo trotskista piu' settario
di Francia, "difende" da eventuali "attacchi
sessisti", tra le altre, Leslie, la "diva" della
trasmissione televisiva "Loft" (una specie di "grande
fratello" alla francese) del sesto canale televisivo.</p>
<p>Le ragazze della banlieue di Parigi "salvano" lo
spirito della manifestazione: su piccoli camion con amplificazione
e DJ suonano la canzone "ni putes ni soumises" e
si alternano al microfono al ritmo rap seguite da tutte le
altre del corteo. </p>
<p>L'aspetto commerciale di questa manifestazione "stona" in
modo flagrante: sarebbe molto interessante immaginare cosa
avrebbe potuto pensare la ragazza bruciata viva che ha dato
vita al movimento "ni putes ni soumises", di questo
recupero politico- commerciale da parte del partito socialista/
radio sky rock/TV 6.</p>
<p>La pseudo-corrispondente di Liberazione Clelia Cirvilleri
ancora una volta distorce volontariamente, nel suo articolo
del 9.03.2003 intitolato "Parigi, ultima sfida a Bush",
la realta'. Una descrizione trionfale, la sua, che chiarisce,
per chi aveva ancora dei dubbi, come pensa di informare i
compagni italiani: un'accozzaglia di notizie raccolte sui
diversi articoli dei giornali francesi, una descrizione della
manifestazione tanto approssimativa da dare l'impressione
che forse non era neanche presente in questo corteo (le bandiere
di Rifondazione erano soltanto 3 ed erano immerse nello spezzone
del partito comunista francese...).</p>
<p>Infatti la Cirvilleri e' l'unica che "conta" trentamile
persone: nessuno si azzarda ad avanzare questa cifra, qui
si parla piuttosto di ventimila (ed é una stima "politica").</p>
<p>"Ma a Parigi l'otto marzo è stato anche il giorno
della presa di coscienza definitiva della frattura diplomatica
all'Onu con l'asse anglo-americano. Washington e Parigi non
sono mai state così distanti", continua imperterrita
la nostra corrispondente.</p>
<p> </p>
<p>Certo c'e da domandarsi se alla festa alla quale ha sicuramente
partecipato la sera ha alzato più che leggermente
il gomito: le parole d'ordine contro la guerra sono state
rarissime in questa manifestazione ed era proprio quello
che mancava: nel corteo si scandivano piuttosto slogan diretti
contro le violenze che subiscono quotidianamente le ragazze
e le donne, soprattutto nella periferia della capitale e
in particolare nel pezzo del corteo piu' giovane e piu' combattivo.</p>
<p> </p>
<p>Alla testa del corteo dove c'erano tutti e tutte le V.I.P.
della politica e dello spettacolo (compresa la loggia massonica
delle donne, presente nel corteo con un striscione...) non
ci si preoccupava di urlare degli slogan ma piuttosto di "farsi
vedere".</p>
<p> </p>
<p>C'e' veramente da domandarsi se i compagni/e italiani, simpatizzanti
o militanti del PRC, che leggono Liberazione, hanno veramente
bisogno di qualcuno che fa un elenco dei titoli dei differenti
quotidiani francesi e "riesce" a fare un articolo
dove riassume in quattro righe piene di falsità e
omissioni la giornata della donna a Parigi.</p>
<p><img src="http://www.bellaciao.org/images/08032003_3.jpg" alt="" width="200" hspace="5" vspace="5" border=0 align=right> </p>
<p>Sul nostro sito, il giorno prima, la compagna Laura e' riuscita
a riassumere il sentimento diffuso che ha dominato il dopo
manifestazione:</p>
<p> </p>
<p>"E’ dunque legittimo chiedersi il perché della
perseveranza di una festa della donna che non è più per
la donna. Come sentire propria una festa che ci fa ancora
una volta oggetto invece che soggetto, in linea con la mercificazione
del corpo femminile, così sfacciatamente esibito nelle
riviste e sfruttato per la vendita di prodotti e servizi?"</p>
<p> </p>
<p>Collettivo Bellaciao<br>
11.03.2003
<a href="http://bellaciao.org">http://bellaciao.org</a>