Szerző: Carlo Mileti Dátum: Tárgy: [Lecce-sf] Fw: [MEDIA] - Ramonet: Media arruolati
giro un interessante articolo di I. Ramonet sui media; è di dicembre scorso,
ma la portata dell'analisi assume particolare importanza/spessore in momenti
come quelli attuali.
carlo
p.s.: confermo la mia partecipazione all'incontro di Cannole domani
(Curiosità: Il giorno 12 marzo è dedicato, dal calendario della Chiesa
cattolica, al ricordo di San Massimiliano. Infatti il 12 marzo dell'anno
195 dopo Cristo, il giovane Massimiliano di Cartagine fu martirizzato
perchè rifiutò di prendere le armi ed entrare nell'esercito dell'Impero
Romano. Al processo motivò il suo rifiuto
professando la fede cristiana: non poteva in alcun modo uccidere, ma anzi
doveva amare il suo prossimo, persino i nemici. Come seguace di Gesù non
poteva entrare nell'esercito, avendo scelto di servire solo il Dio
dell'amore. Massimiliano venne condannato a morte. Oggi questo santo è
considerato il patrono degli obiettori di coscienza. La forza della storia
millenaria dell'obiezione di coscienza oggi deve essere messa in campo per
fermare la guerra dell'Iraq. ........scusate la digressione......)
> Fonte: LE MONDE diplomatique - Dicembre 2002
>
> Media arruolati
>
> Ignacio Ramonet
>
> Nel campo dei media, l'irruzione di Internet e la rivoluzione digitale
> hanno provocato un trauma senza precedenti (1). Attratti dalle ambizioni di > potere e dalle prospettive di facili guadagni, i mastodonti dei vari
> comparti industriali - elettricita', acqua, informatica, armamenti,
> edilizia, telefoni - si sono avventati sul settore dell'informazione.
> Hanno edificato in breve tempo imperi giganteschi. E calpestato sul loro
> passaggio alcuni valori fondamentali, a cominciare da quello dell'impegno
> per un'informazione di qualita'.
> In tutto il mondo, i mega-conglomerati stanno facendo man bassa sui media.
> Negli Stati uniti, che nel febbraio 2002 hanno abolito le regole anti-trust > nel settore audiovisivo, America-OnLine ha acquistato Netscape, il
> settimanale Time, la casa di produzione hollywoodiana Warner Bros e il
> canale d'informazione Cnn. La General Electric, prima impresa mondiale in
> termini di capitalizzazione in borsa, e' proprietaria della rete televisiva > Nbc. La Microsoft di Bill Gates, che regna sul mercato del software, punta
> a conquistare anche quello dei videogiochi con la consolle X-Box, e domina
> inoltre nel campo della fotografia per la stampa, attraverso la sua Agenzia > Corbis.
> La News Corporation di Rupert Murdoch ha assunto il controllo di alcuni dei > piu' diffusi giornali britannici e americani (The Times, The Sun, The New
> York Post), e possiede una rete televisiva via satellite (BskyB), uno dei
> canali televisivi degli Stati uniti (Fox) nonche' un'importantissima
> societa' produttrice di serie televisive e di film (20th Century-Fox)...
> In Europa, Bertelsmann, primo editore mondiale, ha acquistato l'Rtl Group,
> e in Francia ha ormai assunto il controllo della radio Rtl e del canale
> generalista M6. Silvio Berlusconi possiede i tre principali canali privati
> italiani e, in quanto presidente del consiglio, ha il controllo di tutte le > reti pubbliche. In Spagna la societa' Prisa controlla il quotidiano El
> País, la rete radiofonica Ser, il canale criptato Canal Plus España e il
> piu' importante gruppo editoriale.
> In Francia, la crisi del mercato pubblicitario, il calo delle vendite dei
> quotidiani e l'arrivo dei giornali gratuiti incitano all'accorpamento delle > testate della stampa nazionale, che favorisce l'ingresso degli industriali
> nel capitale delle societa' di stampa in difficolta'.
> In questo contesto, lo smantellamento della Vivendi universal publishing
> (Vup) ha provocato un vero e proprio sconvolgimento. Il gruppo Dassault,
> presieduto da Serge Dassault, un politico di destra che gia' controlla Le
> Figaro e numerosi giornali regionali, ha potuto cosi' acquisire il
> settimanale L'Express, la rivista L'Expansion e altre 14 testate divenendo
> cosi', tramite la Socpresse, il primo gruppo editoriale francese. D'altra
> parte, il gruppo Lagarde're, presieduto da Jean-Luc Lagarde're, vicino a
> Jacques Chirac e primo editore francese (Hachette, Fayard, Grasset,
> Stock...) , che possiede gia' alcuni giornali regionali (Nice Matin, La
> Provence) e domina il settore dei rotocalchi (Paris Match, Elle, Te'le' 7
> jours, Pariscope...), controlla inoltre la distribuzione dei giornali
> attraverso i punti di vendita Relay e le Nouvelles Messageries de la Presse > Parisienne (Nmpp) e ha rilevato il gruppo editoriale Vup (Larousse, Robert
> Laffont, Bordas...); divenuto cosi' uno dei giganti della comunicazione
> europea, non nasconde piu' l'ambizione di fagocitare Canal Plus e
> l'emittente pubblica francese France 2.
> Questi due gruppi - Dassault e Lagarde're - che dominano ormai i media
> francesi, hanno in comune l'inquietante carat-teristica di essersi
> costituiti intorno a una societa' centrale, la cui principale attivita' si
> esplica nel campo militare (caccia, elicotteri, missili, razzi, satelliti). > Un'antica preoccupazione si e' dunque trasformata in realta': alcuni dei
> piu' importanti media sono ormai nelle mani dei mercanti di cannoni. Nel
> momento in cui sale la tensione nei confronti dell'Iraq, possiamo supporre
> che questi media non si opporranno strenuamente a un intervento militare
> contro Baghdad...
> I voraci appetiti dei nuovi imperatori dei media spingono altre
> pubblicazioni a cercare di raggiungere le dimensioni critiche per sfuggire
> all'assoggettamento.
> Ad esempio, recentemente il gruppo Le Monde (2) si e' avvicinato alle
> pubblicazioni di Vie catholique (Te'le'rama, La Vie), di cui ha acquistato
> il 30% del capitale, cosi' come al settimanale Le Nouvel Observateur, e si
> prepara a collocare una parte del suo capitale in borsa. Tutte queste
> concentrazioni minacciano il pluralismo della stampa.
> E inducono a privilegiare la redditivita'. I posti di comando vengono
> assegnati a manager preoccupati soprattutto di rispondere alle esigenze dei > fondi d'investimento, che detengono parte dei capitali. Questi fondi
> "puntano su tassi di ritorno dei loro investimenti del 20-30%, in base al
> livello di rischio degli attivi, dato che la stampa e' considerata un
> settore piuttosto rischioso", e non esitano a esigere misure di
> "snellimento del personale (3)". Uno dei diritti piu' preziosi dell'essere
> umano e' quello di comunicare liberamente i propri pensieri e le proprie
> opinioni. Nelle societa' democratiche, la liberta' di parola non solo e'
> garantita, ma e' anche accompagnata da un altro diritto fondamentale:
> quello di essere bene informati. Ora, questo diritto e' messo a repentaglio > dalla concentrazione dei media e dalla fusione di giornali un tempo
> indipendenti, in seno a gruppi divenuti egemoni. Si puo' tollerare di
> vedersi cosi' sottrarre la liberta' di stampa? E accettare che
> l'informazione sia ridotta al rango di una merce qualsiasi?
>
>
> note:
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>
> (1) Si legga Ignacio Ramonet, La tirannia della comunicazione, Asterios, 1999. >
> (2) Questo gruppo detiene il 51% del capitale di Le Monde diplomatique
> S.A.; in piu', controlla, oltre al quotidiano Le Monde, le riviste Courrier > International, Cahiers du Cine'ma e il quotidiano regionale Midi-Libre.
>
> (3) Strate'gies, Parigi, 30 novembre 2001.
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