[Lecce-sf] Fw: Piccoli passi verso la barbarie

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Autore: Carlo Mileti
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Oggetto: [Lecce-sf] Fw: Piccoli passi verso la barbarie
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ricevo e inoltro


----- Original Message -----=20
From: Luigi De Paoli=20
To: Undisclosed-Recipient:;=20
Sent: Sunday, March 09, 2003 10:20 AM
Subject: Fw: Piccoli passi verso la barbarie



Carissimi/e, vi allego un articolo di Enzo Bianchi, che non mancher=E0 =
di suscitare molto interesse e molte discussioni. Pace e Bene, Gigi
___________________________________________


RITORNO DELLE TRIB=D9, FETICISMO DELLE ETNIE: NON CURIOSIT=C0 =
FOLKLORISTICHE MA MINACCE PER IL FUTURO=20
Piccoli passi verso la barbarie=20
di Enzo Bianchi
(Priore della Comunit=E0 Monastica di Bose)
da 'La Stampa' - 28/2/2003 - Sezione: Cultura Pag. 23 - www.lastampa.it

ORMAI non passa giorno senza che qualcuno evochi, invochi o rigetti =
l'idea di uno =ABscontro di civilt=E0=BB imminente o gi=E0 in atto. E =
tutta l'attenzione sembra rivolta al primo termine, lo =ABscontro=BB, =
contrapposto a un pi=F9 auspicabile incontro o dialogo o confronto. Mi =
pare ci si interroghi molto meno sul secondo aspetto, la =
=ABcivilt=E0=BB, quasi si trattasse di una conquista assodata e =
irreversibile e non fossero, invece, presenti nelle nostre societ=E0 =
preoccupanti segni di regressione della civilt=E0 verso la =
=ABbarbarie=BB. In Francia, negli ultimi anni sono apparsi diversi libri =
su questo argomento e si =E8 avviato un fecondo dibattito: il saggio di =
Michel Henry (La barbarie, PUF 1987) ha suscitato una vasta e duratura =
eco che ha condotto altri a riprendere con forza la tematica sotto =
diverse angolature (cfr. Jean-Fran=E7ois Matt=E9i, La barbarie =
int=E9rieure. Essai sur l'immonde moderne, PUF 1999), arricchendo cos=EC =
le proprie e le altrui riflessioni: non a caso Henry ha voluto rivedere =
il suo testo e aggiungervi una densa prefazione nel 2001, e altrettanto =
ha fatto Matt=E9i nello stesso anno. Pi=F9 recentemente ancora Guy Coq, =
intervistato da Isabelle Richeb=E9, ha acutamente analizzato il =
diffondersi di una serie di comportamenti quotidiani che rappresentano =
=ABpiccoli passi verso la barbarie=BB (Petits pas vers la barbarie..., =
Presses de la Renaissance 2002). S=EC, mi pare evidente, ed =E8 per me =
fonte di sofferenza prima che motivo di denuncia, che la nostra =
societ=E0 sta facendo passi decisi verso la barbarie e che regressione e =
involuzione sono presenti in tutti i cammini che abbiamo cercato di =
percorrere dal dopoguerra in poi: c'=E8 indifferenza verso i valori =
della democrazia, fuga riguardo all'impegno nella polis, disinteresse =
per qualsiasi orizzonte comunitario, addirittura volgarit=E0 nel =
confronto sociale. Sembra che in certi ambienti, soprattutto politici, =
si sia arrestato ogni cammino di umanizzazione: come =E8 possibile che =
questo sia avvenuto? Com'=E8 possibile il sistematico insulto, =
l'ostentato disprezzo verso l'altro, lo straniero, l'immigrato presente =
in mezzo a noi? Com'=E8 possibile la continua demonizzazione del =
diverso, come se fosse l'incarnazione del male? Com'=E8 possibile la =
violenta aggressivit=E0 che ogni giorno ci viene presentata dagli =
schermi televisivi e che finisce per contagiare persino i rapporti =
familiari?=20
Nella premessa alla nuova edizione del suo saggio, Henry coglie la =
novit=E0 dell'imbarbarimento contemporaneo, rispetto ad altre epoche =
=ABoscure=BB della storia, nell'emergere di =ABuna tecnica finora =
sconosciuta=BB, che pare agire spinta solo da =ABuna sorta di voto =
satanico: tutto ci=F2 che pu=F2 essere fatto nell'universo cieco delle =
cose, deve essere fatto, senza nessun=B4altra considerazione - tranne, =
forse, quella del profitto=BB, rendendo cos=EC =ABil nostro mondo =
inumano nel suo stesso principio=BB (p. 4). Un'osservazione amara che =
vede nell'=ABipersviluppo di un ipersapere... la rottura completa con le =
conoscenze tradizionali dell'umanit=E0=BB e con quell'equilibrio in cui =
=ABil sapere produceva il bene, il quale produceva il bello, mentre il =
sacro illuminava ogni cosa=BB (p. 10).=20
Per Matt=E9i, l'uomo contemporaneo si =E8 separato dalla trascendenza =
del senso e ha cos=EC generato le forme pi=F9 aberranti di =
frammentazione psicologica e sociale. La barbarie che avanza - come il =
deserto di Nietzsche - segna il fallimento dell'universale nell'im-mondo =
moderno ed =E8 riconoscibile da quattro elementi: =ABil misconoscimento =
della bellezza di un'opera, cio=E8 l'ignoranza; il diniego di ci=F2 che =
=E8 elevato, cio=E8 la pretesa; l'incapacit=E0 di compiere un gesto =
creatore, cio=E8 l'impotenza; la volont=E0 confusa di distruzione, =
cio=E8 la regressione=BB (pp. 6-7). Queste analisi, oltre che cupe =
perch=E9 prive di sbocchi, non sono schermaglie di idee al di sopra =
delle nostre teste e del nostro vissuto quotidiano, ma la lettura di =
realt=E0 che viviamo giorno dopo giorno e del modo in cui le =
affrontiamo, e sono esse che determinano la vitalit=E0 o meno della =
nostra cultura e della nostra convivenza sociale. Barbarie, infatti, =E8 =
ci=F2 che non =E8 ancora o non =E8 pi=F9 =ABcoltivato=BB, ci=F2 che =
rimane o ritorna allo stadio della pura emotivit=E0, dell'istinto =
animale, ci=F2 che degenera e inselvatichisce per mancanza di criteri e =
di valori che permettano di discernere cosa =E8 bello e buono per il =
singolo individuo e per l'umanit=E0 intera. Si pu=F2 essere membri di =
una societ=E0 senza coltivare un certo senso dell'appartenenza, senza =
cercare anche un'identit=E0 collettiva? Solo con una memoria comune e =
un'appartenenza plurale ma condivisa si pu=F2 edificare un avvenire =
comune. Invece sembriamo incapaci di una politica di una memoria, =
giusta, elaborata nel confronto: l'esempio della barbarie manifestatasi =
nel disfacimento della Jugoslavia dovrebbe farci capire che memoria non =
=E8 fissazione sui torti subiti nel passato n=E9 deformazione degli =
eventi, ma rielaborazione condivisa delle ferite inferte o ricevute. =C8 =
invece la caricatura della memoria, la ghettizzazione della storia che =
forniscono gli alibi alla barbarie: assistiamo cos=EC al ritorno delle =
trib=F9, ai miti del sangue e della razza, alla tirannia di gruppi =
chiusi su se stessi che si autodefiniscono contro l'unit=E0 della =
societ=E0 e della nazione. Xenofobie tribali e feticismo delle etnie non =
sono allora amene curiosit=E0 folkloristiche, bens=EC una minaccia per =
il futuro dell'Europa e una premessa ideologica alle pulizie etniche. =
Anche per questo diventano importanti quei =ABpiccoli passi=BB su cui =
concentra la sua attenzione Guy Coq: gesti apparentemente =
insignificanti, compiuti senza pensarci troppo o, magari, convinti che =
=ABnon sono poi cos=EC gravi=BB, ma che di fatto avvelenano la nostra =
convivenza civile, svuotano la democrazia, sviliscono la politica, =
favoriscono la violenza privata e istituzionale, minano il concetto =
stesso di giustizia, deformano la libert=E0. Gli ambiti di questa lotta =
tra barbarie e civilt=E0 vanno dal personale al collettivo, dal locale =
all'universale e investono i rapporti familiari come il sistema =
scolastico, l'erosione della democrazia come la bioetica, i diritti =
dell'uomo e la pace, la risposta al terrorismo e la ricerca di una =
speranza non utopica. Ed =E8 chiaro che in societ=E0 culturalmente =
indebolite e sempre pi=F9 individualiste si hanno meno anticorpi contro =
il ritorno del =ABcapo=BB, dell'=ABUnto=BB, dell'=ABuomo della =
Provvidenza=BB: scomparse le mediazioni sociali, il fascino mediatico =
esercita un dolce dispotismo che favorisce il bisogno e il culto del =
Capo. Eliminato il faticoso progetto politico comune, nell'immaginario =
rimane spazio solo per il dolce tiranno.=20
Analisi insieme lucide e amare, che si devono per=F2 tradurre in un =
vibrante appello alla vigilanza, al non rassegnarsi alla =
parcellizzazione dell'individuo, al lavorare con rinnovato vigore alla =
custodia dei rapporti interpersonali e sociali. Coq ci mette in guardia =
contro =ABil rischio di credere che sono gli altri e non noi a poter =
cadere nella barbarie=BB e demistifica la credenza in una societ=E0 =
perfetta, rifiutando cos=EC ogni utopia, ma invitando nel contempo a =
resistere contro la barbarie: questa resistenza - possibile, necessaria =
e doverosa - potr=E0 allora =ABanimare una nuova cultura =
dell'impegno=BB. Occorre la vigilanza di uomini e donne che non =
rinunciano a pensare, occorre l'impegno di =ABsentinelle=BB - come =
Giovanni Paolo II ha voluto chiamare i cristiani in quest'ora difficile: =
sentinelle del dialogo, del confronto, dei diritti, della pace. S=EC, =
perch=E9 la barbarie non =E8 una fatalit=E0.

------=_NextPart_000_01D8_01C2E70C.355FF4A0
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o gi=E0 in atto. E tutta l'attenzione sembra rivolta al primo termine, =
lo=20
=ABscontro=BB, contrapposto a un pi=F9 auspicabile incontro o dialogo o =
confronto. Mi=20
pare ci si interroghi molto meno sul secondo aspetto, la =
=ABcivilt=E0=BB, quasi si=20
trattasse di una conquista assodata e irreversibile e non fossero, =
invece,=20
presenti nelle nostre societ=E0 preoccupanti segni di regressione della =
civilt=E0=20
verso la =ABbarbarie=BB. In Francia, negli ultimi anni sono apparsi =
diversi libri su=20
questo argomento e si =E8 avviato un fecondo dibattito: il saggio di =
Michel Henry=20
(<CF82>La barbarie</B>, PUF 1987) ha suscitato una vasta e duratura eco =
che ha=20
condotto altri a riprendere con forza la tematica sotto diverse =
angolature (cfr.=20
Jean-Fran=E7ois Matt=E9i, <CF82>La barbarie int=E9rieure. Essai sur =
l'immonde=20
moderne</B>, PUF 1999), arricchendo cos=EC le proprie e le altrui =
riflessioni: non=20
a caso Henry ha voluto rivedere il suo testo e aggiungervi una densa =
prefazione=20
nel 2001, e altrettanto ha fatto Matt=E9i nello stesso anno. Pi=F9 =
recentemente=20
ancora Guy Coq, intervistato da Isabelle Richeb=E9, ha acutamente =
analizzato il=20
diffondersi di una serie di comportamenti quotidiani che rappresentano =
=ABpiccoli=20
passi verso la barbarie=BB (<CF82>Petits pas vers la barbarie</B>..., =
Presses de=20
la Renaissance 2002). <CW-12>S=EC, mi pare evidente, ed =E8 per me fonte =
di=20
sofferenza prima che motivo di denuncia, che la nostra societ=E0 sta =
facendo passi=20
decisi verso la barbarie e che regressione e involuzione sono presenti =
in tutti=20
i cammini che abbiamo cercato di percorrere dal dopoguerra in poi: c'=E8 =

indifferenza verso i valori della democrazia, fuga riguardo all'impegno =
nella=20
<CF82>polis</B>, disinteresse per qualsiasi orizzonte comunitario, =
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volgarit=E0 nel confronto sociale. Sembra che in certi ambienti, =
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politici, si sia arrestato ogni cammino di umanizzazione: come =E8 =
possibile che=20
questo sia avvenuto? Com'=E8 possibile il sistematico insulto, =
l'ostentato=20
disprezzo verso l'altro, lo straniero, l'immigrato presente in mezzo a =
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Com'=E8 possibile la continua demonizzazione del diverso, come se fosse=20
l'incarnazione del male? Com'=E8 possibile la violenta aggressivit=E0 =
che ogni=20
giorno ci viene presentata dagli schermi televisivi e che finisce per =
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persino i rapporti familiari? <BR><CW-14>Nella premessa alla nuova =
edizione del=20
suo saggio, Henry coglie la novit=E0 dell'imbarbarimento contemporaneo, =
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ad altre epoche =ABoscure=BB della storia, nell'emergere di =ABuna =
tecnica finora=20
sconosciuta=BB, che pare agire spinta solo da =ABuna sorta di voto =
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(p. 4).=20
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completa con le conoscenze tradizionali dell'umanit=E0=BB e con =
quell'equilibrio in=20
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illuminava ogni cosa=BB (p. 10). <BR>Per Matt=E9i, l'uomo contemporaneo =
si =E8=20
separato dalla trascendenza del senso e ha cos=EC generato le forme =
pi=F9 aberranti=20
di frammentazione psicologica e sociale. La barbarie che avanza - come =
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un'opera, cio=E8 l'ignoranza; il diniego di ci=F2 che =E8 elevato, =
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l'incapacit=E0 di compiere un gesto creatore, cio=E8 l'impotenza; la =
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di distruzione, cio=E8 la regressione=BB (pp. 6-7). Queste analisi, =
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viviamo=20
giorno dopo giorno e del modo in cui le affrontiamo, e sono esse che =
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sociale.=20
Barbarie, infatti, =E8 ci=F2 che non =E8 ancora o non =E8 pi=F9 =
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discernere cosa =E8 bello e buono per il singolo individuo e per =
l'umanit=E0 intera.=20
Si pu=F2 essere membri di una societ=E0 senza coltivare un certo senso=20
dell'appartenenza, senza cercare anche un'identit=E0 collettiva? Solo =
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memoria comune e un'appartenenza plurale ma condivisa si pu=F2 edificare =
un=20
avvenire comune. Invece sembriamo incapaci di una politica di una =
memoria,=20
giusta, elaborata nel confronto: l'esempio della barbarie manifestatasi =
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disfacimento della Jugoslavia dovrebbe farci capire che memoria non =E8 =
fissazione=20
sui torti subiti nel passato n=E9 deformazione degli eventi, ma =
rielaborazione=20
condivisa delle ferite inferte o ricevute. =C8 invece la caricatura =
della memoria,=20
la ghettizzazione della storia che forniscono gli alibi alla barbarie:=20
assistiamo cos=EC al ritorno delle trib=F9, ai miti del sangue e della =
razza, alla=20
tirannia di gruppi chiusi su se stessi che si autodefiniscono contro =
l'unit=E0=20
della societ=E0 e della nazione. Xenofobie tribali e feticismo delle =
etnie non=20
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il futuro=20
dell'Europa e una premessa ideologica alle pulizie etniche. Anche per =
questo=20
diventano importanti quei =ABpiccoli passi=BB su cui concentra la sua =
attenzione Guy=20
Coq: gesti apparentemente insignificanti, compiuti senza pensarci troppo =
o,=20
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avvelenano la=20
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giustizia, deformano la libert=E0. Gli ambiti di questa lotta tra =
barbarie e=20
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i rapporti familiari come il sistema scolastico, l'erosione della =
democrazia=20
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societ=E0=20
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dispotismo che favorisce il bisogno e il culto del Capo. Eliminato il =
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progetto politico comune, nell'immaginario rimane spazio solo per il =
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tradurre in un=20
vibrante appello alla vigilanza, al non rassegnarsi alla =
parcellizzazione=20
dell'individuo, al lavorare con rinnovato vigore alla custodia dei =
rapporti=20
interpersonali e sociali. Coq ci mette in guardia contro =ABil rischio =
di credere=20
che sono gli altri e non noi a poter cadere nella barbarie=BB e =
demistifica la=20
credenza in una societ=E0 perfetta, rifiutando cos=EC ogni utopia, ma =
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dell'impegno=BB.=20
Occorre la vigilanza di uomini e donne che non rinunciano a pensare, =
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l'impegno di =ABsentinelle=BB - come Giovanni Paolo II ha voluto =
chiamare i=20
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