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Giornalisti di guerra: falsità e propaganda?
I giornalisti americani stanno lottando come tigri per unirsi al
"contingente" ed essere "immessi" nelle forze militari USA per assistere
alla guerra in prima persona. <br> di <a
href="
http://www.infocity.go.it/pwp.php?id=143">Giuseppe Serrone</a>
I giornalisti americani stanno lottando come tigri per unirsi al
"contingente" ed essere "immessi" nelle forze militari USA per assistere
alla guerra in prima persona. All''inizio del 2003 i ranghi compatti delle
reti televisive americane si sono riversati in Kuwait per ingraziarsi le
truppe USA, alla ricerca di quelle bramate posizioni nel contingente, per
provare le armi o le divise ed assicurarsi che, se o quando il giorno verrà,
potranno fare il servizio che ogni giornalista ed ogni generale desiderano:
pochi fatti, belle immagini e niente di sporco che possa far vomitare gli
spettatori mentre fanno colazione. I giornalisti devono essere
"incorporati" nelle unità militari. Le paure del comando centrale di Tampa,
in Florida, sono che Saddam possa commettere una qualche atrocità, un
attacco con gas contro gli sciiti, un bombardamento aereo di civili iracheni
per poi dare la colpa agli americani. I giornalisti nel "contingente"
possono perciò essere portati di corsa sul posto per dimostrare che le
uccisioni sono il lavoro ignobile della Bestia di Baghdad piuttosto che il
"danno collaterale". <br /> Allora guardiamo bene, in quanto a falsità e
propaganda, sugli schermi una volta che la guerra del Golfo 2 dovesse avere
inizio.
Giuser
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