[Lecce-sf] uno scivolone in conferenza...

Üzenet törlése

Válasz az üzenetre
Szerző: Alessandro Presicce
Dátum:  
Tárgy: [Lecce-sf] uno scivolone in conferenza...
Non che voglia aprire polemiche, ma ritengo la chiarezza e la sincerità un
elemento costruttivo.

Sebbene fortunatamente non riportato da nessun organo di stampa, ritengo che
sia stato un grave errore (in buona fede, per carità), durante la nostra
conferenza di martedì scorso, citare il cardinale Pio Laghi .

Sono rimasto esterrefatto quando ho sentito che è stato nominato dal Papa
come ambasciatore nella crisi iraquena.
Lo dico a chiare lettere: Pio Laghi non è un uomo di pace!

Egli infatti fu nunzio apostolico in Argentina durante una delle più
violente e sanguinarie dittature del pianeta.
Egli fu connivente e tacque pur sapendo delle atrocità, dei desaparecidos,
dei "voli d'angelo", ecc.
Vi dicono niente le madri di Plaza de Mayo? Ebbene chiesero esplicitamente
un processo per Pio Laghi.

Per documentarci basta inserire il nome in Google o partire da qui:
http://www.ecn.org/asicuba/articoli/madres.htm
Copio in calce un comunicato su Pio Laghi, non di pericolosi terroristi, ma
dei Beati Costruttori di pace di Pordenone.

Certa gente non dovrebbe essere nemmeno nominata nella nostra sede, nemmeno
se nominata dal Papa!
Meno male, ripeto, che nessun organo lo ha riportato, ma facciamo più
attenzione.

Alessandro

---------------------------------

A proposito di Pio Laghi*

Nei giorni scorsi, la stampa ha dato molto rilievo alla minaccia di
manifestazioni contro il cardinale Pio Laghi da parte di pacifisti
contestatori. Sappiamo che ciò ha preoccupato molto i frati francescani e ne
siamo dispiaciuti. Non è nostra intenzione, lo abbiamo detto fin dall'
inizio, contestare né la Chiesa, né gli organizzatori della processione. Al
tempo stesso, la presenza del cardinale Pio Laghi non può essere passata
sotto silenzio.
Ai più, il nome di Pio Laghi non dice niente; eppure sono molte le
testimonianze, tra cui quelle di parecchi religiosi, che lasciano dubbi
inquietanti sul ruolo da lui svolto, mentre era Nunzio Apostolico in
Argentina, a sostegno della dittatura in una delle più sanguinose pagine
della storia di quel paese.

Non spetta a noi, né ci interessa, giudicare la coscienza altrui. A questo
penserà Dio, nella Sua infinita misericordia. Non ci interessa né condannare
né chiedere vendetta. Crediamo nel valore della riconciliazione,
ma questa può passare solo attraverso l'accettazione della verità e non
attraverso la sua rimozione. Non fa piacere dirlo, ma la figura di Pio Laghi
resta emblematica di una Chiesa schierata dalla parte degli
oppressori anziché degli oppressi.
E' notorio che Pio Laghi è stato amico intimo del generale Massera, membro
della Giunta Militare. E' molto difficile credere quindi che non sapesse che
i militari in quegli anni erano impegnati in una "sporca guerra" contro i
movimenti popolari che rivendicavano pace e giustizia sociale, una guerra
che causò oltre 30.000 "desaparecidos", per non parlare degli innumerevoli
casi di omicidi, torture e stupri.

Non poteva non sapere. Ma tacque. E cercò di far tacere anche quanti, dentro
e fuori la Chiesa, denunciavano quel che stava avvenendo. Non solo lavorò
attivamente per smentire le innumerevoli denunce dei familiari delle
vittime del terrorismo di Stato e i rapporti di organizzazioni nazionali e
internazionali per i diritti umani, ma si spese per fornire una copertura
ideologica alla dittatura, impegnata - a suo dire - a debellare il comunismo
ateo che minacciava Dio e la Patria.
Chissà, forse Pio Laghi e buona parte dell'episcopato argentino pensavano
che la vita di qualche migliaio di persone fosse un prezzo accettabile per
difendere i privilegi della Chiesa, quando davano istruzioni ai cappellani
militari non solo di coprire col silenzio esecuzioni e torture ma anche di
confortare spiritualmente gli autori di quei crimini. Se così fosse, si
saranno accorti che in questo modo stavano seguendo le orme di Caifa e del
Sinedrio, che non si fecero alcuno scrupolo a mandare a morte Gesù Cristo
pur di difendere il loro potere?

Crediamo che la Chiesa debba inserire, fra le pagine del suo 'mea culpa',
anche il sostegno che troppe volte nel passato ha fornito al potere. Il
popolo di Dio in America Latina ha dato al mondo martiri come mons. Oscar
Romero e limpidi testimoni di fede come dom Helder Camara e mons. Samuel
Ruiz. Ma questo non può far dimenticare tutte le volte che la Chiesa ha
taciuto o peggio ancora si è schierata esplicitamente dalla parte del
potere.
Il Vangelo ci chiede una inequivocabile scelta di campo a favore dei poveri,
ci chiede di impegnarci fino in fondo per la giustizia, per la dignità, per
la vita di ogni uomo e di ogni donna. Come può la Chiesa porsi quale
testimone credibile di questo Lieto Annunzio, se non trova il coraggio e la
forza di fare i conti con la propria storia?

Come potremo implorare l'ascolto di Maria nostra Madre, che ha visto suo
Figlio appeso alla croce, se non diamo ascolto noi per primi al dolore delle
Madres di Plaza de Mayo, che da vent'anni reclamano giustizia per i loro
figli "desaparecidos"? Come potremo chiedere la Sua intercessione se noi per
primi non prendiamo fino in fondo le distanze dalle strutture del potere
economico, politico, militare e religioso che - così come duemila anni fa ha
messo a morte Suo Figlio - ancor oggi crocifigge l'esistenza di gran parte
dell'umanità?

Beati i Costruttori di Pace - gruppo di Pordenone

* le informazioni sul ruolo di Pio Laghi nella repressione in Argentina sono
tratte da una serie di articoli pubblicati da "Adista" nel maggio 1997, in
occasione di una circostanziata denuncia penale contro Pio Laghi presentata
dall'Associazione delle Madri di Plaza de Mayo all'allora ministro della
giustizia Flik. Da quel che ne sappiamo, la denuncia non ha avuto seguito,
grazie all'immunità garantita ai cardinali dal Concordato.