[Lecce-sf] Il ''flop'' della sanatoria

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Autor: luisa rizzo
Data:  
Asunto: [Lecce-sf] Il ''flop'' della sanatoria
From: "Rolando A.Borzetti" <raborzetti@???>
To: <dw-intercultura@???>
Sent: Wednesday, March 05, 2003 6:44 PM
Subject: [dw-intercultura] Il ''flop'' della sanatoria

dal Redattore Sociale

L'Ares ( http://www.ares2000.net ) fa un bilancio della Bossi-Fini a sei
mesi dall'entrata in vigore. Aumentano sbarchi (+35%) e arrivi di
clandestini. Il ''flop'' della sanatoria: per evadere le domande
servirebbero 19 anni

A sei mesi dall'entrata in vigore della legge 189/2002 (la Bossi-Fini), l'
Ares ha tracciato un primo bilancio sugli effetti della norma: quali
conseguenze sulle condizioni degli immigrati nel nostro paese nei vari
settori della vita sociale, dal mercato del lavoro alla salute, dalle
abitazioni ai centri di "accoglienza", dal soggiorno alle espulsioni, dai
rifugiati all' emergenza guerra-terrorismo? Il bilancio è contenuto nel
rapporto di Ares, che in sintesi evidenzia un aumento degli ingressi di
clandestini in Italia negli ultimi sei mesi, così come un aumento degli
sbarchi irregolari (+35%). Ecco, comunque, ciò che emerge dalla ricerca.

Per ciò che concerne il mercato del lavoro, viene ricordato come una delle
innovazioni più importanti contenute nella 189 è stata la sostituzione del
permesso di soggiorno per motivi di lavoro col "contratto di soggiorno".
Tali restrizioni negli ingressi e nel soggiorno in Italia hanno avuto nei
primi mesi di applicazione della legge alcune rilevanti conseguenze: "Le
procedure farraginose ed insensate(...) hanno incentivato, in carenza di
altra via legale praticabile, l'afflusso di clandestini. Da notizie filtrate
attraverso le associazioni di immigrati, si può stimare che gli arrivi
clandestini in Italia, nonostante i blocchi navali, nonostante gli accaniti
rastrellamenti, abbiano superato negli ultimi 6 mesi le 50.000 unità, mentre
gli ingressi regolari non siano superiori al 2% di tale cifra". Altra
conseguenza rilevata dall'Ares è la precarizzazione e comunque il
peggioramento delle condizioni lavorative degli immigrati, "ridotti a mera
forza di lavoro sfruttabile, perché ricattabile a piacimento (tanto più se
clandestina)". A fronte del costo della vita in continua crescita, il costo
del "lavoro migrante", nei mesi considerati ha subito un sostanziale
abbassamento. Secondo alcune stime il salario di un "clandestino" sarebbe
inferiore del 20-30% rispetto a quello di un regolare; il che non può non
ripercuotersi sul livello salariale dei lavoratori italiani. Inoltre, l'
istituzionalizzazione da del contratto di soggiorno ha avuto come risultato
quello di rallentare il processo di integrazione.

Passiamo alla sanatoria, definito dall'Ares un "flop pilotato". Le domande
di emersione sono state 697.000, ma le pratiche di regolarizzazione vanno
avanti con il contagocce. I casi definiti dalle Prefetture sono poche
migliaia. I tempi, a detta delle stesse autorità preposte, si annunciano
come biblici, non inferiori ai tre anni. Particolarmente grave la situazione
di Roma: le domande presentate alla Prefettura ammontano a 108.377, di
contro i permessi finora rilasciati sono appena 1000 e tali pratiche vengono
esaminate al ritmo di 20 al giorno. "Se le cose continueranno in questo modo
l'espletamento di tutte le pratiche si realizzerà fra 19 anni! Intanto i
circa 600 mila regolarizzandi vivono in una specie di limbo senza diritti
elementari quali quello all'unità familiare o quello al lavoro. Sono stati
peraltro segnalati numerosi casi di espulsioni di immigrati che avevano
fatto domanda di regolarizzazione, e questo nonostante la legge preveda in
questi casi la sospensione del provvedimento di espulsione anche in in
presenza di precedenti denunce. E secondo Bachu, rappresentante di Dumcatu,
una grossa associazione di migranti pachistani, sarebbe salito (da 3000 a
4000 euro) il prezzo che gli immigrati privi di permesso devono pagare per
trovare un "datore di lavoro" compiacente, disponibile a certificare un
contratto di lavoro". L'Ares riporta anche una stima della Uil secondo cui,
malgrado la sanatoria, un lavoratore extracomunitario su cinque continua a
lavorare in nero a Milano. Si tratta del 20% del totale dei lavoratori
immigrati con punte che arrivano al 50% in alcuni settori. Il fenomeno del
lavoro nero si concentra infatti nei settori della ristorazione, dell'
edilizia e della pulizia e facchinaggio. Nell'edilizia, dove su 44.000
addetti circa 7.000 sono lavoratori extracomunitari, solo 1000/1500 hanno
usufruito della sanatoria, ma un altro 20% continua a lavorare in nero. La
situazione non è certo migliore nel Nord-Est dove il lavoro nero degli
immigrati si aggira tra il 18 e il 22%. Mentre in alcune zone del meridione
(Salento, Sicilia), specie per i lavori stagionali in agricoltura viene
ancora segnalato il fenomeno del caporalato.

Sempre secondo l'Ares, la nuova legge ignora l'imprenditoria degli
immigrati, dando per scontato che in Italia per gli immigrati non vi siano
possibilità di sopravvivenza diverse dalla sottoposizione ad un datore di
lavoro. Solo incidentalmente nella legge si parla di lavoro autonomo
(art.26), per precisare che il visto d'ingresso in Italia per lavoro
autonomo, nei limiti numerici dei flussi previsti (e il successivo decreto
15.10.2002 ne prevede 2000), è rilasciato dalla rappresentanza diplomatica
dopo l'accertamento della sussistenza dei requisiti per svolgere tale
attività.

Aumentano gli sbarchi. Secondo l'Ares, dall'entrata in vigore della nuova
legge, "malgrado le statistiche trionfalistiche e la "stretta" sui controlli
di frontiera, continuano ad arrivare in Italia migliaia di profughi e di
immigrati esclusi da qualunque possibilità di ingresso legale e dunque
costretti alla clandestinità". Nei sei mesi di applicazione della Bossi-Fini
gli sbarchi sono aumentati del 35% rispetto al corrispondente periodo dell'
anno precedente. A fine settembre 2002 erano sbarcati 16.500 clandestini,
rispetto ai 12.000 dell'anno precedente. Successivamente, anche a novembre
e dicembre vi sono stati nuovi sbarchi, in Calabria, in Puglia, ma
soprattutto in Sicilia.". Contemporaneamente, nei sei mesi considerati si
sono susseguite operazioni di polizia e retate di ogni genere. "Negli ultimi
mesi sono stati segnalati molti casi (in particolare a Bologna) di immigrati
espulsi ancor prima che il magistrato convalidasse il fermo presso il centro
di permanenza temporanea. Proprio a Bologna una ragazza rumena è stata
riaccompagnata in patria con i voli organizzati dalla questura, nonostante
il giudice avesse annullato il provvedimento di trattenimento eseguito il
giorno prima". Inoltre, con cadenza quasi settimanale in questi sei mesi
sono partiti i voli charter organizzati dal Ministero degli Interni per
rimpatriare centinaia di prostitute straniere entrate in Italia
illegalmente. Il rimpatrio con il charter segue quasi sempre la conclusione
di un'indagine o di una semplice operazione antiprostituzione. I "voli della
vergogna", così vengono definiti, sarebbero stati 22 negli ultimi sei mesi.

Dopo aver parlato di "inchieste bidone", l'Ares evidenzia come un'indagine
ad hoc sarebbe necessaria per monitorare le condizioni degli immigrati
rispetto alla salute ed alla assistenza sanitaria. "Come è noto la legge, ed
anche la Bossi-Fini prevede l'erogazione dell'assistenza sanitaria di base
soltanto ai lavoratori immigrati regolari e loro famiglie. Agli immigrati
non regolari vengono erogate soltanto le cure urgenti ospedaliere".

R.A.B.



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