[NuovoLaboratorio] riecco le BR

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leggo con particolare sorpresa la mail intitolata NO AL TERRORISMO
firmata "menene" (dp).
La trovo un cumulo di insulti e basta. Non mi sembra questo il modo di
cercare di capire un fenomeno che - pur nelle sue dimensioni di estrema
minoranza, di confusione politica e di oggettiva provocatorietà - accompagna
la vita politica italiana da almeno 30 anni.
Mi sembra poco serio accomunare le stragi di destra (terrorismo
indiscriminato) che sono state effettuate in Italia negli anni '70 grazie
alle coperture degli organi di stato (dalla magistratura ai servizi) con gli
episodi di lotta armata che hanno visto protagonisti più di 4000
(quattromila) militanti delle formazioni di sinistra.
Per essere in disaccordo con quanti ancora oggi credono di lottare per un
mondo migliore con una pistola in mano - non è necessario creare ancora più
confusione e sbagliare totalmente analisi. In questo modo si radicalizzano
solo le posizioni e la spirale che si innesca non troverà più fine.
Occorre invece analizzare con serietà questi fenomeni, capirne le radici e
le motivazioni che possono spingere alcuni a imbracciare quella tragica via
che è stata smentita inequivocabilmente dalla storia. Per battere queste
tendenze neo-brigatiste occorre molta lucidità e soprattutto la capacità di
capire come il potere può strumentalizzare queste vicende per rivoltarle
contro il movimento.
Occorre un sano dibattito, una rilettura seria degli anni '70 e anche una
lettura seria dei documenti che i neo-brigatisti producono e diffondono
anche su internet. Sono usciti a questo proposito almeno tre libri
interessanti per capire e interpretare l'analisi fatta da costoro e le loro
possibili scelte future.
In altre parole spero che il movimento non si appiattisca sulle stesse
posizioni del governo, delle Fd'o e dei servizi.
Capire per combattere meglio queste tendenze vuol dire studiare, conoscere
la storia, avere il coraggio di ammettere che purtroppo il brodo primordiale
in cui navigano questi signori è ancora quello degli anni '70. Sicuramente
un brodo più ristretto ma che pur sempre trae origini dalla tradizione della
sinistra operaista nata alla fine degli anni '50.
Ocorre un dibattito serio, anzi una serie di dibattiti. Esistono montagne di
libri e di video e nel mondo universitario ci sono vari docenti che
sarebbero disponibili a promuovere incontri e seminari.
Propongo che vengano presi contatti e che si definisca un calendario di
discussioni sugli anni '70 e il loro pesante fardello.
Se ci sono compagni disposti a costruire questo percorso che si facciano
vivi in rete

ciao e grazie
Riccardo Navone