Auteur: Verdi Lecce Date: Sujet: [Lecce-sf] Fwd: Re: [lecce_cittaplurale] IMPORTANTE!adesioni Lettera
aperta a Berlusconi: M
>From: Famiglia Bidetti <fam.bidetti@???>
>To: "Verdi Lecce" <verdicomlecce@???>
>Subject: Re: [lecce_cittaplurale] IMPORTANTE!adesioni Lettera aperta a
>Berlusconi: Medic
>Date: Sat, 1 Mar 2003 20:30:42 +0100
>
>Sono un medico di base a Sannicola (Lecce) ed aderisco alla lettera aperta
>a Berlusconi.
>A Sannicola sono anche il Sindaco.
>Buon lavoro per la PACE.
>Dott. Sergio Bidetti
>
>
>
>>
>>
>>
>>
>>>From: "marilena" <carbomari@???>
>>>Reply-To: lecce_cittaplurale@???
>>>To: <lecce_cittaplurale@???>
>>>Subject: [lecce_cittaplurale] IMPORTANTE!adesioni Lettera aperta a
>>>Berlusconi: Medici italiani contro la guerra
>>>Date: Mon, 24 Feb 2003 19:21:06 +0100
>>>
>>>
>>>----- Original Message -----
>>>From: "Carlo Mileti" <siempre@???>
>>>To: <forumlecce@???>; "CSSF Centro Salento Social Forum"
>>><forumcentrosalento@???>
>>>Sent: Monday, February 24, 2003 12:29 PM
>>>Subject: [Lecce-sf] Fw: Lettera aperta a Berlusconi: Medici italiani
>>>contro
>>>la guerra
>>>
>>>
>>> >
>>> > ----- Original Message -----
>>> > From: "Angelo Stefanini (by way of Carlo Gubitosa
>>> > <carlo.gubitosa@???>)" <stefanin@???>
>>> > To: <news@???>
>>> > Sent: Saturday, February 22, 2003 12:35 AM
>>> > Subject: Lettera aperta a Berlusconi: Medici italiani contro la guerra
>>> >
>>> >
>>> > > Carissimi,
>>> > > allego la Lettera aperta spedita il 13 feb (assieme a 704 adesioni
>>> > raccolte
>>> > > in meno di 10 giorni) a Berlusconi e p.c. a Ciampi e Sirchia, oltre
>>>che
>>> > alle
>>> > > agenzie di stampa. Questa mattina abbiamo superato le 1000 adesioni
>>>(la
>>> > > stragrande maggioranza per e-mail) da tutta Italia. Le adesioni,
>>>riservate
>>> > > ai medici, vanno inviate con nome, qualifica, istituzione e città a
>>> > > stefanin@??? o anche via fax al 051 2094839.
>>> > > Vi prego di diffondere.
>>> > > A presto
>>> > >
>>> > > Angelo
>>> > >
>>> > > Dr. Angelo Stefanini
>>> > > Dipartimento di Medicina e Sanità Pubblica
>>> > > Università di Bologna
>>> > > Via S. Giacomo 12
>>> > > 40126 Bologna
>>> > > Tel: 051 2094833 Fax: 051 209 4839
>>> > > e-mail: stefanin@???
>>> > > cell: 348 7784787
>>> > >
>>> > > -----------------
>>> > >
>>> > >
>>> > > LETTERA APERTA AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO,
>>> > > SILVIO BERLUSCONI
>>> > >
>>> > > Medici italiani contro la guerra
>>> > >
>>> > >
>>> > > Alla vigilia di una guerra considerata inevitabile, perche'
>>>fortemente
>>> > > voluta da alcuni governi, si sono sviluppati in tutto il mondo vasti
>>> > > movimenti di opposizione, anche tra le organizzazioni mediche e
>>>sanitarie
>>> > > [BMJ 2003; 326: 184.]. Oltre 500 tra docenti e studenti della
>>>London
>>> > > School of Hygiene and Tropical Medicine hanno sottoscritto una
>>>lettera
>>> > > aperta al Primo Ministro Tony Blair, pubblicata sul British Medical
>>> > Journal
>>> > > [BMJ 2003; 326: 220.] e sul Lancet [The Lancet 2003; 361(9354):
>>>345.],
>>> > come
>>> > > contributo al dibattito tra il governo e l'opinione pubblica sulla
>>> > > necessita' di opporsi all'azione militare sul terreno etico ed
>>>umanitario,
>>> > > al di la' di ogni punto di vista politico o religioso.
>>>L'International
>>> > > Physicians for the Prevention of Nuclear War, l'Australian Medical
>>> > > Association for Prevention of War, il gruppo canadese Physicians for
>>> > Global
>>> > > Survival hanno preso iniziative autonome per sensibilizzare i propri
>>> > > governi sulla necessita' di prevenire la guerra in Irak.
>>>L'organizzazione
>>> > > non governativa OXFAM, l'American Academy of Arts and Science,
>>>l'UNICEF
>>>e
>>> > > la Yale University hanno elaborato le loro stime sul probabile
>>>impatto
>>> > > della guerra sulla popolazione civile.
>>> > >
>>> > > In queste ultime settimane sono stati inoltre pubblicati due
>>>rapporti di
>>> > > particolare significato per chi come professione si occupa di
>>>salute. Il
>>> > > primo, Collateral Damage, The health and environmental costs of war
>>>on
>>> > > Iraq, prodotto da Medact, organizzazione non governativa di medici e
>>> > > operatori sanitari britannici [www.medact.org], stima il numero
>>>totale
>>>di
>>> > > morti, durante il conflitto e nei tre mesi seguenti ad un attacco
>>> > all'Irak,
>>> > > nell'ordine di grandezza compreso tra 48.000 e 260.000. Una guerra
>>>civile
>>> > > che si scatenasse all'interno dell'Irak aggiungerebbe altri 20.000
>>>morti.
>>> > > Gli effetti piu' tardivi della guerra potrebbero aggiungere altre
>>>200.000
>>> > > vittime. Nel caso si facesse uso di armi nucleari il numero dei
>>>morti
>>> > > potrebbe arrivare a 3.900.000. In tutti gli scenari considerati la
>>>maggior
>>> > > parte delle vittime sarebbero civili. Il rapporto prevede inoltre
>>>come
>>> > > estremamente probabili, a seguito dell'attacco, guerre civili,
>>>carestie
>>>ed
>>> > > epidemie, considerevoli masse di rifugiati ed effetti catastrofici
>>>sulla
>>> > > salute, soprattutto dei bambini. Come effetto collaterale viene
>>>inoltre
>>> > > prevista la intensificazione dei conflitti internazionali, delle
>>> > > disuguaglianze e delle divisioni tra gruppi di persone e popoli.
>>> > >
>>> > > Un documento delle Nazioni Unite "strettamente confidenziale" datato
>>>10
>>> > > dicembre 2002 e intitolato Likely Humanitarian Scenarios
>>> > > [www.casi.org.uk/pr/pr030107undoc.html] prevede un elevato numero di
>>>morti
>>> > > tra i civili, una crisi delle condizioni nutrizionali della
>>>popolazione
>>>e
>>> > > la esplosione di malattie "di proporzioni epidemiche se non
>>>addirittura
>>> > > pandemiche". Questo documento, fatto segretamente pervenire alla
>>> > > Universita' di Cambridge, riporta le stime OMS (Organizzazione
>>>Mondiale
>>> > > della Sanita') di 100.000 morti da effetti diretti della guerra e
>>>400.000
>>> > > da impatto indiretto, oltre 2 milioni di bambini e 1 milione di
>>>donne in
>>> > > gravidanza grevemente malnutriti, e 2 milioni di irakeni senzatetto.
>>>La
>>> > > previsione delle Nazioni Unite e' che, in caso di guerra, non
>>>saranno in
>>> > > grado di far fronte nemmeno ai 130.000 rifugiati che attualmente
>>>gia' si
>>> > > trovano in Irak. Il rapporto sottolinea inoltre l'assoluta
>>>inadeguatezza
>>> > > del sistema sanitario irakeno, vittima da diversi anni dell'embargo
>>> > imposto
>>> > > dalle Nazioni Unite, a rispondere alla accresciuta domanda che una
>>>guerra
>>> > > imporrebbe, oltre alla assenza dei servizi di base per la
>>>popolazione
>>> > > locale al termine dell'intervento armato.
>>> > >
>>> > > Nell'anno 2002 e' uscito il "Rapporto Mondiale su Violenza e Salute"
>>> > della
>>> > > OMS [www.who.int]. Indicando esplicitamente la violenza, sia
>>>individuale
>>> > > che collettiva, come importante problema di salute pubblica, l'OMS
>>>ha
>>> > > voluto sottolineare in tutta la sua rilevanza il ruolo attivo che
>>> > > l'operatore sanitario deve assumere nel contrastare la guerra e nel
>>> > > promuovere la cultura della pace. Secondo le Nazioni Unite uno degli
>>> > > effetti piu' sconvolgenti dell'uso della forza militare in Iraq e a
>>> > livello
>>> > > internazionale potrebbe essere l'esplosione incontrollabile di
>>>violenza
>>> > > collettiva, definita come "l'uso strumentale della violenza da parte
>>>di
>>> > > stati o gruppi non governativi allo scopo di ottenere obiettivi
>>>politici,
>>> > > economici o sociali".
>>> > >
>>> > > E' indubbio che la guerra sia un problema di salute pubblica. In
>>>qualita'
>>> > > di medici abbiamo non soltanto il dovere di prenderci cura delle
>>>vittime
>>> > > della violenza e dei conflitti armati, ma anche di cercare di
>>>prevenirli.
>>> > > Come medici siamo inclini a pensare soprattutto in termini di
>>>mortalita'
>>>e
>>> > > morbosita'. Ebbene, la guerra in Irak provochera' centinaia di
>>>migliaia
>>>di
>>> > > morti, la maggior parte tra i civili e i bambini, la esplosione di
>>> > > epidemie, carestie e distruzioni ambientali (...). Non dobbiamo
>>>inoltre
>>> > > sottovalutare le conseguenze che potrebbero aversi tra la
>>>popolazione
>>> > > civile dei paesi aggressori in caso di attacchi biologici, chimici o
>>> > > addirittura nucleari, eventualita' quest'ultima presa esplicitamente
>>>in
>>> > > considerazione dal presidente Bush.
>>> > >
>>> > > Per noi medici, impegnati nella missione di alleviare le sofferenze
>>>e
>>> > > prevenire le malattie, queste morti e mutilazioni sono
>>>inaccettabili.
>>> > > Convinti che la guerra avrebbe conseguenze disastrose per la salute
>>>umana
>>> > > nel breve, medio e lungo termine e che si debba fare uso di mezzi
>>>politici
>>> > > e diplomatici per evitarla, ci opponiamo all'intervento militare in
>>>Irak.
>>> > > Poiche' la nostra opposizione si fonda su argomenti esclusivamente
>>>etici,
>>> > > umanitari e professionali, facciamo appello a tutte le forze
>>>politiche e
>>> > > della societa' civile affinche' venga impedito un conflitto armato
>>>che
>>> > > avrebbe effetti catastrofici per la famiglia umana.
>>> > >
>>> > > "La violenza si sviluppa in assenza di democrazia, di rispetto per i
>>> > > diritti umani e di buon governo", scrive Nelson Mandela nella
>>>introduzione
>>> > > al Rapporto OMS. Sosteniamo con forza, inoltre, la posizione della
>>>nostra
>>> > > piu' alta organizzazione professionale, l'Organizzazione Mondiale
>>>della
>>> > > Sanita', secondo cui i conflitti possono essere prevenuti soltanto
>>> > > attraverso forme piu' eque di sviluppo e modelli internazionali e
>>>locali
>>> > di
>>> > > governo basati su etica e responsabilita'.
>>> > >
>>> > > 3 febbraio 2003
>>> > >
>>> > > Dr. Angelo Stefanini
>>> > > Dipartimento di Medicina e Sanita' pubblica
>>> > > Universita' degli Studi di Bologna
>>> > > Via S.Giacomo 12
>>> > > 40126 Bologna
>>> > > Tel. 051 2094833, Fax. 051 2094839, E-Mail: stefanin@???
>>> > >
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