[Cerchio] Per un archivio audiovisivo delle lotte sociali

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Autor: Tuula Haapiainen
Datum:  
Betreff: [Cerchio] Per un archivio audiovisivo delle lotte sociali
E' proprio una bella idea la vostra, questo archivio audiovisivo delle lotte
sociali!
tanti auguri!
tuula
----- Original Message -----
From: "corrispondenze metropolitane" <cmetropolitane@???>
To: <cerchio@???>
Sent: Friday, February 28, 2003 3:41 PM
Subject: [Cerchio] Per un archivio audiovisivo delle lotte sociali


> Per un Archivio audiovisivo delle lotte sociali.
>
> Prima di entrare nel merito della proposta che
> intendiamo formulare, è forse meglio presentarsi.
> Senza avere la presunzione di dire che
> l'invito/appello che stiamo per rivolgere viene da
> lontano, intendiamo comunque far capire che esso è uno
> tra gli sbocchi di un piccolo percorso. Il percorso di
> "Corrispondenze metropolitane"...
>
> "Corrispondenze metropolitane", esperienza nata nella
> primavera del 2001 da compagne/i provenienti dall'area
> antagonista e interne/i ai percorsi
> dell'autorganizzazione sociale, si è inizialmente
> configurata come rivista di controinformazione e di
> inchiesta.
> L'obiettivo, sin dal principio, è stato quello di
> usare il cartaceo non come veicolo della linea di una
> organizzazione o di un micro-organismo tendente a
> costituirla, bensì come strumento utile ai soggetti
> sociali sfruttati. Come luogo dello scambio e della
> conoscenza reciproca tra i segmenti di un proletariato
> così frammentato, così disperso nel territorio
> metropolitano o nelle innumerevoli realtà in cui si
> articola oggi la produzione di merci, da non avere più
> luoghi di incontro.
> In quest'ottica, sulle pagine di "Corrispondenze
> metropolitane", accanto ad articoli di analisi, hanno
> trovato spazio soprattutto testimonianze raccolte dai
> luoghi dello sfruttamento, resoconti delle lotte
> svolte dagli immigrati, dalle figure sociali legate
> alle nuove forme contrattuali o anche da lavoratori
> appartenenti alle precedenti composizioni di classe ma
> comunque sottoposti ad attacco.
> In fondo, attorno a "Corrispondenze metropolitane",
> pur nei limiti che hanno segnato questa esperienza, si
> è svolta una attività che, sintetizzando, può
> definirsi una "inchiesta permanente".
> In che senso?
> Nel senso di un un primo, parziale incontro tra
> saperi. Quelli di cui siamo portatori noi, interni
> alle realtà militanti ed anche ai luoghi dello
> sfruttamento e quelli che derivano ai proletari da noi
> raggiunti dal loro quotidiano vivere condizioni di
> precarietà. Questo continuo interscambio ci ha
> portato a vedere in modo meno mitologico i soggetti
> sociali di riferimento, contemporaneamente stimolando
> gli stessi proletari di cui via via abbiamo raccolto
> le testimonianze a svolgere una riflessione più
> approfondita sulla propria esperienza di lotta.
> Ma tale "inchiesta permanente" si è avvalsa, quasi da
> subito nel nostro percorso, anche di un altro
> strumento: una trasmissione radiofonica. La quale ha
> avuto finora riscontri positivi. Dovuti anche -risulta
> evidente- al particolare stato di grazia vissuto in
> questo momento da Radio Onda Rossa, in grado come non
> mai di raggiungere persone estranee al proprio
> tradizionale "bacino di ascolto".
> Si può dire quindi che "Crimini invisibili. Luoghi e
> conflitti nella metropoli" -questo è il suo titolo- si
> è inserita in una situazione ottimale, nel contesto
> ideale per una trasmissione che non si rivolge ai/lle
> militanti.
> D'altra parte, "Crimini invisibili" cerca di dare voce
> a chi non ne ha, volta per volta entrando in diverse
> realtà metropolitane o unità produttive, descrivendo
> -a partire dalle testimonianze di chi le vive- le
> lotte che vi si svolgono contro il generale processo
> di precarizzazione delle condizioni di lavoro e di
> vita.
> Ora, proprio la positiva esperienza di "Crimini
> invisibili" ha imposto alla nostra attenzione la
> necessità di diversificare le forme comunicative, di
> moltiplicare gli strumenti attraverso i quali
> sviluppare la nostra attività.
> Esempi interessanti di video-inchiesta come quello
> realizzato dal Collettivo Rete dei Lavoratori di
> Milano con "Lotta sporca", che documenta la battaglia
> dei lavoratori delle pulizie ferroviarie di milano lo
> scorso anno, poi, ci spronano a proseguire con
> maggiore celerità in questa direzione. Concretizzando
> un'idea che avevamo già lanciato pubblicamente
> nell'autunno del 2001. Un'idea ispirata alla
> tradizione zavattiniana dei cinegiornali liberi e
> sospinta dalla volontà di realizzare, attraverso i
> documenti visivi, quelle "inchieste a caldo" che
> -secondo quanto teorizzato da Raniero Panzieri nei
> primi anni '60- prevedono la possibilità di registrare
> l'evoluzione della coscienza collettiva nel corso di
> una lotta.
> E' in virtù di questa impostazione che, nel mese di
> gennaio, abbiamo iniziato a lavorare attorno ad un
> progetto di documentario sulla Fiat. Partendo proprio
> dalla realtà che ci è più vicina, quella di cui
> abbiamo cercato di far conoscere le vicissitudini nel
> corso di varie trasmissioni radiofoniche: la Fiat di
> Cassino.
> In sostanza, di contro alla tendenza a fare del video
> non uno strumento per la comprensione dei fenomeni
> sociali, ma un mezzo con il quale seguire il "caso del
> momento", secondo una logica segnata dalla
> estemporaneità del discorso, abbiamo cercato un'altra
> strada. Una strada che -partendo dai contatti da tempo
> stabiliti con i lavoratori della Fiat di Cassino-
> mira ad uno scambio reale con gli stessi, alla
> effettiva realizzazione di un documentario non su ma
> con gli operai.
> E' muovendo da quest'ottica che abbiamo ripreso
> importanti passaggi assembleari tenuti dai
> cassintegrati, testimonianze di una realtà assai più
> vivace di quella descritta dai media ufficiali.
> Ma il nostro sforzo non vorrebbe fermarsi qui.
> Tenendo conto delle nostre forze intendiamo dar vita
> ad un archivio audiovisivo riguardante tutte le lotte
> attualmente in atto contro quella precarietà che,
> dalla realtà del lavoro, si riversa in ogni ambito
> della vita sociale.
> In tal senso, il 5 febbraio abbiamo ripreso la
> manifestazione lanciata e partecipata da diverse forze
> dell'antagonismo sociale e dal sindacalismo di base di
> fronte al senato, dove era in corso di approvazione la
> legge-delega sul mercato del lavoro.
> Una iniziativa importante, cui peraltro avevamo
> aderito, un esempio di mobilitazione dal basso
> volutamente sottaciuta dalla "stampa di sinistra" e
> "vicina al movimento".
> Ma è nostro obiettivo precipuo quello di registrare
> qualsiasi situazione del genere, senza badare troppo
> ai soggetti proponenti, senza riprodurre quegli odi,
> dominanti nel movimento, che raramente rimandano alla
> divaricazione tra strategie compiutamente definite.
> La nostra preoccupazione principale, d'altra parte, è
> quella di dare il maggior respiro possibile alla
> proposta. Sappiamo bene che le forze di cui disponiamo
> non possono farci andare oltre la documentazione
> visiva di lotte o situazioni di sfruttamento legate
> alla realtà romana, ma è nostro intento arrivare piano
> piano a dare un carattere nazionale all'archivio.
> Pertanto, chiediamo il contributo di soggettività,
> realtà e strutture organizzate diverse, che però
> condividano la proposta sin qui articolata.
> L'assenza di veti, nei confronti di questo o
> quell'organismo militante, si aggancia al nostro modo
> di agire.
> Come abbiamo specificato, non ci siamo mai percepiti
> in quanto interni ai vari processi organizzativi in
> corso, nè abbiamo mai dato importanza ai ciclici
> tentativi di riassemblare i pezzi dell'antagonismo
> sociale, segnati come sono dall'assenza di una
> qualsivoglia progettualità minimamente condivisa.
> Dal nostro punto di vista, nessuna spinta alla
> ricomposizione politica può precedere il processo
> reale della riaggregazione dei settori di un
> proletariato scomposto da oltre un ventennio di
> ristrutturazione produttiva.
> Non a caso, muovendo dalla nota definizione di Morandi
> riecheggiata pure nei "Quaderni Rossi", arriviamo ad
> autopercepirci come "funzione della classe", o meglio
> del suo percorso ricompositivo, cui vorremmo
> contribuire non con forzature politiche, bensì
> favorendo il collegamento tra le piccole realtà
> conflittuali che non si conoscono tra di loro.
> A ben vedere, il ruolo che pensiamo dovrebbero
> assolvere i militanti non rimanda ad un atteggiamento
> rinunciatario. Infatti, i militanti non possono fare a
> meno di esprimere il proprio punto di vista, in certe
> circostanze. Ma esso non può rimandare alle proprie
> "geniali pensate". Esso dovrà collegarsi alla
> rilettura di quella "esperienza proletaria"
> complessiva che -seguendo l'indicazione di Danilo
> Montaldi- si può definire come sedimentazione delle
> conoscenze acquisite dalla classe sfruttata nel fuoco
> delle lotte, delle vittorie come delle sconfitte.
> Una esperienza che ci insegna, facendo l'esempio
> -adesso tanto attuale- della guerra che, in tempi di
> pace presunta come di bellicismo esplicito, il dovere
> di chi lotta per rovesciare l'esistente è quello di
> denunciare in primo luogo l'imperialismo di casa
> propria (è per questo che "Corrispondenze
> metropolitane" non attacca, nei suoi volantini, la
> sola politica yankee).
> Il che rimanda ad un non trascurabile dovere, in un
> contesto come l'odierno: quello di reintrodurre
> momenti di comprensione della realtà a partire dalla
> rilettura di almeno 150 di storia dei soggetti sociali
> sfruttati!
> In sostanza, occorre porsi obiettivi modesti ed
> ambiziosi ad un tempo. Non ci si deve sentire come
> "facitori della storia" nè come elemento trainante dei
> conflitti sociali, ma ciò non vuol dire che non si
> possa giocare un ruolo importante negli stessi,
> contaminandoli con la trasmissione di una
> pluridecennale esperienza proletaria.
> Ma perchè, ci si chiederà, nel proporre la
> realizzazione di un archivio audiovisivo si indugia
> tanto sulla propria filosofia di fondo?
> Sicuramente perchè una proposta siffatta ci spinge ad
> una riorganizzazione complessiva della nostra
> attività, ponendoci il problema di concepirci non più
> solo come gruppo redazionale, ma anche -ed è questo un
> passaggio che si chiarirà meglio in futuro- in quanto
> collettivo di controinformazione ed inchiesta.
> E poi perchè intendiamo collocare con precisione il
> progetto qui presentato. Un archivio audiovisivo delle
> attuali lotte sociali non può essere "proprietà" di
> questa o di quella organizzazione, di questa o di
> quella struttura.
> Deve essere patrimonio di tutti. Di tutti quelli che
> credono in un altro mondo possibile. Ovvero, nel
> superamento di quella gabbia d'acciaio che si chiama
> capitalismo!
>
> Corrispondenze metropolitane
>
>
>
> Chi è interessato può contattarci via mail al nostro
> indirizzo (Cmetropolitane@???) o, se sta a Roma,
> ci può venire a trovare (appuntamento ogni martedì
> alle 21 presso il comitato di quartiere alberone, via
> appia nuova 357)
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