[CSSF] Fw: I giornalisti accompagneranno le truppe USA

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Autore: Carlo Mileti
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Oggetto: [CSSF] Fw: I giornalisti accompagneranno le truppe USA
----- Original Message -----
From: "Nello Margiotta (by way of Carlo Gubitosa <c.gubitosa@???>)"
<animarg@???>
To: <news@???>
Sent: Friday, February 28, 2003 12:57 AM
Subject: I giornalisti accompagneranno le truppe USA


> Fonte: New York Times
>

http://www.nytimes.com/2003/02/18/international/middleeast/18MEDI.html?ex=10
46560179&ei=1&en=a156b1671c65eb9d
>
>
> Journalists Are Assigned to Accompany U.S. Troops
>
> February 18, 2003
> By RALPH BLUMENTHAL and JIM RUTENBERG
>
> Traduzione di Nello Margiotta - associazione PeaceLink -

www.peacelink.it -
> in caso di utilizzo si prega di citare la fonte e l'autore.
>
> Giornalisti assegnati al seguito delle truppe USA
>
> Per la prima volta dalla II guerra mondiale e su una scala mai vista prima
> per l'esercito americano, saranno assegnati al seguito di
> unita' di combattimento e di supporto giornalisti che coprano tutti gli
> attacchi USA in Iraq e li accompagneranno per tutto il
> conflitto
>
> La mobilitazione dei media, richiedendo un vasto piano logistico,
> coinvolgera' almeno 500 tra cronisti, fotografi e membri di troup
> televisive, di cui almeno 100 di televisioni straniere ed internazionali ,
> inclusa la tv araba Al Jazeera.
>
> Questo promette di offrire al pubblico americano e mondiale un posto in
> prima fila per la guerra che potrebbe iniziare entro poche
> settimane. Crescono anche nuove e complesse domande sulle regole
> giornalistiche di ingaggio, come per esempio come evitare che qualcuno
> tornando a casa non abbia dalla TV la prima notifica che un suo parente

sia
> stato ferito o ucciso.
>
> Un altro problema e' come mantenere un segreto militare con un esercito di
> giornalisti ben forniti di strumenti elettronici. Dice Eason
> Jordan, direttore esecutivo della CNN " Loro non vogliono avere una
> copertura telvisiva in diretta di un convoglio di mezzi che si
> muova sull'autostrada Bassora- Baghdad che potrebbe rivelare agli iracheni
> dove questi mezzi si trovino"
>
> In accordo con una bozza di documento del Pentagono, alcune di queste
> regole giornalistiche di ingaggio prevedono che non possano
> essere effettuate riprese in diretta senza l'autorizzazione dell'ufficiale
> in capo
>
> Ci saranno forti restrizioni su qualunque pezzo giornalistico riguardante
> operazioni da effettuare od operazioni ritardate o soppresse
> . La data il luogo e l'ora di un'azione militare cosi come i risultati di
> una missione potranno essere descritti sono in termini
> generali. Altre regole di base devono ancora essere compilate. sia il
> Pentagono che i direttori di gornali hanno dato il benvenuto
> all'iniziativa.Cio' rappresenta un brusco cambio di direzione rispetto

alle
> politiche restrittive sulle informazioni che il Pentagono
> ha mantenuto dai tempi della guerra nel Vietnam, che rispecchiavano la
> visione di molti comandanti del pericolo psicologico
> rappresentato dal mandare immagini di guerra direttamente nei salotti

degli
> americani. Per esempio durante la guerra del Golfo fu dato
> un regolare accesso al fronte solo ad un ristretto gruppo di cronisti
>
>
> " In ogni modo tutto cio' rappresenta un fatto storico" ha detto Brian
> Whitman, portavoce del Dipartimento della Difesa ed ex maggiore
> delle forze speciali che e' direttamente impegnato ad assegnare i cronisti
> alle singole unita' operative. Ha ricordato come non piu' di
> 30 o 40 giornalisti seguirono le forze di sbarco americane durante il
> D-Day, benche' molti altri piu' tardi raggiunsero le truppe
> americane. Nel Vietnam cronisti visitarono le basi e seguirono operazioni
> belliche ma non furono assegnati a specifici battaglioni
>
> Non e' chiaro se il cambiamento della politica del Pentagono sia dovuto in
> parte alla necessita' di contrastare le proteste irachene
> per eventuali atrocita' delle truppe americane o smascherare atti di

auto
> sabotaggio attribuiti agl iinvasori Ma Mr. Whitman ha detto
> di avere il pieno appoggio di Donald H. Rumsfeld e del generale Richard
> B. Myers, capo di stato maggiore.
>
> Alcuni direttori di testate giornalistiche televisive hanno detto che
> questo accesso potrebbe avere un prezzo. Dan Rather, anchorman
> della CBS, ha sussurrato che il Pentagono potrebbe rendere difficile la
> trasmissione di certe immagini se l raccontassero una storia
> diversa da quella che loro vogliono che sia raccontata
>
>
> "Un sacco di gente ha detto le cose giuste " ha detto Mr. Rather durante
> una recente presentazione in TV del piano di copertura
> informativo delle operazioni di guerra " Nella nbbia della guerra queste
> cose hanno la maniera di cambiare" L'altra settimana il
> Pentagono ha assegnato gli accrediti a giornali, agenzie e network
> televisivi. questa settimana gli organizzatori stanno registrando i
> nomi dei corrispondenti selezionati per completare l'assegnazione o poter
> cosi' permettere loro le vaccinazioni contro il vaoiolo e
> l'antrace gia' effettuate dalle truppe combattenti. Il Pentagono ha gia'
> addestrato 232 giornalisti alle condizioni di combattimento in
> 4 diversi corsi settimanali in basi militari interne e ,dando l'idea del
> senso di urgenza trasmesso dall'amministrazione Bush, ha
> "esaurito il tempo" per allenarsi ulteriormente, ha detto Mr. Whitman.
>
> Ai gironalisti non e' stato permesso di portare od utilizzare armi.
> Diversamente da molti corrispondenti durante la II guerra mondiale
> e quella del Vietnam non indosseranno uniformi militari, benche' essi
> possono comprare il loro equipaggiamento. Si sono forniti del
> proprio elmetto e del proprio corpetto antiproiettili ma sara' dato loro

il
> cosiddetto dispositivo NBC per proteggersi contro attacchi
> nucleari chimici e biologici. Parteciperanno al trasporto delle loro

unita'
> dividendo con esse i pasti e l'alloggio.
>
>
> "Non pagheranno per i sei piedi di terra su cui si sistemeranno e per le
> razioni di viveri, benche' tutto cio' non possa loro piacere"
> Ha detto Mr. Whitman. Ai giornalisti sara' proibito di possedere propri
> veicoli. Puo' essere che l'Iraq si stia preparando alla sua
> offensiva mediatica, dice Peter Arnett, il cronista televisivo che 12
> anni fa fu l'unico giornalista occidentale a trasmettere
> sull'unico telfono satellitare da Baghdad per CNN durante la guerra del
> 1991. Ora a Baghdad, ha detto dopo che vi e' tornato per il
> National Geographic Explorer e la MSNBC, ci sono da 200 a 300 teefoni
> satellitari ed una dozzina di video telefoni. "Avro' molta piu'
> concorrenza"
>
> Le logistiche di sistemazione del dispiegamernto dei media sono state
> sempre poche per scoraggiare alcuni dei piani militari, ha detto
> mr. Whitman. Gli accredti sono stati assegnati sulla base dei bacini di
> utenza; le pirincipali tesate di Boston, San Francisco, Atlanta
> e Houston. per esempio, hanno ricevuto da quattro asei accrediti ciascuno
> che potrebbero essere coperti in parte da freelance.
>
> Nessun accredito e' satto assegnato specificatamente a qualcuno che
> scrivesse un libro, benche' alcuni giornalisti, come nel passato,
> potessero anche scrivere libri L'assegnazione era aperta a uomini e donne.
> La reazione alla nuova politica verso i giornalisti e' satta
> chiaramente positiva, anche se cauta.
>
> David Halberstam, che era stato nel Sud Vietnam per il New York Times, a
> partire dal 1962 e che vinse il premi Pulitzer nel 1964 ha
> definito la nuova impostazione un benvenuto cambiamento rispetto al 1991
> " dato i controlli dell'ultimo minuto che erano eccessivi".
> Ma il punto cruciale era l'accesso: "Puoi andare dove vuoi?" Dice che i
> cronosti potrebbero beneficiare dall'esser molto vicini alle
> truppe. I soldati parleranno sempre con i cronisti avendoli sul campo.

Il
> borbottio ha un inalienabile diritto di dire la verita'"
>
> Donatella Lorch, una corrispondente del Newsweek che ha coperto guerre in
> Africa, nei Balcani e in Afghanistan, dove passo' a settimana
> con un unita' delle forze speciali, ha detto che la nuova politica,

solleva
> un sacco di questioni per i cronisti. Ha detto che
> potrebbero essere sottoposti ad una considerevole pressione per rimanere
> critici ed indipendenti di fronte a truppe con cui convivono
> tutti i giorni. Mr. Arnett ha detto che rimane da vedere con quanta
> velocita' sara' permesso ai cronisti sul campo di pubblicare i loro
> articoli. Se fossero intralciati per charimenti, i cronisti potrebbero
> perdere lo scoop a vantaggi dei loro colleghi presenti al
> briefing del Pentagono. Ma niente, ha concluso, potrebbe uguagliare
> l'opportunita' di essere vicini al comabttimento.
>
>
> ------
>
> TESTO ORIGINALE
>
> Fonte:
>

http://www.nytimes.com/2003/02/18/international/middleeast/18MEDI.html?ex=10
46560179&ei=1&en=a156b1671c65eb9d
>
>
> Journalists Are Assigned to Accompany U.S. Troops
>
> February 18, 2003
> By RALPH BLUMENTHAL and JIM RUTENBERG
>
> For the first time since World War II and on a scale never
> before seen in the American military, journalists covering
> any United States attack on Iraq will have assigned slots
> with combat and support units and accompany them throughout
> the conflict.
>
> The media mobilization, requiring vast logistical planning
> of its own, involves at least 500 reporters, photographers
> and television crew members - about 100 of them from
> foreign and international news organizations, including the
> Arab network Al Jazeera.
>
> It promises to offer the American public and the world at
> large a front row seat to a war that could begin within
> weeks. It also raises complex new questions about
> journalistic rules of engagement, like how to make sure a
> family back home does not get the first notification that a
> relative has been wounded or killed by seeing it on
> television.
>
> How to maintain military secrecy with an army of
> electronics-packing journalists is another issue. "They
> don't want to have live television coverage of a convoy of
> tanks moving up the Basra-to-Baghdad highway that would
> tell the Iraqis where those tanks are," said Eason Jordan,
> chief news executive of CNN.
>
> According to a Pentagon document outlining some of the
> rules of journalistic engagement, reports of live,
> continuing action cannot be released without the permission
> of the commanding officer.
>
> There will be strict prohibitions on any reporting of
> future operations or postponed or canceled operations, the
> document further states. The date, time and place of
> military action, as well as the outcomes of mission
> results, can be described only in general terms. Other
> ground rules remain to be spelled out.
>
> Yet both the Pentagon and news executives welcomed the
> initiative. It is a sharp about-face from the restrictive
> news policies the Pentagon has maintained since the Vietnam
> War, which to many commanders showed the psychological
> perils of broadcasting a war into the nation's living
> rooms. In the Persian Gulf war, for example, only pool
> reporters were given regular front-line access.
>
> "In many ways this is going to be historic," said Brian
> Whitman, the deputy Defense Department spokesman and a
> former special forces major who is directing the effort to
> place reporters in the individual units. Even on D-Day in
> World War II, he said, no more than 30 or 40 journalists
> went in with invading American forces, although many others
> later ended up traveling with United States units. In
> Vietnam, reporters visited forward bases and went out on
> operations but were not assigned to particular outfits.
>
> Whether the Pentagon's policy change was in any part an
> effort to counter anticipated Iraqi claims of American
> atrocities or self-sabotage attributed to the invaders was
> not clear. But Mr. Whitman said it had the full support of
> Secretary of Defense Donald H. Rumsfeld and Gen. Richard B.
> Myers, chairman of the Joint Chiefs of Staff.
>
> Some television news executives said they knew access could
> come with a price. Dan Rather, the CBS news anchor, voiced
> concern that the Pentagon could make it hard to get certain
> images out if they tell a story other than the one the
> Pentagon wanted told.
>
> "A lot of people said the right things," Mr. Rather said
> during a recent presentation on network war coverage plans.
> "In the fog of war, these things have a way of changing."
>
> Last week, the Pentagon allocated the slots to newspapers,
> news agencies and television networks. This week the
> organizations are to report the names of correspondents
> selected to fill the assignments so they can be offered the
> same inoculations against smallpox and anthrax already
> given to fighting forces. The Pentagon has already trained
> 232 of the journalists for combat conditions in four
> separate weeklong boot camps on domestic military bases
> and, conveying the Bush administration's sense of urgency,
> has "run out of time" to train more, Mr. Whitman said.
>
> The journalists will not be allowed to carry or fire
> weapons. Unlike many World War II and Vietnam
> correspondents, they will not wear military-issue uniforms,
> although they can buy their own fatigues. They are to
> provide their own helmets and flak jackets but will be
> given so-called NBC gear to protect against nuclear,
> biological and chemical attacks. They will also share their
> units' transport, food and accommodations, such as they
> are.
>
> "There's no cost for the six feet of ground they'll lay on
> and the rations, although they may not like them," Mr.
> Whitman said. The journalists are forbidden to have their
> own vehicles.
>
> Iraq may be preparing its own media offensive, said Peter
> Arnett, the television reporter, who a dozen years ago was
> a last lonely Western voice broadcasting on the only
> satellite phone from Baghdad for CNN during the 1991 war.
> Now, he said, as he goes back for National Geographic
> Explorer and MSNBC, there are 200 to 300 satellite phones
> in Baghdad, and a dozen video uplinks and video phones.
> "I've got far more competition," he said.
>
> The logistics of arranging the media deployments were every
> bit as daunting as some of the military planning, Mr.
> Whitman said. Slots were awarded based on circulations and
> markets served. Major papers in Boston, San Francisco,
> Atlanta and Houston, for example, received four to six
> slots each, which could be filled in part with freelancers.
>
>
> No slot was awarded specifically to anyone writing a book,
> although some journalists, as in the past, would probably
> also write books. The assignments were as open to women as
> to men.
>
> Reaction to the new policy among journalists was clearly
> positive, if cautious.
>
> David Halberstam, who was stationed in South Vietnam for
> The New York Times starting in 1962 and who won a Pulitzer
> Prize in 1964, called the new arrangement a welcome change
> since 1991, "given the controls last time, which were
> excessive." But the crucial issue, he said, was access:
> "Can you get where you want?"
>
> He said reporters would benefit from close proximity to the
> troops. "Soldiers will always talk to reporters with them
> in the field," he said. "The grunt has an inalienable right
> to tell the truth."
>
> Donatella Lorch, a correspondent for Newsweek who covered
> wars in Africa, the Balkans and Afghanistan, where she
> spent a week in a Special Forces unit, said the new policy
> "brings up a lot of issues for reporters." She said they
> would be under considerable pressure to remain critical and
> independent in the face of troops they were living with
> every day.
>
> Mr. Arnett said it remained to be seen how quickly
> reporters in the field, even with the new access, would be
> allowed to put out their reports. If they were held up for
> clearance, he said, the reporters could end up being
> scooped by their colleagues at a Pentagon briefing. But
> nothing, he said, could equal the opportunity to be close
> to combat.
>
>

http://www.nytimes.com/2003/02/18/international/middleeast/18MEDI.html?ex=10
46560179&ei=1&en=a156b1671c65eb9d
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