Autore: Carlo Mileti Data: Oggetto: [CSSF] Fw: Usa, porte in faccia agli ispettori internazionali
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From: "Carlo Gubitosa" <c.gubitosa@???>
To: <news@???>
Sent: Wednesday, February 26, 2003 6:40 PM
Subject: Usa, porte in faccia agli ispettori internazionali
> Fonte: Liberazione 25/2/2003
>
> Respinta la delegazione che chiedeva di visitare il centro di ricerca di
> armi chimiche e biologiche
> Usa, porte in faccia agli ispettori internazionali
>
> Graziella Mascia
>
> Edgewood (Maryland) - nostro servizio
> Presidente Bush, perche' non vuole mostrare il centro di armi chimiche e
> biologiche ai nostri ispettori?
> Siamo arrivati in 14, con I cappellini delle Nazioni Unite e I cartellini
> di riconoscimento: scienziati canadesi e statunitensi, esponenti delle
> associazioni, parlamentari italiani, inglesi, danesi, canadesi.
>
> Abbiamo superato due ore di controlli all'aeroporto, da Toronto a
> Washington, scortati da una squadra speciale armata fino ai denti.
>
> Polizia e militari ci hanno atteso presso il centro di ricerca di armi
> chimiche e biologiche di Edgewood, nel Maryland, e ci hanno fermato.
>
> Ma il governo degli Stati Uniti ha dovuto difendersi, Rooting Out Evil ha
> cambiato il terreno di gioco. Giornalisti delle piu' importanti testate
> televisive e della carta stampata sono accorsi numerosi: e' stato impedito
> agli ispettori internazionali di visitare il piu' grande sito di armi
> chimiche e biologiche del Middle West, quindi Bush ha qualcosa da nascondere. >
> Non e' servita la lettera al ministro della difesa Donald Rumsfeld, non
> c'e' stato modo di convincere il responsabile del centro, che ha mandato il > suo esperto di pubbliche relazioni per dire che non c'era modo, gli
> ispettori non erano graditi.
>
> Ci ha pensato la polizia a precisare che se avessimo insistito troppo
> qualcuno si sarebbe fatto male.
>
> A farsi male e' stato invece il governo americano, perche' la delegazione
> di R. O. E. ha desistito, non e' arrivata allo scontro, ma mediaticamente
> ha vinto una battaglia.
>
> Non a caso I nostri ospiti canadesi e statunitensi erano al settimo cielo,
> dopo settimane di studio e di preparazione l'iniziativa e' riuscita.
>
>
> Non solo per la guerra
> R. O. E., organizzazione che tiene insieme diverse ONG, insieme alla
> rivista Answer, ha lanciato l'iniziativa 8 settimane fa e da allora 24 mila > persone, tra cui Susan Saradon, hanno aderito con un sostegno economico,
> dichiarandosi ispettori virtuali.
>
> Dopo la tentata ispezione a Edgewood, Alan Simpson, parlamentare del Labour > Party inglese, nonche' ispettore di R. O. E., e' stato invitato a misurarsi > in diretta televisiva sulla Cnn con un advisor della Casa bianca e ne e'
> uscito vincitore.
>
> Ora milioni di cittadini americani sanno che colui che vuole guidare il
> mondo in una guerra per "estirpare il male" ha qualcosa da nascondere,
> qualcosa di molto pericoloso per l'umanita'.
>
> Gli scienziati di R. O. E. denunciano infatti che nel laboratorio di
> Edgewood si sperimentano su animali armi chimiche e biologiche a base di
> tossine, compreso il botulino, agenti biologici con antrace, cosi' come gas > "non letali" come quello usato nel teatro di Mosca.
>
> Sarebbero in corso inoltre studi per sviluppare gas maleodoranti e armi
> biologiche genetiche pensate per colpire secondo una selezione etnica,
> tenendo conto cioe' delle diverse sensibilita' delle diverse popolazioni.
> Una vera e propria ricerca razzista, che sarebbe in fase di sperimentazione > in laboratori degli Stati Uniti e di Israele. La possibile applicazione di
> tali armi potrebbe naturalmente sbizzarrirsi tra interventi militari e di
> ordine pubblico.
>
> Gli esperti di R. O. E. ci raccontano che un anno e mezzo fa, l'allora
> segretario brasiliano della convenzione internazionale per le armi chimiche > chiese di far entrare l'Iraq nei trattati, ma gli Usa si opposero: il
> famigerato Saddam Hussein sarebbe stato piu' controllabile, ma cio' avrebbe > comportato ispezioni multinazionali con doveri di reciprocita'. Gli Stati
> Uniti preferiscono la situazione attuale, con la possibilita' di giocare un > ruolo determinante nelle decisioni del consiglio di sicurezza delle Nazioni > Unite, senza doveri particolari.
>
> I loro siti di armi chimiche e biologiche vengono resi formalmente
> disponibili una volta l'anno, senza che si svolgano vere ispezioni.
>
> D'altra parte, si sa, e' lo stesso governo statunitense a decidere di volta > in volta chi e' il paese che costituisce la minaccia per il mondo,
> atteggiandosi a giudice e mai a paese da giudicare.
>
> Percio', il gigante statunitense non ha gradito che una piccola
> organizzazione come R. O. E. abbia puntato il dito sui loro centri di
> ricerca, accusandolo di violare le convenzioni internazionali.
>
>
> Successo mediatico
> Per questo, in ognuna delle iniziative svolte dal team degli ispettori di
> R. O. E., dalla affollata assemblea svolta a Washington in una chiesa
> presbiteriana, alle conferenze stampa, all'ispezione a Edgewood, ci siamo
> trovati alcuni assatanati (certamente pagati appositamente, si dice) con
> bandiere americane in pugno e cartelli del tipo: "Noi confidiamo
> nell'America, voi in Saddam", oppure "Abu Jamal fray" (fritto - e non free, > libero).
>
> Ma l'accusa degli ispettori di R. O. E. ha bucato il video, la notizia e'
> circolata. E dunque siamo stati accolti con curiosita' ed entusiasmo,
> facendo anche una comparsa davanti alla casa bianca dove ogni giorno si
> alternano esponenti di Pax Christi con il loro striscione "la violenza
> finisce dove comincia l'amore", nonche' le Donne per la pace, rigorosamente > vestite in rosa. Non si sa quante donne aderiscano alla loro rete, ma
> ricevono ogni giorno attestati di solidarieta' da decine di giovani che
> forniscono loro - davanti alla Casa Bianca - provviste di cibo e caffe' per > resistere al freddo.
>
> Si sono chiamate "Code pink", codice rosa, in contrapposizione al codice
> arancio dell'Fbi, che indica l'allarme terrorismo.
>
> Un allarme che in America non si e' mai interrotto dall'11 settembre, ma
> che non ha impedito a centinaia di migliaia di persone di scendere in
> piazza contro la guerra. A New York come a San Francisco non sono mancati
> nell'occasione cariche della polizia e arresti, ma I media non ne hanno
> parlato. Come hanno evitato di dire che nel vicino Canada si e' manifestato > in ogni citta', tra cui Montreal dove hanno sfilato in 150.000 a 20 gradi
> sotto zero, e gli esquimesi a meno 60 gradi.
>
> Intanto, mentre sembra avvicinarsi il conto alla rovescia della guerra di
> Bush contro l'Iraq, negli Stati Uniti crescono l'insofferenza per il
> presidente e la contrarieta' per al conflitto: se lo dicono anche I taxisti > di Washington, deve essere vero!
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