Szerző: Carlo Mileti Dátum: Tárgy: [CSSF] Fw: [memoria storica] I Partigiani della Pace
ricevo e inoltro
carlo
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> Padova,23 febbraio 2003
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> I Partigiani della Pace.
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> di Curzio Bettio di Soccorso Popolare di Padova
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> Qualche sera fa, davanti a un bar in via Palestro, un vecchio partigiano
> comunista quasi ottantenne si rivolgeva quasi commosso ad un gruppo di suoi > coetanei: "Chi avrebbe mai pensato che, arrivato alla mia età, avrei visto
> tante bandiere della pace esposte liberamente ai balconi della città, a
> testimoniare in modo così aperto il dissenso alla guerra ingiusta. Vi
> ricordate cosa succedeva nei primi anni Cinquanta, quando era nato il
> movimento dei Partigiani della Pace? Le donne del quartiere (nota: il
> quartiere Toselli è dedicato ai Caduti della Resistenza) avevano
> confezionato una bandiera, veramente enorme, cucendo insieme le strisce di
> stoffa con i colori dell'arcobaleno. Ne era risultata una bandiera della
> Pace veramente bellissima, e al centro figurava la colombina di Picasso, al > posto della odierna scritta "Pace".
>
> Di notte, poi, siamo andati in Piazza dei Signori. Ti ricordi?(e puntava il > dito verso qualcuno dei compagni), c'eri tu, e tu, e tu..! Abbiamo dovuto
> tenere conto del passaggio regolare della camionetta della Celere, ogni
> venti minuti, per non farci scoprire.
>
> Ci siamo arrampicati sulla cima del pennone portagonfalone della Piazza, e
> abbiamo appeso lo stendardo; era una notte ventosa e con la luna piena. Che > emozione vedere il bandierone sventolare in alto illuminato dalla luce
> della luna! Un bel rischio; ed ora, vedere queste bandiere per tutta la
> città esposte senza preoccupazione mi dà tanta soddisfazione: mi fa sperare > che qualcosa abbiamo seminato di buon messaggio, e i frutti forse si
> raccoglieranno adesso!"
>
>
>
> Il racconto di questo bell'episodio mi ha indotto ad informarmi su questo
> movimento dei "Partigiani della Pace" del 1950, e di capire perché quei
> Partigiani della pace avevano la necessità di agire di nascosto, come se
> venisse compiuta una azione delinquenziale, illegale, nell'esporre la
> bandiera con i simboli della Pace, non della. Rivoluzione!
>
> Per questo ho consultato la "Storia d'Italia dal dopoguerra a oggi; società > e politica 1943-1988" di Paul Ginsborg, gli Struzzi 370, Einaudi, ed.1989.
>
> A pag. 260 si trova: "Un esempio significativo della situazione (italiana)
> di quegli anni ci è offerto dalla campagna di "lotta per la pace", che
> impegnò tanta parte dell'energia e del tempo della sinistra nei primi anni
> '50. La guerra di Corea aveva suscitato immensi timori di un conflitto
> nucleare imminente, e comunisti e socialisti promossero insieme petizioni e > manifestazioni in favore della pace e contro le armi nucleari.
>
> Il poema di Mario de Micheli, apparso sull'"Unità" del 20 gennaio 1951,
> racchiude in sé tutto lo spirito di quel periodo:
>
> Che bandiera stringi nel pugno Eisenhower?
>
> Dacci notizia di quel bambino in Corea
>
> che piange stringendo una mela
>
> accanto alla madre colpita dal tuo piombo
>
> ......................
>
> Il filosofo Norberto Bobbio commentò all'epoca acidamente: "Curiosi pacieri > i partigiani della pace. Essi si offrono per ristabilire la pace tra i
> contendenti. Ma dichiarano sin dall'inizio senza alcuna reticenza che dei
> due contendenti l'uno ha ragione e l'altro torto, che la pace si può
> salvare soltanto mettendosi da una parte sola."
>
>
>
> Mi è sembrato di sentire la voce di tanti personaggi politici di adesso che > si dichiarano tutti per la pace, ma dimenticano che esiste solo un popolo,
> quello Iracheno, e non bisogna dimenticare il popolo Palestinese, che viene > costantemente aggredito nell'arco di un decennio con embargo e
> bombardamenti e guerra da un potere imperialista che lo vuole condannare a
> morte e rendere soggetto sotto le ali dell'Aquila Statunitense, e della
> Stella di Davide.
>
> E poi, non ci si trova nemmeno in presenza di due contendenti!
>
> Come può l'Iraq competere militarmente con gli USA? Tanto quanto hanno
> fatto gli Iugoslavi! Facendosi massacrare dall'alto, sotto caterve di bombe > all'Uranio impoverito.
>
> Bisogna dire fermamente, senza reticenze e senza equivoci, "no
> all'aggressione degli USA in Medio Oriente, per il Potere e per il Petrolio"! >
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>
> Ma ritorniamo alla seconda questione: come mai era necessario appendere la
> bandiera della pace di nascosto, in questa Italia tanto democratica, e resa > libera e democratica, a sentire qualcuno, dalla venuta coraggiosa delle
> truppe Americane a spazzare via il nazifascismo?
>
> (Inciso: per liberarci, qui nel Nord Italia, hanno devastato con i
> bombardamenti intere città, ucciso tanti.liberandi, e sono entrati nelle
> città italiane che la Resistenza Italiana e i nostri partigiani avevano già > conquistato.)
>
> L'azione di notte, in puro stile "commando", dei Partigiani della pace di
> Padova, si può ben comprendere andando a pag. 251 del testo di Ginsborg:
> "La guerra di Corea aveva drammaticamente accresciuto la divisione politica > interna, comunisti e socialisti venivano ritratti come nemici e traditori
> della causa della democrazia e della libertà.
>
> (Commento mio: erano passati appena cinque anni, e si erano già dimenticati > i torturati, i fucilati, gli impiccati, i tanti sacrifici, come combattenti > partigiani e resistenti, degli eroi comunisti e socialisti!).
>
> Tra il 1949 e il 1951, PCI,PSI,CGIL corsero un serio rischio di vedere
> legalmente limitata la propria libertà di organizzazione e di riunione. La
> repressione poliziesca e i conseguenti procedimenti legali contro le
> organizzazioni di sinistra raggiunsero un livello che non venne mai più
> superato. I dati relativi alla sola provincia di Bologna riportano 2 morti
> e 773 feriti in scontri con la polizia tra l'aprile 1948 e il maggio 1954
> (scontri avvenuti durante gli scioperi proclamati dalla CGIL). Ci furono
> 13.935 processi per resistenza alla forza pubblica, 7531 dei quali si
> conclusero con un verdetto di colpevolezza. Tra questi vi furono 4729
> condannati per "invasione di terreni", ma anche 670 per avere venduto
> "l'Unità" per le strade, 1086 per aver affisso manifesti, 338 per
> partecipazione a riunioni e assemblee politiche, 61 per occupazione di
> fabbrica."
>
> Penso che questa lettura evidenzi chiaramente il clima repressivo del
> tempo, e quindi ho compreso bene perché i Partigiani della pace padovani
> erano necessitati ad agire di notte, evitando la Celere! Potevano essere
> arrestati e condannati solo per esporre la bandiera della pace; e questi
> uomini avevano fatto la Resistenza per vedersi imposto un regime di tal
> fatta, spacciato per una democrazia, emanazione della Grande Democrazia
> Statunitense!
>
>
>
> Colleghiamo questi avvenimenti con quello che sta succedendo attualmente
> sulle strade ferrate e nei porti Italiani, e passiamo a qualche personale
> riflessione.
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>
> Il venerdì 21 febbraio, arriva dalla Toscana di buon mattino un primo
> allarme, quando i ferrovieri di Livorno si accorgono di due convogli
> "sospetti" e, subito, affrontati i dirigenti delle FS, hanno la conferma.
> Si tratta di treni carichi di "armi tattiche" dirette in Turchia, e questi
> sono solo i primi convogli di una lunga serie. Ce ne sono ben 26 in lista
> di attesa, e il programma è di farne pervenire quattro ogni giorno alla
> base di Camp Darby.
>
> I treni arrivano da Vicenza, dalla caserma Ederle, sede della Setaf
> dell'esercito USA, dove stanno per schierarsi i paracadutisti della 173sima > brigata aerotrasportata.
>
> Subito la CGIL si fa sentire con le dichiarazioni del segretario generale
> toscano della FILT, Roberto Martelli:" La tradizione dei ferrovieri della
> FILT è tale che questi lavoratori non intendono prestare la loro opera per
> la guerra, credono da sempre nei principi della pace, e poi i trasporti
> impiegano percorsi ed orari che si intrecciano con il traffico normale, con > le conseguenze immaginabili in caso di incidente. I ferrovieri FILT si
> opporranno a tutto questo."
>
> Sulla stessa linea il Presidente della Regione Toscana Martini, che
> "chiederà al Governo, nelle sedi istituzionali, di escludere l'uso di
> infrastrutture civili per scopi militari."
>
> Dalla FILT nazionale viene la diffida alle FS ad impiegare personale per
> queste operazioni.
>
>
>
> Anche i portuali di Livorno sono pronti ad incrociare le braccia, mentre
> arriva una denuncia dal SULTA che gli scali aerei civili sono già coinvolti > nella movimentazione militare.
>
>
>
> Nel primo pomeriggio, alla stazione di Grisignano di Zocco, a pochi
> chilometri da Vicenza, il primo treno viene bloccato, e rimane bloccato per > diverse ore. Questo primo fermo prolungato è circondato da riservatezza,
> che risulta di difficile interpretazione.
>
> Comunque verso le 17.30 si muove in direzione Padova-Bologna, ma subito a
> Padova, a Campo di Marte, il treno subisce lo stop da parte di un piccolo
> gruppo di cittadini del PRC e di un centro sociale, che si sdraiano sui
> binari con grande decisione, interloquiscono sulla necessità di rispettare
> la Costituzione con i funzionari della Digos presenti, e tengono bloccato
> il convoglio per ben 15 minuti. L'intervento della polizia sblocca la
> situazione, trasportando a braccia i manifestanti lontano dai binari.
> Assistevo personalmente al blocco.
>
>
>
> Il treno riparte, ma dopo pochi chilometri viene fermato a Monselice da un
> nutrito gruppo di "Disobbedienti", che creano una situazione di stallo che
> andrà avanti fino alle ore 20.30. Si sparge la notizia che blocchi vengono
> predisposti da cittadini e lavoratori a Ferrara, Bologna, fino a tutta la
> Toscana.
>
> Il "treno della morte" è costretto da un movimento non violento a tornare
> verso Vicenza.
>
>
>
> Si sta costruendo in Italia una rete civile che tenterà di bloccare
> stazioni, porti ed aeroporti per impedire le partenze di mezzi con
> materiale militare.
>
> Il ministro della difesa Antonio Martino ha inviato alle commissioni
> parlamentari una lettera in cui viene esposta la decisione del Governo di
> concedere, su richiesta degli Stati Uniti, l'utilizzo della rete di
> trasporto italiana, spiegando che si tratterebbe di "attività contemplate
> negli accordi con gli alleati, vigenti in conseguenza del Trattato Atlantico". >
> Ma questo non si può fare! Non si può ridurre tutta una nazione a servitù
> militare, non esiste nessun trattato che lo imponga, nessuna decisione
> della Nato che tenga; esiste solo la protervia e l'arroganza di ordini
> superiori dei generali Statunitensi che comandano gli spostamenti di armi e > di armati lungo le nostre linee di trasporto, sempre sotto scorta armata
> dei loro militari, attraversando le nostre stazioni e le nostre città.
>
> Viene alla mente la concessione della rete ferroviaria da parte del Governo > di Salò ai nazisti Hitleriani, sotto scorta dell'esercito tedesco.
>
> A questi ordini il nostro Governo accede di buon grado, ma, concedendo
> l'uso delle nostre infrastrutture, ha fatto entrare illegalmente la guerra
> in Italia, tentando di abrogare di fatto l'articolo 11 della nostra
> Costituzione, che ripudia con fermezza e per sempre la guerra!
>
> I vertici di Trenitalia spa sono corresponsabili perché trasportano la
> guerra sulle loro linee.(Ma non hanno treni a disposizione per trasportare
> i manifestanti contro la guerra a Roma!). Servi!!
>
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>
> Fermare i vagoni carichi di armamenti è un tentativo di ripristinare
> l'ordine democratico e costituzionale, che il Governo italiano ha infranto. >
> Ed ecco, come negli anni Cinquanta, si invoca l'ordine e l'ex generale
> Luigi Ramponi, presidente di AN della commissione difesa della Camera,
> parla: "Nessuno ha il diritto di bloccare la circolazione!" (Però, il
> traffico normale sulla rete ferroviaria non è stato assolutamente impedito.) >
> La Digos di Padova raccoglie immediatamente l'invito e dichiara che i
> manifestanti più riconosciuti del blocco di Monselice verranno denunciati
> alla Procura di Padova, con la conseguente apertura del fascicolo
> processuale: questo per avere difeso la Costituzione!
>
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>
> L'interposizione ai treni "della morte" innervosisce la maggioranza di
> governo: Alleanza Nazionale invoca misure d'ordine pubblico, il pugno di
> ferro, "contro poche decine di scalmanati che creano gravi disagi." Per
> Franco Servello (AN) il blocco rappresenta "un atto di eccezionale gravità
> e un pericoloso precedente".
>
> Il portavoce di Forza Italia, Sandro Bondi arriva a dichiarare: "Queste
> azioni di blocco sono da considerarsi politicamente alla stregua di un vero > e proprio tradimento. Chi boicotta è un traditore! Coloro che hanno messo
> in atto iniziative volte ad impedire ai convogli militari di raggiungere la > base di Camp Darby hanno commesso reati gravissimi. La magistratura ha il
> compito di individuare e punire i responsabili di queste azioni."
>
> Si ripete la storia: negli anni Cinquanta davano del traditore ai
> Partigiani della pace, e li processavano, come abbiamo visto in precedenza. > Dovremo aspettarci processi contro cittadini che intendono far rispettare
> il dettato Costituzionale?
>
> Ma è forse da processare quel macchinista di treno che con altri ha scritto > un foglio informazioni, appeso poi nelle bacheche delle stazioni di
> Toscana, per spiegare che sui binari sono in circolazione convogli carichi
> di carri armati, di munizioni, di materiale tattico vario, ma anche di
> missili, a poca distanza dai treni dei viaggiatori e delle merci?
>
> I ferrovieri non vogliono essere coinvolti in questo traffico di armi, sono > molto preoccupati, e per questo si mobilitano non solo per la sicurezza
> propria e dei cittadini, ma perché sentono che è loro dovere opporsi alla
> guerra.
>
> Non a caso il governo pensa di sostituire i macchinisti di servizio con i
> militari del genio ferrovieri, di solito utilizzati anche in caso di sciopero. >
>
>
> A fianco dei ferrovieri, i portuali!
>
> Roberto Piccini, presidente della Compagnia dei portuali di Livorno, e
> dell'associazione che raccoglie tutte le compagnie italiane(Ancip),
> anticipa che i portuali italiani incroceranno le braccia di fronte ai
> carichi di armi: "Nel caso in cui avessero intenzione di utilizzare le
> banchine commerciali, abbiamo già detto che non lavoreremo. E anzi:
> vigileremo perché le banchine siano lasciate ad un traffico di pace, non
> utilizzate per favorire la guerra. Un porto come quello di Livorno ha una
> grande tradizione di pace.Credo che ci penseranno due volte prima di far
> arrivare un carico bellico."
>
>
>
> La tradizione democratica toscana viene ribadita dalle espressioni
> pubbliche del Sindaco di Livorno, Lamberti, e dai presidenti provinciali
> Nunes e Frontera: "Abbiamo chiesto ufficialmente alle autorità militari di
> Camp Darby di far conoscere che tipo di materiali vengono trasportati dai
> convogli ferroviari. Con i nostri consigli esprimiamo una forte posizione
> di contrarietà".
>
>
>
> E l'opposizione politica, come si esprime rispetto a questa azione di
> popolo e di lavoratori, ferrovieri, marittimi e aeroportuali?
>
> I leader dell'opposizione si badano bene dall'esprimersi sul boicottaggio!
>
> Generalmente viene raccomandato che ogni protesta si mantenga sul terreno
> della non violenza e del rifiuto delle provocazioni, "che sia subito
> sospeso il transito dei treni che trasportano armi, anche perché il
> parlamento ancora non si è pronunciato sulla concessione agli Usa delle
> infrastrutture".(Da il Sole che ride!). E quand'anche il Parlamento si
> pronunciasse a favore, allora diventerebbero illegittimi i blocchi e le
> proteste? In questo modo si vuole difendere la Costituzione?
>
> Il ds Violante dichiara di non condividere il metodo del blocco dei
> convogli ferroviari, ma non disconosce la protesta.
>
>
>
> Comunque, è nel pieno rispetto delle leggi che i lavoratori dei trasporti
> si stanno mettendo di traverso al movimento bellico!
>
> A quando le forze politiche di opposizione saranno in grado di mettersi
> loro di traverso alla guerra! Quando saranno in grado di impedire al
> Premier Berlusconi di affermare che per ottenere la pace bisogna preparare
> la guerra?
>
> Quando si vedranno tanti politici sdraiati sulle traversine dei binari ad
> impedire il traffico di morte?
>
>
>
> Stucchevoli alcune dichiarazioni sindacali.
>
> Di fatto Cgil, Cisl, Uil non sconfessano i tentativi di boicottaggio dei
> trasporti, e ci mancherebbe altro! A boicottare il via vai di armi e
> soldati per tutta Italia si stanno impegnando direttamente i lavoratori,
> che richiedono interventi decisi dalle segreterie confederali.
>
> Ma il segretario della CISL Savino Pezzotta sbuffa: "La pace non si fa con
> il blocco dei treni".
>
> Dal "Corriere della sera" del 23 febbraio 2003, a pag.5, nell'articolo
>
> " Blocchi e scontri, ma i treni arrivano a Camp Darby" si legge:
>
> "La CGIL veneta che, venerdì, aveva innescato la prima contestazione, si
> chiama fuori. "Noi siamo contro la guerra senza se e senza ma. - dice Oscar > Mancini, segretario della camera del lavoro di Vicenza - Ciò premesso, non
> aderiamo al blocco dei treni. La palla oramai è passata ai
> disobbedienti..." Sic! Sarebbe interessante conoscere le ragioni di questo
> improvviso "chiamarsi fuori"!
>
> Il segretario generale della CGIL Guglielmo Epifani raccomanda che
> "l'opposizione alla guerra va sempre condotta secondo un rigoroso principio > di difesa della legalità."
>
> Benissimo! Ma a frantumare il principio di legalità è stato il Governo, e
> contro questo atto bisogna fare contrapposizione decisa e dura, non sono
> necessarie raccomandazioni di non disturbare eccessivamente il
> manovratore,.che tanto i treni arrivano comunque a destinazione.
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>
> I treni vengono condotti da personale civile, al quale bisogna garantire
> l'assoluta impunità in caso di obiezione a guidare treni con carichi
> bellici, e questa garanzia deve essere fornita dai sindacati, che in caso
> contrario devono scatenare immediatamente lo sciopero.
>
> Questa è la maniera di essere sindacato!
>
> Inoltre, in caso di sostituzione del personale civile con il genio
> ferrovieri, i militari devono ricordarsi che hanno giurato sulla
> Costituzione Italiana e non degli USA, che devono rispettare l'articolo 11, > non solo gli ordini di superiori asserviti, e che c'è un popolo di giuristi > democratici pronto alla loro difesa, assieme al popolo grande di tutti
> coloro che dicono "no alla guerra, no in mio nome!".
>
> I sindacalisti democratici e i politici dell'opposizione non dovrebbero
> tanto interessarsi dell'osservanza del principio di legalità da parte dei
> cittadini, ma dovrebbero urlare ai parlamentari che voteranno per la
> guerra, anche avvallati dalle risoluzioni ONU, che non riusciranno ad
> uccidere il principio di cittadinanza e la sovranità del popolo, costituito > non da sudditi ma da cittadini liberi.
>
> Questi sono i veri traditori, gli onorevoli che tradiscono la Costituzione
> democratica, laica, antifascista, che si sentono forti della loro immunità
> parlamentare, che non vogliono recepire i segni della coscienza pubblica
> che non vuole più farsi violentare.
>
> E chiamano traditori i Partigiani della Pace, solo perché questi vogliono
> garantire veramente la Pace, "con impegno, fatica e perseveranza", vogliono > garantire la forza del Diritto, e non il diritto della forza, la potenza
> della verità e non della menzogna, la ricerca delle cause delle ingiustizie > immense che affliggono gli uomini di questo mondo.
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