[Lecce-sf] Fw: Bozza documento Tavolo Migranti dei social fo…

Delete this message

Reply to this message
Author: luisa rizzo
Date:  
Subject: [Lecce-sf] Fw: Bozza documento Tavolo Migranti dei social forum
From: Maurizio Ricciardi
To: antirazzismo
Sent: Tuesday, February 25, 2003 8:35 PM
Subject: [migranti&antirazzismo] Bozza documento Tavolo Migranti dei social
forum

Come stabilito a Roma lo scorso 16 febbraio, mettiamo in rete la bozza di
documento da proporre alla discussione del Tavolo nella riunione di sabato
prossimo a Livorno. Come d'accordo alla sua stesura hanno collaborato più
compagni e compagne di diverse città.



Sandro Mezzadra

Maurizio Ricciardi
----------------------------------

Il presente documento assume come propri riferimenti politici i precedenti
documenti del Tavolo migranti dei social forum italiani e l'appello lanciato
dal Comitato immigrati in Italia.
Noi confermiamo il giudizio che avevamo formulato nel corso della battaglia
contro la legge Bossi-Fini. Quelli che oggi viviamo sono gli esiti xenofobi
e razzisti di una legge che ha come suo scopo principale la divisione e la
discriminazione tra i lavoratori e i cittadini residenti in Italia sulla
base della loro provenienza, con la destrutturazione del mercato del lavoro,
rendendo clandestina l'esistenza di migliaia di donne e di uomini migranti.
La vita delle lavoratrici e dei lavoratori migranti rappresenta oggi in
Italia e in Europa il cinico laboratorio nel quale vengono sperimentate
modalità di sfruttamento che tendono a estendersi alla totalità della forza
lavoro. Ora risulta chiara a tutti la CENTRALITA' POLITICA DEL LAVORO
MIGRANTE, o, in altre parole, il valore emblematico delle condizioni di
esistenza e di lavoro a cui sono costretti gli e le immigrati/e. I migranti
non rappresentano un segmento sociale marginale, ma una moltitudine di
uomini e di donne obbligati a vivere anticipatamente le condizioni di vita e
di lavoro che sembrano progressivamente toccare anche in Europa tutti coloro
che sono costretti a vendere la propria forza lavoro; molti immigrati
ritrovano anche qui le condizioni di liberalizzazione selvaggia dello
sfruttamento esistenti nei paesi di origine da cui hanno scelto di fuggire.
La "sanatoria-truffa" conclusasi nello scorso novembre conferma peraltro ciò
che la legge Bossi-Fini gridava con l'affermazione della centralità del
contratto di soggiorno: assoluta dipendenza dell'esistenza complessiva del
migrante dalla volontà del datore di lavoro e dalle oscillazioni del
mercato. LA SANATORIA STA DISPIEGANDO L'EFFETTO DI RICATTO E DI
PRECARIZZAZIONE DELL'ESISTENZA IMPLICITO NELLA FIGURA DEL CONTRATTO DI
SOGGIORNO.
In questa situazione è necessario chiedersi che cosa significa dare concreta
attuazione alle parole d'ordine di opposizione, contrasto, disobbedienza e
sabotaggio della legge che il Tavolo nella sua interezza ha sempre fatto
proprie. Proprio la regolarizzazione concessa da questo governo ai padroni,
pone in maniera pressante il problema della previsione di meccanismi
amministrativi che garantiscano la COSTANTE REGOLARIZZAZIONE dei migranti
che giungono in Italia. E questo è un obiettivo su cui l'intero movimento
europeo si è impegnato a mobilitarsi.
Nel momento presente, facendo nostre le richieste che i migranti formulano
ovunque, si tratta di aprire vertenze e percorsi di lotta articolati
territorialmente, alla cui costruzione chiamiamo tutte le strutture che in
qualche modo si riconoscono all'interno del movimento dei movimenti. Per
rispondere alle norme previste dalla cosiddetta sanatoria, riprendendo la
formulazione proposta dal Comitato immigrati in Italia, poniamo tra i nostri
obiettivi minimi:
- la riapertura dei termini per la regolarizzazione;
- la necessità di rendere più celeri le procedure di regolarizzazione;
- il riconoscimento della ricevuta di regolarizzazione come documento valido
per l'espatrio temporaneo;
Deve essere inoltre consentito ai migranti in attesa di regolarizzazione di
cambiare lavoro, così come deve essere fatta chiarezza in merito al
pagamento dei contributi previdenziali e allo svolgimento del rapporto di
lavoro durante la definizione delle domande di regolarizzazione.
Ma più in generale: proprio perché la legge Bossi-Fini punta materialmente a
sospingere gli stessi migranti regolari in una condizione di permanente
precarietà che ne condiziona le possibilità di espressione e di azione
politica, riteniamo che sia dovere di tutte le forze politiche e sociali -
dal sindacato ai partiti, alle associazioni - promuovere e garantire il
protagonismo dei migranti. In particolare, quelle forze, come la CGIL, che
sembrano aver fatto della tematica dei diritti l'asse strategico della loro
azione politica, sono chiamate a dare una dimostrazione di coerenza: questa
tematica, infatti, rischia di sfumare nella genericità, di ridursi a una
parola d'ordine priva di contenuto materiale, se non diviene lo sfondo di
rivendicazioni concrete e dell'espressione di soggetti specifici. Già la
manifestazione annunciata per il prossimo 15 marzo deve necessariamente
avere al suo centro il tema della condizione migrante. NON E' POSSIBILE OGGI
ALCUN DISCORSO SUI DIRITTI CHE NON MUOVA DALLA CONDIZIONE MIGRANTE. O
MEGLIO, LA LOTTA CONTRO LA CONDIZIONE A CUI SI VOGLIONO RIDURRE I MIGRANTI
CONSENTE DI APRIRE VERAMENTE UNO SPAZIO PER LA PRATICA DI DIRITTI. Noi,
pertanto, appoggeremo quella manifestazione e altre dello stesso tipo solo
se al loro interno troveranno espressione le richieste e le parole d'ordine
che i migranti stessi di volta in volta propongono.

Riteniamo poi fondamentale, al di là delle pratiche di interdizione,
disobbedienza e sabotaggio che si tratta di mettere in campo contro la
Bossi - Fini, lanciare un'offensiva più generale per la conquista e la
pratica dei diritti dei migranti. Un carattere esemplificativo, da questo
punto di vista, può essere assunto dalla conquista del diritto di voto a
partire dall'ambito comunale, tema su cui sono in atto riflessioni e
sperimentazioni che il Tavolo si propone di sostenere, amplificare e
moltiplicare. Di fondamentale importanza, al tempo stesso, appare promuovere
il confronto, se necessario aspro, con le forze della coalizione di
centro-sinistra, sottolineando gli elementi di plateale continuità esistenti
tra l'impianto della legge Turco - Napolitano e quello della legge Bossi -
Fini, e chiedendo con forza un radicale mutamento della prospettiva con cui
quelle forze hanno affrontato la questione delle migrazioni negli ultimi
anni, aprendo, lo ripetiamo, i varchi al cui interno la destra xenofoba ha
potuto realizzare la sua opera legislativa. NELLE VARIE ELEZIONI NOI
APPOGGEREMO SOLO QUEI CANDIDATI CHE RICONOSCERANNO APERTAMENTE E IN MODO NON
STRUMENTALE LA CENTRALITA' DELLA QUESTIONE MIGRANTE. Ciò significa che dovrà
essere espressamente dichiarata la necessità della chiusura dei CPT, la
critica dei capisaldi della legge Bossi - Fini, in particolare del contratto
di soggiorno, come pure l'appoggio pratico alle lotte che su questo terreno
si muovono.

In questo momento, in cui assai concrete appaiono le prospettive di guerra,
la questione dei diritti trova una sua prima specificazione nella difesa
dell'esistenza di tutti coloro che decideranno di godere del loro "diritto
di fuga". E' noto a tutti il vuoto giuridico che segna pesantemente la vita
dei profughi in Italia: la rivendicazione del diritto d'asilo, da tempo al
centro delle richieste del movimento dei migranti assume in questa
congiuntura bellica una urgenza del tutto particolare, così come occorrerà
promuovere una MOBILITAZIONE PERMANENTE CONTRO OGNI TENTATIVO DI INDIVIDUARE
NEI MIGRANTI IL NEMICO INTERNO PER LA RELIGIONE O LA PROVENIENZA GEOGRAFICA.
Da questo punto di vista la campagna giudiziaria e di stampa montata a
Napoli contro un gruppo di pakistani è un segnale oltremodo allarmante.

Guardando all'immediato futuro, infine, riteniamo che i tempi siano maturi
per dare attuazione a quell'impegno di lanciare una campagna sulla
condizione del lavoro migrante nel meridione d'Italia che ci eravamo
collettivamente assunti a Genova nel luglio 2002. Un primo momento di lotta
che si tratta di costruire sulla base delle indicazioni che verranno dai
compagni pugliesi e campani, può essere individuato nella costruzione di un
bordercamp in Puglia nel mese di luglio. Obiettivo di questa iniziativa sarà
far coincidere la lotta contro i dispositivi di controllo delle frontiere
dell'Unione Europea e la mobilitazione nei luoghi in cui più evidente è l'
intreccio tra sfruttamento del lavoro nella cosiddetta "fabbrica verde" e
concreta negazione di ogni diritto. Nel quadro dello stesso impegno di
costruire percorsi di lotta e di presenza politica nell'Italia meridionale,
il Tavolo fa inoltre propria la proposta dei compagni del Lecce Social forum
di costruire un seminario sulla valenza politica generale dei Centri di
permanenza temporanea. Il seminario si propone di mettere a nudo tutti gli
aspetti di controllo e di nudo dominio che essi esercitano sull'esistenza
dei migranti in Italia e in Europa, indagandone il carattere di luogo di
sospensione del diritto e dei diritti, di controllo della forza lavoro
migrante, di istituzioni totali, di perpetuazione del patriarcato in
Occidente.
L'intero percorso del Tavolo si muove all'interno delle coordinate discusse
e stabilite nelle grandi assemblee di movimento in occasione del Forum
sociale europeo di Firenze. È nostra ferma intenzione contribuire a portare
la questione migrante sempre più al centro dei lavori di tutti i prossimi
incontri europei, in particolare nel prossimo Forum sociale europeo che si
terrà in Francia. Con questo testo, inoltre, vogliamo contribuire allo
sviluppo di un confronto e un dialogo con tutto il movimento, con le forze
politiche, sociali e sindacali che riconoscono la centralità attuale della
questione migrante e, soprattutto, vorremmo sostenere il rilancio, la messa
in rete e il rafforzamento dell'iniziativa generalizzata a livello locale da
parte di tutte le realtà del movimento, verificando la possibilità di
realizzare ulteriori iniziative di mobilitazione a tutti i livelli contro la
Bossi/Fini e i suoi già devastanti effetti.