Personalmente ( ma penso di non essere solo... ) sono convinto
che le centinaia di bandiere della pace esposte in Lucchesia - la cui
richiesta peraltro continua - siano espressione di un importantissimo
segnale di rifiuto di massa riguardo alla logica della guerra " preventiva"
( e forse non solo ) all' Iraq. Ho partecipato ed aderito sia alle
iniziative di Disertenda come alle grosse manifestazioni nazionali di
Firenze e Roma come alle pur grosse ( essendo locali ) iniziative di Lucca
del 10 Dicembre e del 22 Febbraio. Quindi ho ritenuto quelli elencati
appuntamenti importanti da valorizzare .Ritengo però che sia anche
indispensabile partecipare direttamente - se si può - o comunque sostenere
con l'adesione solidale tutte le iniziative volte ad intralciare la guerra
ed i suoi preparativi quali ad esempio il blocco dei treni che
trasportano materiale bellico.Bloccare un treno è un atto illegale , non
necessariamente un atto violento.Quante volte sono state occupate le
stazioni da manifestazioni operaie ..... erano anche quelli atti "illegali"
non per questo assimilabili ad azioni violente o "terroristiche "
.Identificare nonviolenza e legalità ,mi sembra riduttivo e mistificante
anche rispetto alle lotte gandhiane che ( qualunque sia il giudizio che ne
vogliamo dare ) hanno usato metodi illegali per lottare contro il potere
coloniale britannico.
Non mi trovo egualmente d'accordo con chi contrappone "resistenza" a "
nonviolenza" rischiando di fare la caricatura sia dell'una che dell'altra ,
dimenticando che la resistenza quando non può essere che "armata" lo è
perchè la situazione è tale da non lasciare altra scelta non certo per una
condivisione "etica " della violenza strutturale come è quella delle forze
economico-militari che organizzano e pianificano gli eserciti; nella nostra
situazione bisogna invece spingere verso forme di "resistenza nonviolenta "
praticate il più possibile a livello di massa . Certo -non si può essere
incoscienti- bisogna tenere conto delle conseguenze penali a cui si può
andare incontro con il blocco dei treni ( ma di ciò se ne deve sempre tenere
conto, anche quando si blocca un cantiere dell'alta velocità, un
inceneritore, una centrale nucleare o si occupa uno spazio abandonato per
restituirlo alla fruibilità sociale ).
Altra cosa è tenere conto della opinione di coloro, parlamentari e / o
sindacalisti che in passato ( anche recente : vedi missione Alpini in
Afghanistan ) hanno avallato palesemente la violazione
delle norme costituzionali a partire dall'articolo 11 ( 1° guerra del
Golfo, missione in Somalia , guerra alla Jugoslavia , esrcito professionale
e liquidazione dell'obiezione di coscienza , guerra all'Afghanistan ) e
dall'introduzione delle norme che precarizzavano il lavoro ( lavoro
interinale, abolizione art.18 ) facilitando i soprusi ( queste sono
violenze o no ?) nei confronti dei lavoratori da parte degli imprenditori .
Riassumendo , secondo me , non è giusto ( nè sul piano "pratico " - non ne
avremmo comunque le forze- nè soprattutto sul piano "etico " ) competere
con lo Stato contendendogli il monopolio della violenza ;non accetto però
lezioni da chi con questo Stato -che viola costantemente la sua stessa legge
fondamentale ,la Costituzione - ci va ogni giorno a braccetto dimenticando
di rappresentare milioni di elettori o di lavoratori e non solo ristrette
burocrazie di partito o sindacali .
Ciao,
Gian Paolo Marcucci