[Forumlucca] Fw: [glt NV] Lilliput e i treni della morte.

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著者: Elena Bertoli
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題目: [Forumlucca] Fw: [glt NV] Lilliput e i treni della morte.
----- Original Message -----
From: "Diego Cozzuol" <diego.cozzuol@???>
To: "GLT-NV Lilliput" <glt-nonviolenza@???>
Sent: Tuesday, February 25, 2003 1:08 AM
Subject: Re: [glt NV] Lilliput e i treni della morte.


Mi trovo d'accordo con Carlo Gubitosa:
E riflettendo sul consenso raggiunto dalla campagna: "Pace da tutti i
balconi!", aggiungo quanto segue:

Premetto che la campagna sta riscontrando un successo largamente esteso, tra
le altre, anche x le seguenti ragioni:
1) La MAGGIORANZA degli italiani sono per la Pace + contro la guerra
2) La campagna non si pone in maniera negativa, ma positiva (non "NO alla
guerra", ma "PACE")
3) La bandiera è esteticamente bella e facilmente visibile ed
identificabile.
4) La campagna è palesemente legale e nonviolenta.

L'assenza di solo uno di questi elementi NON avrebbe permesso larghissimo
consenso a questo segno.
Se desideriamo un largo consenso x le prossime azioni proposte, si possono
considerare come seriamente indicativi i punti sopra espressi.



La situazione italiana è piuttosto anomala: non ci troviamo in una
situazione nella quale una minoranza della popolazione sta organizzando una
resistenza, per perseguire la quale possono "giustificarsi" atti legalmente
non ammessi: siamo piuttosto nella (pur grottesca) situazione nella quale la
maggioranza non è rappresentata nelle decisioni prese dal governo. Quindi io
direi che in questo caso non possiamo usare azioni da "resistenza"
minoritaria.
Non abbiamo la necessità di atti eclatanti dal punto di vista mediatico,
perchè non siamo pochi che debbono attirare l'attenzione dei molti (le
bandiere ai balconi continuano a dimostrarlo). Abbiamo semplicemente bisogno
di trovare un segno semplice e forte che sappia far sentire il peso della
nostra maggioranza.
Anzi, ho l'impressione che gli atti eclatanti, e per di più illegali, vadano
a disturbare, quando non sia tradire, l'ampio consenso raggiunto.

Insomma, pur essendo la PACE considerata un valore urgente e capitale dalla
maggior parte degli italiani, rischiamo, perseguendo azioni illegali, e per
questo percepite o bollate a torto o a ragione come in qualche modo
"violente" dalla maggioranza degli italiani, di rovinare la fiducia e
l'unità raggiunta tra associazioni impegnate e cittadini moderati.

Piuttosto vedo bene azioni coordinate di boicottaggio, che ogni cittadino
(non solo quelli impegnati) può fare con semplicità e senza violenza da casa
sua, semplicemente SCEGLIENDO o SCARTANDO determinate cose quotidianamente
proposte dagli scaffali dei supermercati, dalla TV, dalle edicole.
Lasciamo che i treni giungano a destinazione, ma, ad esempio, annunciamo che
smettiamo di comperare alcuni prodotti italo-americani (non solo americani
quindi, ma anche italiani, o meglio, berlusconiani...). Questo sarà
senz'altro più efficace, perchè colpisce nel vivo, e non si rivolge come un
boomerang contro chi desidera la pace.

Insomma, non dobbiamo fare resistenza da trincea, non ce n'è bisogno;
dobbiamo semplicemente esercitare il diritto, e quando non si può
esercitare, si propone ai cittadini che sono per la pace di rallentare tutte
le attività: si va in macchina per strada a 30-40 all'ora, si lavora più
lentamente, si comincia ad essere meno efficenti, nel tempo libero si
bighellona e si passeggia per le città come fannulloni, attraversando spesso
la strada, insomma, si comincia ad ingombrare, come una massa quasi inerte.
Gulliver non ce la può fare a spostare una marea di lillipuziani inerti.

Non agiamo in preda agli impulsi. Fantasia ne abbiamo, competenza anche, in
molti ambiti della società civile italiana. Spostiamo la leva del potere con
l'autorità della maggioranza, ma agendo nella legalità.

Diego

----- Original Message -----
From: "Carlo Gubitosa" <c.gubitosa@???>
To: <glt-nonviolenza@???>
Sent: Monday, February 24, 2003 2:44 PM
Subject: Re: [glt NV] Lilliput e i treni della morte.


> Ciao a tutti...
>
> Di fronte alle azioni dirette sui binari ho alcune perplessita' che vorrei
> condividere con voi...
>
> 1) Quali saranno gli effetti REALI sulla macchina bellica? Le mongolfiere
> lanciate da Peppe Sini durante i bombardamenti sulla Jugoslavia hanno
> rallentato gli aerei, forse fatto saltare qualche missione. Mi chiedo se

la
> presenza sui treni sara' un reale intralcio o avra l'effetto della zanzara
> sull'elefante. Non e' una domanda retorica (ne' lo e' nessuno degli
> interrogativi che seguono), mi chiedo soltanto che strumenti abbiamo per
> misurare l'efficacia antibellica del blocco dei treni.
>
> 2) Quali saranno gli effetti MEDIATICI di queste azioni?
> Ho gia' visto titoli allucinanti in cui il blocco dei treni e' stato
> descritto come una azione tra il black bloc e il terroristico, sicuramente
> molte persone lontane che iniziavano ad avvicinarsi alla pace anche da
> posizioni non antagoniste o addirittura filogovernative adesso rischiano

di
> cadere nei trappoloni della propaganda, che fino a ieri aveva come unico
> argomento "i pacifisti lucrano sulle bandiere". A mio avviso questa era

una
> grande vittoria culturale, perche' di fatto avevano esaurito gli argomenti
> per la demonizzazione. Adesso, invece, chi vorra' dimostrare l'equazione
> pacifista=terrorista avra' di fatto molti strumenti in piu', e questi
> strumenti glieli abbiamo regalati anche noi. Il lavoro paziente e "da
> formiche" delle bandiere ha dato risultati grandiosi soprattutto perche'

ha
> dato la possibilita' di identificarsi nei movimenti per la pace anche alle
> persone lontane, e persino il sindaco di Taranto (forza italia) ha esposto
> quella bandiera in comune violando le disposizioni del prefetto. Ora

quella
> bandiera e' stata inquadrata dalle telecamere in mezzo a falo' sui binari

e
> associata agli scontri tra polizia e attivisti. Ne valeva la pena? Non lo
> so, per rispondere a questa domanda dovrei aver risposto alla domanda
> numero 1, e cioe' capire quali sono stati i risultati effettivi del

blocco.
> Se quel blocco e' servito a salvare delle vite umane, a me personalmente
> non importa di essere chiamato terrorista, ma se non e' servito a molto mi
> dispiacerebbe aver fatto un autogol mediatico, perche' lascio altre

persone
> esposte alla violenza della propaganda.
>
> 3) Quali saranno gli effetti GIUDIZIARI di queste azioni?
> Visto che ogni vita umana e' preziosa, e viene pirma di qualunque

strategia
> di movimento, abbiamo messo in conto che una azione sistematica di blocco
> potrebbe essere pagata con un gran numero di attivisti
> caricati/fermati/arrestati/manganellati/gassati/processati? Vale la pena
> spendere energie nell'inevitabile incontro/scontro con la forza pubblica
> che nascera' da nuove azioni di blocco? In futuro le FFOO saranno meno
> impreparate, si potra' contare meno sull'effetto sorpresa e ci saranno
> direttive dall'alto tese a dare un'immagine di fermezza e di
> inflessibilita' nel rispetto della legge italiana, che sui binari si
> scontra con la legge delle coscienze. Un banchetto di otto potenti e'
> costato la vita di un ragazzo, quale potrebbe essere il prezzo da pagare
> per un banchetto militare molto piu' importante e strategico? Noi lanciamo
> campagne e slogan, ma personalmente ho alcuni dubbi a dire ad altri "fate
> come me, seguite la mia iniziativa" se le mie campagne e i miei slogan
> possono contribuire a trascinare ragazzi ancora incensurati nella spirale
> giudiziaria.
>
> 4) Quali saranno gli effetti POLITICI di queste azioni?
> Per il momento l'unico risultato concreto e' andato a beneficio dei
> "falchi", perche' tra le "colombe" si e' creata una nuova spaccatura... La
> Cisl, infatti, che aveva aderito alla manifestazione del 15 febbraio
> partecipando alla costruzione del documento finale, adesso ha nuovamente
> preso le distanze (CFR agenzia in coda al messaggio). A me sta bene che

nel
> movimento antiguerra non ci siano patenti di legittimita' e che ognuno
> abbia il diritto di rivendicare la propria cultura e la propria
> specificita', ma di fatto per rispettare la specificita' antagonista e
> disobbediente adesso ci siamo persi per strada la specificita' della Cisl,
> che secondo me con la sua presenza avrebbe potuto dare piu' forza a tutto
> il fronte pacifista. Secondo me l'unico parametro per misurare la
> legittimita' di un gruppo organizzato all'interno di un movimento e' la
> misura dell'efficacia delle sue azioni, se uno a parole dichiara i piu'

bei
> principi di Pace e disarmo, ma di fatto fa (consapevolmente o meno) il
> gioco della parte avversa, a questo punto e' lui che si sta estromettendo
> da solo dal movimento, non sono io che lo sto scomunicando. Di fatto chi
> alza la voce o fa le azioni piu' eclatanti risulta sempre il vincitore
> mediatico, ma gli effetti politici di questa attenzione conquistata a

colpi
> di "strappi" e di azioni isolate possono fare gli interessi di chi

vorrebbe
> scongiurare l'unita' e la compattezza dimostrata dagli organizzatori della
> manifestazione di Roma, che hanno scritto un documento finale in cui non

si
> gioca al ribasso, ma ognuno ha contribuito con il meglio della propria
> cultura sindacale o associativa.
>
> Dopo aver visto gli effetti disastrosi dell'antagonismo praticato a

Genova,
> mi chiedo se valga la pena di farsi trascinare di nuovo in uno scontro,
> quando gli strumenti per reagire alla cultura della guerra e alla
> possibilita' di un intervento in Iraq sono talmente tanti da permetterci

di
> gridare la voglia di pace non solo "tra di noi", ma anche insieme a
> poliziotti (sul palco di piazza S. Giovanni c'era la bandiera del

sindacato
> di polizia SILP), sindaci e deputati forzitalioti, parrocchie, sindacati e
> tanti altri organismi che invece qualcuno vedrebbe volentieri come
> protagonisti di una ennesima "guerra tra poveri" che potrebbe consumarsi
> sui giornali e sui binari mentre qualcuno si frega le mani sghignazzando
> per l'ennesimo tentativo riuscito di strumentalizzazione delle azioni di

un
> movimento.
>
> SI DIFFIDA QUALUNQUE GIORNALISTA E ORGANO DI INFORMAZIONE DALL'UTILIZZO
> COMMERCIALE DI QUESTE AFFERMAZIONI, ESPRESSE IN FORMA PRIVATA ALL'INTERNO
> DI QUESTA MAILING LIST.
>
> ---------------
>
> 10:42 IRAQ: PEZZOTTA, FERMARE TRENI NON AIUTA LA PACE
>
>
>
> (ASCA) - Roma, 24 feb - ''I blocchi non servono, creano
> tensioni nell'opinione pubblica e rischiano, se continuano
> nei modi in cui sono stati attuati, di far scemare
> l'attenzione alla guerra che siamo riusciti faticosamente a
> costruire''. Lo dice Savino Pezzotta, leader della Cisl, in
> un'intervista al 'Corriere della Sera', a proposito dei
> tentativi dei pacifisti di bloccare i treni diretti verso la
> base militare statunitense di Camp Darby.
>     ''Con Epifani - afferma Pezzotta - abbiamo convenuto che
> il governo ha l'obbligo di informare i lavoratori addetti al
> trasporto di quello che si trasporta, per la loro sicurezza.
> E che se si vuole lavorare davvero per la pace bisogna stare
> tutti dentro le regole della legalita'. Dico proprio
> tutti'', anche - precisa - ''il governo di Silvio
> Berlusconi. Alcune reazioni saranno ingiustificate e niente
> affatto condivisibili, ma i comportamenti del governo non
> sono stati certamente lineari. Prima di far attraversare il
> paese dalle armi e caricare queste armi sulle navi nei porti
> italiani aveva almeno il dovere di informare le commissioni
> Difesa di Camera e Senato. Non l'ha fatto: lo considero un
> fatto molto grave''.
>     Quanto al blocco dei porti, deciso dalla Cgil, ''credo -
> dice Pezzotta - che si stia un po' esagerando''; ''non
> condividiamo questo modo di fare. Poi sarebbe ora che per
> decidere le iniziative si discutesse unitariamente. Perche'
> non si possono lanciare appelli all'unita' mentre ognuno
> continua a fare come vuole. Di scioperi nei porti non se
> n'e' mai discusso''.

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