----- Original Message -----
From: "Tiziano Tissino" <t.tissino@???>
To: <glt-nonviolenza@???>
Sent: Tuesday, February 25, 2003 12:08 AM
Subject: Re: [glt NV] Lilliput e i treni della morte.
Rispetto le perplessità avanzate da Carlo, però credo che le iniziative per
cercare di
bloccare i treni (quelli con le armi, non certo gli altri), nascano da
un'esigenza che
non possiamo scansare allegramente.
Le bandiere della pace hanno avuto un impatto enorme, solo che io non mi
voglio e
non mi posso accontentare di esprimere il mio 'no' alla guerra, e poi
lasciare che gli
altri la facciano lo stesso.
Con la nonviolenza, con il rispetto delle sane regole proposte da
Massimiliano, io
credo che ci dobbiamo porre seriamente l'obiettivo di intralciare la
macchina della
guerra. E dobbiamo cominciare a farlo fin da ora, laddove possibile, facendo
capire
al nostro governo che avrà serie difficoltà a gestire un'Italia che non ha
nessuna
intenzione di adeguarsi.
La mia preoccupazione è che Bush, Blair e Berlusconi siano convinti di
riuscire a
fare la guerra nonostante sappiano bene che la maggioranza dei loro popoli
non la
vuole. Bene, se è così, dobbiamo far capire loro che con la guerra saranno
costretti
a pagare, hic et nunc, un altissimo prezzo politico. Che non credano di
cavarsela
semplicemente perdendo qualche punto percentuale nei sondaggi, con la
speranza
di recuperarlo nella successiva campagna elettorale.
Quanto agli effetti mediatici, vai a vederti, ad esempio, il sito
www.prilombardia.it :
con o senza blocchi dei treni, ci sarà comunque chi dipingerà i pacifisti
come
gentaglia al soldo di Saddam. La cosa bella è che la gente non ci casca più.
Io non
credo che la partita 'treni' si chiuderà in perdita, anche sul fronte
mediatico...
Il giorno lunedì 24 febbraio 2003 alle 14:44, Carlo Gubitosa ha scritto:
> Ciao a tutti...
>
> Di fronte alle azioni dirette sui binari ho alcune perplessita' che
> vorrei condividere con voi...
>
> 1) Quali saranno gli effetti REALI sulla macchina bellica? Le
> mongolfiere lanciate da Peppe Sini durante i bombardamenti sulla
> Jugoslavia hanno rallentato gli aerei, forse fatto saltare qualche
> missione. Mi chiedo se la presenza sui treni sara' un reale intralcio
> o avra l'effetto della zanzara sull'elefante. Non e' una domanda
> retorica (ne' lo e' nessuno degli interrogativi che seguono), mi
> chiedo soltanto che strumenti abbiamo per misurare l'efficacia
> antibellica del blocco dei treni.
>
> 2) Quali saranno gli effetti MEDIATICI di queste azioni?
> Ho gia' visto titoli allucinanti in cui il blocco dei treni e' stato
> descritto come una azione tra il black bloc e il terroristico,
> sicuramente molte persone lontane che iniziavano ad avvicinarsi alla
> pace anche da posizioni non antagoniste o addirittura filogovernative
> adesso rischiano di cadere nei trappoloni della propaganda, che fino a
> ieri aveva come unico argomento "i pacifisti lucrano sulle bandiere".
> A mio avviso questa era una grande vittoria culturale, perche' di
> fatto avevano esaurito gli argomenti per la demonizzazione. Adesso,
> invece, chi vorra' dimostrare l'equazione pacifista=terrorista avra'
> di fatto molti strumenti in piu', e questi strumenti glieli abbiamo
> regalati anche noi. Il lavoro paziente e "da formiche" delle bandiere
> ha dato risultati grandiosi soprattutto perche' ha dato la
> possibilita' di identificarsi nei movimenti per la pace anche alle
> persone lontane, e persino il sindaco di Taranto (forza italia) ha
> esposto quella bandiera in comune violando le disposizioni del
> prefetto. Ora quella bandiera e' stata inquadrata dalle telecamere in
> mezzo a falo' sui binari e associata agli scontri tra polizia e
> attivisti. Ne valeva la pena? Non lo so, per rispondere a questa
> domanda dovrei aver risposto alla domanda numero 1, e cioe' capire
> quali sono stati i risultati effettivi del blocco. Se quel blocco e'
> servito a salvare delle vite umane, a me personalmente non importa di
> essere chiamato terrorista, ma se non e' servito a molto mi
> dispiacerebbe aver fatto un autogol mediatico, perche' lascio altre
> persone esposte alla violenza della propaganda.
>
> 3) Quali saranno gli effetti GIUDIZIARI di queste azioni?
> Visto che ogni vita umana e' preziosa, e viene pirma di qualunque
> strategia di movimento, abbiamo messo in conto che una azione
> sistematica di blocco potrebbe essere pagata con un gran numero di
> attivisti caricati/fermati/arrestati/manganellati/gassati/processati?
> Vale la pena spendere energie nell'inevitabile incontro/scontro con la
> forza pubblica che nascera' da nuove azioni di blocco? In futuro le
> FFOO saranno meno impreparate, si potra' contare meno sull'effetto
> sorpresa e ci saranno direttive dall'alto tese a dare un'immagine di
> fermezza e di inflessibilita' nel rispetto della legge italiana, che
> sui binari si scontra con la legge delle coscienze. Un banchetto di
> otto potenti e' costato la vita di un ragazzo, quale potrebbe essere
> il prezzo da pagare per un banchetto militare molto piu' importante e
> strategico? Noi lanciamo campagne e slogan, ma personalmente ho alcuni
> dubbi a dire ad altri "fate come me, seguite la mia iniziativa" se le
> mie campagne e i miei slogan possono contribuire a trascinare ragazzi
> ancora incensurati nella spirale giudiziaria.
>
> 4) Quali saranno gli effetti POLITICI di queste azioni?
> Per il momento l'unico risultato concreto e' andato a beneficio dei
> "falchi", perche' tra le "colombe" si e' creata una nuova
> spaccatura... La Cisl, infatti, che aveva aderito alla manifestazione
> del 15 febbraio partecipando alla costruzione del documento finale,
> adesso ha nuovamente preso le distanze (CFR agenzia in coda al
> messaggio). A me sta bene che nel movimento antiguerra non ci siano
> patenti di legittimita' e che ognuno abbia il diritto di rivendicare
> la propria cultura e la propria specificita', ma di fatto per
> rispettare la specificita' antagonista e disobbediente adesso ci siamo
> persi per strada la specificita' della Cisl, che secondo me con la sua
> presenza avrebbe potuto dare piu' forza a tutto il fronte pacifista.
> Secondo me l'unico parametro per misurare la legittimita' di un gruppo
> organizzato all'interno di un movimento e' la misura dell'efficacia
> delle sue azioni, se uno a parole dichiara i piu' bei principi di Pace
> e disarmo, ma di fatto fa (consapevolmente o meno) il gioco della
> parte avversa, a questo punto e' lui che si sta estromettendo da solo
> dal movimento, non sono io che lo sto scomunicando. Di fatto chi alza
> la voce o fa le azioni piu' eclatanti risulta sempre il vincitore
> mediatico, ma gli effetti politici di questa attenzione conquistata a
> colpi di "strappi" e di azioni isolate possono fare gli interessi di
> chi vorrebbe scongiurare l'unita' e la compattezza dimostrata dagli
> organizzatori della manifestazione di Roma, che hanno scritto un
> documento finale in cui non si gioca al ribasso, ma ognuno ha
> contribuito con il meglio della propria cultura sindacale o
> associativa.
>
> Dopo aver visto gli effetti disastrosi dell'antagonismo praticato a
> Genova, mi chiedo se valga la pena di farsi trascinare di nuovo in uno
> scontro, quando gli strumenti per reagire alla cultura della guerra e
> alla possibilita' di un intervento in Iraq sono talmente tanti da
> permetterci di gridare la voglia di pace non solo "tra di noi", ma
> anche insieme a poliziotti (sul palco di piazza S. Giovanni c'era la
> bandiera del sindacato di polizia SILP), sindaci e deputati
> forzitalioti, parrocchie, sindacati e tanti altri organismi che invece
> qualcuno vedrebbe volentieri come protagonisti di una ennesima "guerra
> tra poveri" che potrebbe consumarsi sui giornali e sui binari mentre
> qualcuno si frega le mani sghignazzando per l'ennesimo tentativo
> riuscito di strumentalizzazione delle azioni di un movimento.
>
> SI DIFFIDA QUALUNQUE GIORNALISTA E ORGANO DI INFORMAZIONE
> DALL'UTILIZZO COMMERCIALE DI QUESTE AFFERMAZIONI, ESPRESSE IN FORMA
> PRIVATA ALL'INTERNO DI QUESTA MAILING LIST.
>
> ---------------
>
> 10:42 IRAQ: PEZZOTTA, FERMARE TRENI NON AIUTA LA PACE
>
>
>
> (ASCA) - Roma, 24 feb - ''I blocchi non servono, creano
> tensioni nell'opinione pubblica e rischiano, se continuano
> nei modi in cui sono stati attuati, di far scemare
> l'attenzione alla guerra che siamo riusciti faticosamente a
> costruire''. Lo dice Savino Pezzotta, leader della Cisl, in
> un'intervista al 'Corriere della Sera', a proposito dei
> tentativi dei pacifisti di bloccare i treni diretti verso la
> base militare statunitense di Camp Darby.
> ''Con Epifani - afferma Pezzotta - abbiamo convenuto che
> il governo ha l'obbligo di informare i lavoratori addetti al
> trasporto di quello che si trasporta, per la loro sicurezza.
> E che se si vuole lavorare davvero per la pace bisogna stare
> tutti dentro le regole della legalita'. Dico proprio
> tutti'', anche - precisa - ''il governo di Silvio
> Berlusconi. Alcune reazioni saranno ingiustificate e niente
> affatto condivisibili, ma i comportamenti del governo non
> sono stati certamente lineari. Prima di far attraversare il
> paese dalle armi e caricare queste armi sulle navi nei porti
> italiani aveva almeno il dovere di informare le commissioni
> Difesa di Camera e Senato. Non l'ha fatto: lo considero un
> fatto molto grave''.
> Quanto al blocco dei porti, deciso dalla Cgil, ''credo -
> dice Pezzotta - che si stia un po' esagerando''; ''non
> condividiamo questo modo di fare. Poi sarebbe ora che per
> decidere le iniziative si discutesse unitariamente. Perche'
> non si possono lanciare appelli all'unita' mentre ognuno
> continua a fare come vuole. Di scioperi nei porti non se
> n'e' mai discusso''.
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