[Forumlucca] Fw: [glt NV] Lilliput e i treni della morte.

Supprimer ce message

Répondre à ce message
Auteur: Elena Bertoli
Date:  
Sujet: [Forumlucca] Fw: [glt NV] Lilliput e i treni della morte.
----- Original Message -----
From: "Carlo Gubitosa" <c.gubitosa@???>
To: <glt-nonviolenza@???>
Sent: Monday, February 24, 2003 2:44 PM
Subject: Re: [glt NV] Lilliput e i treni della morte.


> Ciao a tutti...
>
> Di fronte alle azioni dirette sui binari ho alcune perplessita' che vorrei
> condividere con voi...
>
> 1) Quali saranno gli effetti REALI sulla macchina bellica? Le mongolfiere
> lanciate da Peppe Sini durante i bombardamenti sulla Jugoslavia hanno
> rallentato gli aerei, forse fatto saltare qualche missione. Mi chiedo se

la
> presenza sui treni sara' un reale intralcio o avra l'effetto della zanzara
> sull'elefante. Non e' una domanda retorica (ne' lo e' nessuno degli
> interrogativi che seguono), mi chiedo soltanto che strumenti abbiamo per
> misurare l'efficacia antibellica del blocco dei treni.
>
> 2) Quali saranno gli effetti MEDIATICI di queste azioni?
> Ho gia' visto titoli allucinanti in cui il blocco dei treni e' stato
> descritto come una azione tra il black bloc e il terroristico, sicuramente
> molte persone lontane che iniziavano ad avvicinarsi alla pace anche da
> posizioni non antagoniste o addirittura filogovernative adesso rischiano

di
> cadere nei trappoloni della propaganda, che fino a ieri aveva come unico
> argomento "i pacifisti lucrano sulle bandiere". A mio avviso questa era

una
> grande vittoria culturale, perche' di fatto avevano esaurito gli argomenti
> per la demonizzazione. Adesso, invece, chi vorra' dimostrare l'equazione
> pacifista=terrorista avra' di fatto molti strumenti in piu', e questi
> strumenti glieli abbiamo regalati anche noi. Il lavoro paziente e "da
> formiche" delle bandiere ha dato risultati grandiosi soprattutto perche'

ha
> dato la possibilita' di identificarsi nei movimenti per la pace anche alle
> persone lontane, e persino il sindaco di Taranto (forza italia) ha esposto
> quella bandiera in comune violando le disposizioni del prefetto. Ora

quella
> bandiera e' stata inquadrata dalle telecamere in mezzo a falo' sui binari

e
> associata agli scontri tra polizia e attivisti. Ne valeva la pena? Non lo
> so, per rispondere a questa domanda dovrei aver risposto alla domanda
> numero 1, e cioe' capire quali sono stati i risultati effettivi del

blocco.
> Se quel blocco e' servito a salvare delle vite umane, a me personalmente
> non importa di essere chiamato terrorista, ma se non e' servito a molto mi
> dispiacerebbe aver fatto un autogol mediatico, perche' lascio altre

persone
> esposte alla violenza della propaganda.
>
> 3) Quali saranno gli effetti GIUDIZIARI di queste azioni?
> Visto che ogni vita umana e' preziosa, e viene pirma di qualunque

strategia
> di movimento, abbiamo messo in conto che una azione sistematica di blocco
> potrebbe essere pagata con un gran numero di attivisti
> caricati/fermati/arrestati/manganellati/gassati/processati? Vale la pena
> spendere energie nell'inevitabile incontro/scontro con la forza pubblica
> che nascera' da nuove azioni di blocco? In futuro le FFOO saranno meno
> impreparate, si potra' contare meno sull'effetto sorpresa e ci saranno
> direttive dall'alto tese a dare un'immagine di fermezza e di
> inflessibilita' nel rispetto della legge italiana, che sui binari si
> scontra con la legge delle coscienze. Un banchetto di otto potenti e'
> costato la vita di un ragazzo, quale potrebbe essere il prezzo da pagare
> per un banchetto militare molto piu' importante e strategico? Noi lanciamo
> campagne e slogan, ma personalmente ho alcuni dubbi a dire ad altri "fate
> come me, seguite la mia iniziativa" se le mie campagne e i miei slogan
> possono contribuire a trascinare ragazzi ancora incensurati nella spirale
> giudiziaria.
>
> 4) Quali saranno gli effetti POLITICI di queste azioni?
> Per il momento l'unico risultato concreto e' andato a beneficio dei
> "falchi", perche' tra le "colombe" si e' creata una nuova spaccatura... La
> Cisl, infatti, che aveva aderito alla manifestazione del 15 febbraio
> partecipando alla costruzione del documento finale, adesso ha nuovamente
> preso le distanze (CFR agenzia in coda al messaggio). A me sta bene che

nel
> movimento antiguerra non ci siano patenti di legittimita' e che ognuno
> abbia il diritto di rivendicare la propria cultura e la propria
> specificita', ma di fatto per rispettare la specificita' antagonista e
> disobbediente adesso ci siamo persi per strada la specificita' della Cisl,
> che secondo me con la sua presenza avrebbe potuto dare piu' forza a tutto
> il fronte pacifista. Secondo me l'unico parametro per misurare la
> legittimita' di un gruppo organizzato all'interno di un movimento e' la
> misura dell'efficacia delle sue azioni, se uno a parole dichiara i piu'

bei
> principi di Pace e disarmo, ma di fatto fa (consapevolmente o meno) il
> gioco della parte avversa, a questo punto e' lui che si sta estromettendo
> da solo dal movimento, non sono io che lo sto scomunicando. Di fatto chi
> alza la voce o fa le azioni piu' eclatanti risulta sempre il vincitore
> mediatico, ma gli effetti politici di questa attenzione conquistata a

colpi
> di "strappi" e di azioni isolate possono fare gli interessi di chi

vorrebbe
> scongiurare l'unita' e la compattezza dimostrata dagli organizzatori della
> manifestazione di Roma, che hanno scritto un documento finale in cui non

si
> gioca al ribasso, ma ognuno ha contribuito con il meglio della propria
> cultura sindacale o associativa.
>
> Dopo aver visto gli effetti disastrosi dell'antagonismo praticato a

Genova,
> mi chiedo se valga la pena di farsi trascinare di nuovo in uno scontro,
> quando gli strumenti per reagire alla cultura della guerra e alla
> possibilita' di un intervento in Iraq sono talmente tanti da permetterci

di
> gridare la voglia di pace non solo "tra di noi", ma anche insieme a
> poliziotti (sul palco di piazza S. Giovanni c'era la bandiera del

sindacato
> di polizia SILP), sindaci e deputati forzitalioti, parrocchie, sindacati e
> tanti altri organismi che invece qualcuno vedrebbe volentieri come
> protagonisti di una ennesima "guerra tra poveri" che potrebbe consumarsi
> sui giornali e sui binari mentre qualcuno si frega le mani sghignazzando
> per l'ennesimo tentativo riuscito di strumentalizzazione delle azioni di

un
> movimento.
>
> SI DIFFIDA QUALUNQUE GIORNALISTA E ORGANO DI INFORMAZIONE DALL'UTILIZZO
> COMMERCIALE DI QUESTE AFFERMAZIONI, ESPRESSE IN FORMA PRIVATA ALL'INTERNO
> DI QUESTA MAILING LIST.
>
> ---------------
>
> 10:42 IRAQ: PEZZOTTA, FERMARE TRENI NON AIUTA LA PACE
>
>
>
> (ASCA) - Roma, 24 feb - ''I blocchi non servono, creano
> tensioni nell'opinione pubblica e rischiano, se continuano
> nei modi in cui sono stati attuati, di far scemare
> l'attenzione alla guerra che siamo riusciti faticosamente a
> costruire''. Lo dice Savino Pezzotta, leader della Cisl, in
> un'intervista al 'Corriere della Sera', a proposito dei
> tentativi dei pacifisti di bloccare i treni diretti verso la
> base militare statunitense di Camp Darby.
>     ''Con Epifani - afferma Pezzotta - abbiamo convenuto che
> il governo ha l'obbligo di informare i lavoratori addetti al
> trasporto di quello che si trasporta, per la loro sicurezza.
> E che se si vuole lavorare davvero per la pace bisogna stare
> tutti dentro le regole della legalita'. Dico proprio
> tutti'', anche - precisa - ''il governo di Silvio
> Berlusconi. Alcune reazioni saranno ingiustificate e niente
> affatto condivisibili, ma i comportamenti del governo non
> sono stati certamente lineari. Prima di far attraversare il
> paese dalle armi e caricare queste armi sulle navi nei porti
> italiani aveva almeno il dovere di informare le commissioni
> Difesa di Camera e Senato. Non l'ha fatto: lo considero un
> fatto molto grave''.
>     Quanto al blocco dei porti, deciso dalla Cgil, ''credo -
> dice Pezzotta - che si stia un po' esagerando''; ''non
> condividiamo questo modo di fare. Poi sarebbe ora che per
> decidere le iniziative si discutesse unitariamente. Perche'
> non si possono lanciare appelli all'unita' mentre ognuno
> continua a fare come vuole. Di scioperi nei porti non se
> n'e' mai discusso''.

>
>
>
>
>
>
>