[CSSF] Fw: Un'istigazione a non delinquere

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Auteur: Carlo Mileti
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Sujet: [CSSF] Fw: Un'istigazione a non delinquere
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From: "Centro di ricerca per la pace (by way of Carlo Gubitosa
<c.gubitosa@???>)" <nbawac@???>
To: <news@???>
Sent: Sunday, February 23, 2003 12:29 AM
Subject: Un'istigazione a non delinquere


> Comunicato stampa
>
> UN'ISTIGAZIONE A NON DELINQUERE
>
> Del dovere morale e civile di fermare i treni che recano armi per la

guerra
> che si va preparando
>
> Un'istigazione a non delinquere: ovvero a rispettare la Costituzione, a
> salvare vite umane, a fermare la macchina bellica con l'azione diretta
> nonviolenta
>
> * * *
>
> E' la Costituzione della Repubblica Italiana che dice ai cittadini

italiani:
> "ripudia la guerra".
> E' uno dei suoi principi fondamentali; e' il valore supremo che afferma
> nell'ambito delle relazioni internazionali: "ripudia la guerra".
>
> Se ad essa Costituzione il governo, il parlamento, il capo dello Stato
> fossero restati fedeli, se non avessero infranto un solenne giuramento in
> forza del quale sono legittimati ad esercitare il potere loro attribuito,

se
> non avessero violato la legalita' nella forma piu' flagrante e gravida di
> sciagurate conseguenze, gli attuali trasporti di materiale bellico in
> territorio italiano da parte di chi una guerra illegale e criminale
> scelleratamente prepara ed ha gia' reiteratamente proditoriamente
> annunciato, ebbene, non avrebbero potuto aver luogo, sarebbero stati
> proibiti dalle pubbliche autorita' in nome della legge.
>
> *
>
> Quei materiali bellici - se non li si fermera' - di qui a poco saranno
> utilizzati per commettere crimini di guerra e crimini contro l'umanita'.
> Il loro uso - se non lo si impedira' - provochera' la morte di

innumerevoli
> innocenti.
> Il loro transito nel nostro territorio rende l'Italia favoreggiatrice

degli
> stragisti.
> Permettere che giungano a destinazione vuol dire rendersi complici della
> guerra onnicida, vuol dire violare il comando supremo della nostra
> Costituzione: "ripudia la guerra".
>
> E dunque e' giusto e necessario bloccare con l'azione diretta nonviolenta

i
> treni che recano gli strumenti della morte, le armi delle stragi

annunciate.
>
> E dunque e' un atto di fedelta', di rispetto e di inveramento della legge
> fondamentale del nostro ordinamento giuridico impedire che le armi
> efficienti alla guerra illegale e criminale possano giungere a

destinazione,
> possano essere usate, possano colpire i loro viventi umani bersagli.
>
> *
>
> Su quei binari a fermare quei treni che trasportano armi ci dovrebbe

essere
> il capo dello Stato della Costituzione supremo garante, ci dovrebbe essere
> ogni pubblico ufficiale che alla Costituzione ha giurato fedelta'.
> Se loro non ci sono, cio' va a loro infamia.
>
> Ci sono invece dei cittadini italiani che con questa azione diretta
> nonviolenta si stanno impegnando per salvare delle vite umane, stanno
> difendendo la dignita' del nostro popolo e la legge fondamentale del

nostro
> paese, stanno obbedendo alla Costituzione, stanno adempiendo a un dovere

di
> legalita' e di umanita'.
>
> Si renda loro onore e li si aiuti.
>
> *
>
> Con queste righe, non potendo oggi essere li' fisicamente, vogliamo
> dichiarare la nostra persuasa condivisione dell'azione diretta nonviolenta
> per fermare i carichi di armi destinati alla guerra illegale e criminale.

E
> vogliamo dichiarare che intendiamo condividere le conseguenze che per aver
> realizzato una rigorosa e doverosa azione diretta nonviolenta ai
> protagonisti di essa, in quanto si atterranno scrupolosamente ai principi
> della nonviolenza, deriveranno.
>
> E vogliamo invitare ancora una volta tutti a sostenere ogni azione diretta
> nonviolenta che nel rigoroso rispetto della incolumita' e della dignita'

di
> ogni essere umano si opponga concretamente, limpidamente e
> intransigentemente alla macchina bellica, e con cio' sia di adempimento al
> dovere di salvare delle vite umane in pericolo, sia di adempimento al

dovere
> sancito dalla Costituzione della Repubblica Italiana: "ripudia la guerra".
>
> Peppe Sini
> responsabile del "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo
>
> Viterbo, 22 febbraio 2003
>
> Mittente: Centro di ricerca per la pace
> strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo
> tel. 0761353532, e-mail: nbawac@???
>
>