著者: Carlo Mileti 日付: 題目: [Lecce-sf] Fw: TAVOLA DELLA PACE: Dopo il voto,
il divario tra governanti e governati persiste.
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From: "Tavola della Pace (by way of Carlo Gubitosa
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Sent: Friday, February 21, 2003 3:52 PM
Subject: TAVOLA DELLA PACE: Dopo il voto, il divario tra governanti e
governati persiste.
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> COMUNICATO STAMPA
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> Il comitato organizzatore della manifestazione del 15 febbraio riunito in
> unità di crisi davanti a Montecitorio, ha stilato il seguente comunicato in > occasione del voto parlamentare sulla guerra:
>
> Il Parlamento oggi si è dovuto misurare con la forza civile del 15 febbraio. > Ma dopo il voto, il divario tra governanti e governati persiste.
> Il governo non ha modificato la scelta fondamentale di partecipazione alla
> guerra, la manifestazione del 15 lo ha però costretto ad aggrapparsi alle
> decisioni del consiglio europeo che allunga i tempi delle ispezioni ONU, ma > non esclude la guerra come ultima ratio.
> La manifestazione del 15 ha spinto le maggiori forze politiche
> dell'opposizione a rivedere - almeno parzialmente - alcune posizioni su
> questioni di merito.
> La manifestazione del 15 ha fatto convergere parlamentari di forze
> politiche diverse su un voto che risponde al vincolo di coerenza richiesto
> dal movimento "contro la guerra senza se e senza ma".
> Le piazze del 15 febbraio avevano però chiesto ben altro.
> Ci aspettavamo un Parlamento che scegliesse di rappresentare la maggioranza > della popolazione contraria alla "guerra senza se e senza ma".
> Ci aspettavamo che il governo e la maggioranza scegliessero di modificare
> radicalmente la propria posizione e di recuperare all'Italia un ruolo
> attivo per la pace.
> Ci aspettavamo che lo schieramento che oggi ha votato contro la guerra
> preventiva riuscisse a presentarsi unito e senza ambiguità, come a piazza
> San Giovanni sono riusciti a fare movimenti molto diversi che hanno trovato > una unità più forte delle differenze.
> Ci aspettavamo la revoca della concessione dell'uso delle basi, dello
> spazio aereo e delle infrastrutture logistiche per la guerra.
> Ciò non è accaduto.
> Rimangono prevalenti ancora una volta le logiche di schieramento e la
> separatezza della politica dalla società civile.
> Il quadro generale resta pericoloso, ambiguo e ambivalente. Quello di oggi
> è stato un passaggio fortunatamente non definitivo ma sicuramente delicato. > Il tempo del politicismo non è finito, ma neppure il tempo per fermare la
> guerra. Il governo si è dovuto impegnare a tornare in Parlamento prima di
> compiere nuove scelte sulla guerra.
>
>
> Utilizziamo questo tempo, insieme, difendendo e rafforzando l'unità nella
> chiarezza dei contenuti che abbiamo costruito, allargando partecipazione e
> consenso.
> Incontreremo di nuovo i gruppi parlamentari e faremo ancora appello a tutti > i parlamentari perché votino contro la guerra.
> Chiederemo di essere ricevuti dalle ambasciate dei paesi che siedono nel
> consiglio di sicurezza dell'ONU, in vista del 14 marzo che sarà una data
> decisiva.
> Facciamo appello alla mobilitazione permanente contro la guerra. Facciamo
> appello affinché in tutta Italia viva la piattaforma del 15 febbraio: no
> alla guerra in ogni caso, no alla guerra senza se e senza ma, no alla
> guerra anche in caso di legittimazione da parte dell'ONU.
> Difendiamo l'articolo 11 della Costituzione, ad esso ci sentiamo vincolati. > Il Parlamento rispetti questo vincolo.
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> Il Comitato organizzatore Fermiamo la guerra
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