[Cerchio] no oil for war no war for oil

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Szerző: marina
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http://italy.indymedia.org/news/2003/02/181868.php

> Marcia per la pace: Si apre anche in Italia la campagna per fermare la

Esso

> Roma : hanno sfilato anche
> Greenpeace, I Bilanci di Giustizia, Il Centro Nuovo Modello di

Sviluppo, La
> rete di Lilliput e l'associazione Botteghe del Mondo che lanciano la
> campagna "StopEssowar", invitando i consumatori a non rifornirsi piu'

alla
> Esso. Sara' proprio la multinazionale americana, infatti, a fornire il
> carburante all'esercito americano.


> Secondo quanto riportato alla fine di settembre dall'agenzia di stampa
> Defense Logistic, la ESSO ha vinto l'appalto di 48 milioni di dollari

per la
> fornitura di benzina, gasolio ed oli lubrificanti per l'esercito, la

marina,
> l'aviazione, la Nato e le altre agenzie afferenti al Dipartimento

delle
> Difesa. La fornitura comprende anche l'approvvigionamento alle basi

italiane
> continentali (tra cui Vicenza, Camp Derby, Napoli ) ed insulari

(Sicilia, La
> Maddalena, ecc). Bush ha deciso di attaccare l'Iraq soprattutto per
> garantirsi il controllo delle piu' grandi riserve di petrolio al mondo

dopo
> quelle dell'Arabia Saudita. La Esso sara' la compagnia che piu' di

altre
> trarra' profitti dalla conquista dell'Iraq e dei suoi pozzi

petroliferi, il
> 25% dei quali era di sua proprieta' prima del conflitto del 1991.
>
> La ESSO e' gia' al centro di una campagna di internazionale che

coinvolge
> Gran Bretagna, USA, Francia, Austria, Germania e Australia. Oggi

persino la
> Deutsche Bank giudica a rischio investire nella multinazionale

petrolifera.
> Nel 2000 la ESSO, in occasione delle elezioni presidenziali

statunitensi, ha
> contribuito alla campagna elettorale del partito repubblicano con

oltre un
> milione di dollari. Sin dal suo insediamento, e' apparso chiaro che il

nuovo
> governo statunitense era guidato da una potente lobby legata

all'industria
> petrolifera. Infatti tra le prime decisioni di Bush, cosi' come
> esplicitamente richiesto dalla ESSO, ci sono state il rifiuto di

ratificare
> il Protocollo di Kyoto sui cambiamenti climatici, l'avvio

all'estrazione
> petrolifera anche in aree protette e la rimozione del presidente

dell'IPCC
> (International Panel on Climate Change), il gruppo di esperti

dell'Onu, che
> sin dal 1995 aveva indicato nell'uso di combustibili fossili la

principale
> causa dei cambiamenti climatici.
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