Autore: Carlo Mileti Data: Oggetto: [Lecce-sf] Fw: Editoriale di Marzo: Benvenuti nel paese dell'imbroglio
----- Original Message -----
From: "Missione Oggi" <missioneoggi@???>
To: <news@???>
Sent: Tuesday, February 18, 2003 11:08 AM
Subject: Editoriale di Marzo: Benvenuti nel paese dell'imbroglio
> EDITORIALE
>
> Benvenuti
> nel paese dell'imbroglio
>
>
> Cosa pensare della legge Bossi-Fini e della risposta alle 700mila domande
> di regolarizzazione di clandestini?
>
> In Italia, gli unici a doversi comportare bene, a non tentare di
> imbrogliare, sono gli immigrati.
>
> Per definire le azioni di millantatori e di ciarlatani, il vocabolario
> francese usa il termine italianissimo di "imbroglio". Sin dai banchi delle
> medie mi chiedevo come mai tale parola fosse presa in prestito
> dall'italiano e mi inquietava il fatto che un'azione disprezzabile fosse
> coniata e stigmatizzata con una parola della mia lingua. Crescendo negli
> anni, nonostante cercassi di spingere lontano da me, italiano, tale
> definizione, la parola mi è rimasta appiccicata sulla groppa in qualunque
> paese francofono andassi.
> Oggi, non ho più angosce di identità: riconosco che l'imbroglio, la
> furbizia, il sotterfugio possano rappresentare uno sport nazionale assai
> diffuso e forse proprio per questo i furbi e gli imbroglioni d'Italia oggi
> sembrano andare alla grande più che mai.
> Infatti un paese che ha un terzo del Pil in nero, che assolve di fatto gli
> imbrogli miliardari delle false quote latte, che tenta di tutelare i rialzi > illegittimi delle assicurazioni delle auto, un parlamento che accetta e
> legittima il falso in bilancio e il cosiddetto "legittimo sospetto", un
> governo che condona le evasioni fiscali e gli abusi di ogni genere, un
> esecutivo che vuole pervicacemente instaurare lo stato assolutista del
> XVII° secolo, delegittimando tutte le garanzie costituzionali proprie di
> uno stato moderno, tutto questo non può che essere riassunto in una parola: > "imbroglio". Inoltre un capo di governo che deride quotidianamente
> l'intelligenza dei cittadini onesti e cerca di delegittimare tutti i
> livelli della magistratura, per salvaguardare interessi personali e di
> propri amici e, per sdoganare un consenso popolare di complicità, invita i
> propri concittadini a fare altrettanto.
> Inoltre diventa sempre più ingombrante un'evidente, continua manipolazione
> dell'informazione di stato: per il governo italiano i nostri alpini vanno
> in Afghanistan per cantare "Dio del cielo, Signore delle cime", mentre in
> contemporanea alti ufficiali americani rovinano tutto e parlano di
> combattimenti assicurati in una delle zone più pericolose e fuori controllo > dell'Afghanistan. Probabilmente la gloria delle medaglie "alla memoria" è
> assicurata. Perfino il Vaticano, stato indipendente, è giudicato
> antipatriottico da chi vorrebbe vedere sfilare davanti agli alpini un corpo > speciale di cappellani militari, come avveniva nel ventennio. Quelli sì che > erano bei tempi e morire per la gloria patria era una goduria.
> Noi, comunque, secondo le parole del capo del governo, useremo la "violenza > con moderazione", niente mitragliate o bombardamenti a tappeto, basta un
> colpo e così uno è meno morto tra i morti.
> Certo che chi si appella ad un riconoscimento di "rispetto morale" da parte > degli avversari politici dopo aver legittimato tutto ciò, vuol dire che la
> sua ipertrofia megalomane lo sta conducendo alla divinizzazione, anche se
> invece del proprio cavallo fa senatore il proprio stalliere.
> Anche l'amico Tony Blair e l'amico Bush continuano ad appellarsi al
> Creatore autonominandosi esecutori materiali delle sue volontà, rivelate
> solo a loro ovviamente, in quanto predestinati a tale compito. Non importa
> il fatto che il dossier dei servizi segreti inglesi, presentato in pompa
> magna, fosse per più della metà copiato, inclusi gli errori di ortografia,
> da una tesi di laurea degli anni 90. Certi agenti dei servizi segreti in
> grado di navigare in Internet sono dei veri portenti di intelligence e il
> povero Powell, all'Onu con la fialetta in mano, conferma che quanto scritto > da uno studente corrisponde alla prova puntuale del riarmo del famigerato
> Saddam Hussein. E qualche pezzo grosso di casa nostra rincara la dose,
> dando da intendere che quanto scoperto nelle tesi di laurea copiate
> maldestramente dai nostri alleati rappresenta una prova inoppugnabile del
> suo possesso delle armi di distruzione di massa.
> Gli unici a doversi comportare bene, a non tentare di imbrogliare, sono i
> cittadini stranieri, gli immigrati. I tutori del vero amor patrio, la
> coppia Bossi-Fini, fanno regolare, per legge, solo il loro lavoro: per
> loro, e solo per loro, è proibito imbrogliare: se lavori in regola e paghi
> le nostre pensioni, va bene, se no via, a casa loro, con grande plauso del
> vasto popolino di imbroglioni. Se non paghi il bollo della macchina o il
> canone Rai, via, perché questa evasione è tollerata solo per i cittadini
> italiani. Se sei zingaro e ti sei fatto una baracca di legno e cartone, e
> quindi hai commesso un abusivismo edilizio imperdonabile, via: solo i
> cittadini italiani hanno la facoltà di costruire sui templi di Agrigento o
> sulle rive del mare, che diamine, mica siamo tutti uguali, ci mancherebbe
> altro!
> Non fa niente se il 10% della popolazione attiva in Italia, con conseguente > pagamento di oneri sociali, è straniera: che loro paghino per noi, è un
> atto dovuto al nostro buon cuore di accoglierla. Non fa niente se centinaia > di migliaia di donne dell'Est si devono accollare l'onere di accudire i
> nostri vecchi, perché le nostre famiglie, dal loro canto, si accollano
> l'alto impegno sociale di pagare un salario mensile minimo a queste donne.
> E poi, diciamocelo chiaro, basta con i clandestini: non tanto i latitanti
> nostrani, ma i clandestini stranieri. Costruiamo per loro 2.600 nuove
> carceri, per far pagare loro l'impudenza, non di aver commesso reati, ma di > restare in Italia senza permesso di soggiorno; per chi non si fa
> riconoscere, costruiamo altri 2.600 Centri di permanenza temporanea; per
> chi sbarca sulle nostre coste, e furbescamente chiede lo status di
> rifugiato politico, costruiamo 2.600 Centri di identificazione. Ma chi paga > tutta questa isteria reclusoria? Loro ovviamente, i cittadini stranieri
> regolari, così imparano ad avere dei connazionali clandestini.
> I numeri delle strutture elencate sopra sarebbero adattati alle 700mila
> domande di regolarizzazione di clandestini, che sono state presentate dai
> datori di lavoro tra settembre e novembre del 2002.
> Ma perché tanto dispendio di risorse? Basterebbe issare ad ogni luogo di
> sbarco, ad ogni passaggio di frontiera, su ogni sentiero di montagna, in
> ogni aeroporto un enorme striscione con la scritta Benvenuti nel paese
> dell'imbroglio, proprio come alcune Pro Loco fanno con i tartufi, i salami
> e i vini: probabilmente, una buona parte di candidati alla clandestinità
> cercherebbe altri lidi.
>
> MISSIONE OGGI
> DIDASCALIA DELLA FOTO
>
> FOTO N° 1: SENZA DIDA
>
> Credit: Ap/Luca Bruno
>
>