Autore: @jorn Data: Oggetto: [Cm-crew] Fwd: Dopo il 15 febbraio i media siamo noi
alcune possibili riflessioni
relazione tra media e movimenti e quindi anche cm
>DOPO IL 15 FEBBRAIO I MEDIA SIAMO NOI
>..e siamo anche lo spazio pubblico, l'Europa, il mondo...
>
>di Wu Ming 1
[...]Dopo la giornata di sabato, acquista un nuovo, abbacinante significato=
lo slogan dei mediattivisti di tutto il mondo, da Seattle in avanti:=
"Don't hate the media, become the media". >Si', perche' da oggi e' ufficiale che i media siamo noi, e intendo *noi= tutti*: cosa puo' fare la meschina, petulante disinformazja di un regime=
contro il passaparola di chi ha partecipato a uno dei piu' grandi eventi=
di sempre? Il passaparola gioioso di tre milioni e mezzo di persone a Roma=
e decine di milioni nel resto del mondo? >
>Negli ultimi tre anni di lotte si e' fatto sempre piu' evidente, ma oggi= salta agli occhi e alle orecchie: la nostra comunicazione puo' fare=
tranquillamente a meno dell'informazione ufficiale, televisiva,=
piramidale. >Nel corso dei decenni, a volte lavorando nell'invisibilita', i movimenti= si sono dotati di reti e strumenti e linguaggi che permettono loro di=
comunicare *sotto, intorno e al di sopra* dei media ufficiali,=
costeggiando i bordi di quel buco nero del senso in cui affogano le=
"maggioranze silenziose", che maggioranze non sono piu'. >Soprattutto, i movimenti si sono dotati di un immaginario che non paga= piu' debiti allo sconfittismo, che costruisce comunita' e sa di=
rappresentare il punto di vista del pianeta. >
>I famosi "cento fiori" di cui ci si auspicava lo sbocciare sono gia' qui,= sul prato del mondo la Rete, le radio, le tv di strada, i canali=
satellitari, le fanzines, la stampa indipendente ma soprattutto *i=
racconti*, la mitopoiesi, il passaparola. La grande narrazione che ci=
consegnano e' questa: i movimenti di movimenti sono la vera=
globalizzazione. >Questo messaggio spiazza completamente chi, anche a sinistra, pensa ancora= in termini di "piccole patrie" (letterali e/o metaforiche), o pensa che i=
movimenti siano alleanze copia-e-incolla tra ceti politici. >
>Il nuovo significato dello slogan "Non odiare i media, diventa i media" e'= anche: non dedichiamoci troppo alle geremiadi sull'informazione ufficiale,=
il conflitto di interessi, l'onnipervasivita' del b********ismo etc. >Smettiamola di stracciarci le vesti. Ce ne siamo accorti o no che i= movimenti europei e mondiali guardano all'Italia come alla postazione piu'=
avanzata dello scontro tra le nuove comunita' operose e un potere che si=
dibatte in una camera imbottita in attesa della thorazina? >
>Da quando questo governo si e' insediato abbiamo proiettato un'immagine= schizofrenica, riassunta nella domanda che mi e' stata fatta molte volte=
durante viaggi all'estero: "Com'e' possibile che in Italia ci siano i=
movimenti piu' forti, creativi e influenti se ho sentito dire che tutta=
l'informazione e' in mano a B*********?". >Io ho sempre cercato di spiegare che B******** ha soltanto piantato una= bandierina sulla punta dell'iceberg dell'informazione, non ha alcun=
controllo su cio' che sta sotto l'acqua, cio' che sta per speronare il suo=
dominio (non vedete che i topi abbandonano la nave prima ancora=
dell'urto?). >
>E' il governo B********* a essere circondato, isolato, disorientato, non= certo noi. Questa situazione e' evidente da almeno un anno, ma i movimenti=
stessi hanno faticato ad accorgersene, perche' spesso - pur essendo piu'=
avanzati nelle pratiche della comunicazione, e maggiormente in grado di=
*intuire* come stavano le cose - hanno introiettato la visione=
sconfittista e arretrata dei loro ceti politici (DS, PRC, Disobbedienti,=
non fa nessuna differenza). >
>Dopo il dibattito all'ONU di venerd=EC scorso e la manifestazione mondiale= del giorno dopo, lo stesso isolamento lo scontano George W. Bush, la sua=
psicopatica amministrazione e i suoi servi sparsi per il mondo, anche se i=
loro progetti di guerra sono lungi dall'essere bloccati. >Tre anni e piu' di rinascita dei movimenti hanno influenzato le pubbliche= opinioni d'Europa, hanno decretato che il liberismo e la guerra sono fuori=
moda, hanno iniziato a costruire un nuovo *spazio pubblico europeo* che=
non e' piu' l'Europa liberista e vassalla di Maastricht e delle guerre=
umanitarie. >
>Ecco, questo e' cio' che ho visto sabato, testimone e protagonista di una= vera e propria festosa invasione: la costruzione di un nuovo spazio=
pubblico, di una sfera pubblica non-statale, da parte della moltitudine. >Occorre continuare a muoversi, comunicare, alimentare il passaparola,= perche' sempre piu' persone se ne accorgano. >
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>No (c) - Bologna, 16 febbraio 2003
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