Nella relazione dei servizi segreti al Parlamento c'è anche un capitolo
speciale dedicato all'eversione nell'isola
Ecco la Sardegna dei terroristi
«Separatisti, anarchici, parabrigatisti e criminalità locale»
ROMA. C'è un capitolo dedicato alla Sardegna nella relazione semestrale dei
servizi segreti al Parlamento. Secondo gli 007 del Sisde nell'isola esiste
«una peculiare realtà eversiva, in cui trovano spazio tematiche
indipendentiste, pulsioni anarcoidi, orientamenti parabrigatisti, con
innesti di matrice criminale locale». Insomma, ci sarebbero gli elementi di
uno scenario in pericolosa evoluzione, con caratteristiche e specificità
tutte sarde. Una conferma delle ipotesi anticipate il mese scorso con molta
prudenza dal ministro degli Interni Beppe Pisanu.
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ROMA. C'è un capitolo dedicato alla Sardegna nella relazione semestrale dei
servizi segreti al Parlamento. Secondo gli 007 del Sisde nell'isola esiste
«una peculiare realtà eversiva, in cui trovano spazio tematiche
indipendentiste, pulsioni anarcoidi, orientamenti parabrigatisti, con
innesti di matrice criminale locale». Insomma, per le "barbe finte" del
prefetto Mario Mori ci sono elementi che fanno intuire uno scenario in
pericolosa evoluzione, con caratteristiche e specificità tutte sarde. In
fondo, è una conferma di quelle ipotesi anticipate il mese scorso con molta
prudenza dal ministro degli Interni Beppe Pisanu.
«La scelta di determinati obiettivi (tra i quali imprenditori, sindacati,
magistratura, mass media) - si legge nella relazione dei sevizi di
intelligence - e i contenuti di alcuni volantini di rivendicazione, con
richiami anche di stampo antimilitarista, sembrano indicativi della tendenza
di agganciarsi alle linee propagandistico-operative perserguite da gruppi
operanti nel nostro Paese, segnatamente quelli del nord». E ancora: «E'
ipotizzabile che ad agire siano formazioni ristrette, in cui non è esclusa
la presenza di soggetti con esperienze in ambienti contigui al terrorismo
degli anni '80. L'intento potrebbe essere quello di segnare, con la
realizzazione di nuovi gesti dimostrativi, un momento di simmetria
operativa, teso ad amalgamare le varie spinte radicali in un fronte comune
in grado di superare l'estemporaneità della lotta antisistema sinora
intrapresa».
La relazione dei servizi segreti conferma quindi le anticipazioni fatte dal
ministro dell'Interno Beppe Pisanu. Ovviamente l'intelligence presenta uno
scenario senza però rivelare gli elementi di conoscenza in suo possesso.
Cerchiamo allora di capire meglio in cosa consiste questa "specificità
eversiva". Prima di tutto la componente indipendentista. Si tratta di un
mondo che gli 007 hanno sempre monitorato con molta attenzione perché
considerato «potenzialmente ad alto rischio». Finora, per dire la verità,
raramente si è arrivati a sviluppi di indagine tali da confermare i timori
che arrivavano dai servizi segreti. Alcuni casi giudiziari, conclusisi anche
con condanne pesanti, hanno lasciato un'eredità oscura di sospetti e di
dubbi. Più che complotti separatisti, infatti, sono emerse storie di
sognatori e di guerriglieri da operetta. Questo non significa, ovviamente,
che ambienti indipendentisti stiano facendo un salto di qualità. Non è
infatti un segreto che i nostri servizi di intelligence temano una sorta di
contaminazione da parte di ambienti radicali del nazionalismo corso. E non è
un caso che l'attentato al ripetitore Rai di Capoterra sia stato rivendicato
da una sigla, "Resistentzia", che ricorda molto "Resistenza", il braccio
armato dell'Anc. Magari qui c'è un pizzico di ingenuità perché la scelta è
stata davvero infelice. Il quasi omonimo gruppo corso altro non è infatti
che la guardia del corpo del leader del'Anc.
L'altro elemento di specificità è rappresentato dall'eredità dell'esperienza
brigatista sarda e dai possibili rapporti con ambienti della malavita. Anche
qui i servizi di informazione non hanno mai smesso di tenere sotto
osservazione alcuni elementi che ebbero un qualche ruolo negli anni di
piombo nell'isola. Ciò che magari resta da capire è come questi ambienti,
culturalmente e ideologicamente lontani, possano trovare punti di incontro e
strategie comuni.