Autor: clochard Data: Assunto: [Cerchio] DELUSIONE TRA I CARABINIERI
Giovedì 13 Febbraio 2003
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DELUSIONE TRA I CARABINIERI
Nella caserma di via Morgantini, sede del Comando provinciale di Napoli, non
ci sono carabinieri disposti a commentare, almeno ufficialmente, la notizia
dei ventotto pachistani scarcerati. In attesa dell'arrivo del nuovo
comandante, in licenza l'ufficiale che coordinò il blitz in vico della Pace
a Forcella, chi ha il compito di reggere le sorti della caserma, glissa
sull'argomento.
Ma, la delusione, la rabbia, lo scoramento traspare dalle parole di ognuno.
Qualcuno lancia battute al vetriolo: «Adesso terroristi e aspiranti
terroristi, sanno che per sfuggire alla legge è sufficiente vivere
ammucchiati nella stessa casa e nascondere tutto il necessario per compiere
attentati in luoghi di uso comune. Una bella lezione, non c'è che dire».
Un carabiniere tra i più anziani ed esperti, dice che «tira una brutta
aria». «C'è massimo allarme terrorismo, eppure nel nostro Paese, nel quale
vivono decine di migliaia di extracomunitari di cui nulla si sa, si continua
a fare di tutto per ignorarli. Se controlliamo un gruppo di africani, subito
scattano le accuse di razzismo, di mancanza di solidarietà. È la solita
storia, ci sentiamo con le mani legate. In Italia ci sono troppe categorie,
chiamiamole così, che godono di una protezione esasperata. L'illegalità
regna in ogni angolo di Napoli, però, controllare queste persone, che
vendono merce rubata, contraffatta o di dubbia provenienza, è impossibile».
C'è anche chi fra i carabinieri teme che la vicenda ora possa ritorcersi
contro l'Arma: «L'esperienza del passato- sostiene uno dei militari più
delusi - mi fa pensare che quel blitz possa trasformarsi in un boomerang
contro i colleghi che quella notte a Forcella hanno rischiato di saltare in
aria». E chi c'era quella notte rincara la dose: «Abbiamo rischiato di
morire ma a questo siamo abituati. Ma almeno sevisse a qualcosa. Siamo
andati in 20 in una casbha, dominata dalla camorra e abbiamo trovato 28
persone che vivevano con accanto tanto di quel materiale da far saltare in
aria un palazzone». Infine bordata contro i politici: «Il sindaco ha detto
che i pachistani devono avere rose dal ministro: eppure è stata ministro
dell'Interno sa in quali condizioni siamo costretti a lavorare».