[Lecce-sf] Fw: Al comandante della base Usaf di Aviano

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Autor: Carlo Mileti
Data:  
Assunto: [Lecce-sf] Fw: Al comandante della base Usaf di Aviano
----- Original Message -----
From: "Centro di ricerca per la pace (by way of Carlo Gubitosa
<c.gubitosa@???>)" <nbawac@???>
To: <news@???>
Sent: Wednesday, February 12, 2003 5:34 PM
Subject: Al comandante della base Usaf di Aviano


> Lettera aperta al Comandante della base Usaf di Aviano
>
> Egregio signore,
>
> Nei prossimi giorni avvieremo ad Aviano e Pordenone gli opportuni colloqui
> con le istituzioni locali ed i necessari sopralluoghi sul terreno in vista
> della realizzazione dell'azione diretta nonviolenta delle mongolfiere

della
> pace con la quale impedire - nel caso abbia inizio la minacciata guerra
> illegale e criminale all'Iraq - i decolli degli aerei dalla base di

Aviano,
> impedendo cosi' il coinvolgimento nella guerra della struttura di cui lei

e'
> responsabile come del personale ai suoi ordini.
>
> Avremmo naturalmente desiderio e piacere di interloquire anche con lei, e
> con la presente siamo a richiederle un incontro al fine di illustrarle le
> ragioni della nostra iniziativa, che peraltro lei gia' conoscera' poiche'
> gia' la realizzammo, purtroppo solo per poche ore, nel 1999 durante la
> guerra dei Balcani.
>
> * Le ragioni della nostra azione diretta nonviolenta
>
> Egregio signore,
> la guerra, come ebbe a dire Gandhi, consiste sempre nell'uccisione di

esseri
> umani, nell'uccisione in massa di esseri umani che non hanno commesso

alcun
> crimine.
>
> La guerra che si sta preparando, e' convincimento comune, provocherebbe
> innumerevoli vittime.
> Inoltre essa puo' degenerare, per ammissione stessa dei suoi principali
> promotori, in guerra nucleare, ovvero in una guerra che puo' mettere fine
> all'intera civilta' umana.
> Lei capisce che in questa terribile situazione e' compito di ogni essere
> umano, e di ogni istituzione legale, fare tutto il possibile perche' la
> guerra non sia scatenata, perche' si salvino quante piu' vite umane sia
> possibile, perche' l'intera civilta' umana non sia messa in pericolo.
>
> Non solo: le motivazioni stesse della guerra, come ufficialmente

dichiarate
> dai promotori di essa, sono logicamente insensate e giuridicamente
> delittuose.
> Se la motivazione efficiente a scatenare una guerra catastrofica per
> l'intera umanita' e' il possesso o la prospettiva del possesso di armi di
> distruzioni di massa, con questo criterio occorrerebbe scatenare una

guerra
> contro innumerevoli paesi del mondo. Non le sembra folle e criminale?
> Se la motivazione efficiente a scatenare una guerra catastrofica per
> l'intera umanita' e' il legame di personalita' di governo con poteri
> criminali e terroristici, con questo criterio occorrerebbe scatenare una
> guerra contro innumerevoli paesi del mondo. Non le sembra folle e

criminale?
> Se la motivazione efficiente a scatenare una guerra catastrofica per
> l'intera umanita' e' che il governo di un paese potrebbe a sua volta
> scatenare una guerra, con questo criterio occorrerebbe scatenare una

guerra
> contro innumerevoli paesi del mondo. Non le sembra folle e criminale?
>
> Occorre restare sul piano della realta' e sul piano del diritto: e' chi
> scatena una guerra ad essere l'aggressore. Una guerra di aggressione non
> puo' essere definita difesa.
> Occorre restare sul piano della realta' e sul piano del diritto: se si
> sospetta qualcuno di voler usare armi di sterminio di massa il modo

migliore
> per far si' che lo faccia e' scatenare una guerra.
> Occorre restare sul piano della realta' e sul piano del diritto: se si

vuole
> difendere la pace e la sicurezza, la guerra e' il modo piu' sicuro per
> impedire la pace e per distruggere la sicurezza.
> Occorre restare sul piano della realta' e sul piano del diritto: se gli
> stati invece di combattere il terrorismo con gli strumenti della polizia e
> dei tribunali a loro volta commettono stragi indiscriminate di innocenti,
> essi stessi stati si fanno terroristi, promuovono il terrorismo, lo
> alimentano e lo riproducono in proporzioni sempre piu' enormi.
> Occorre restare sul piano della realta' e sul piano del diritto: tra i

mezzi
> e i fini vi e' un nesso cogente: la democrazia si difende con la

democrazia,
> la pace si difende con la pace, i diritti umani si difendono con il

rispetto
> dei diritti umani. Le uccisioni, e massime quel cumulo di uccisioni di cui
> consiste una guerra, costituiscono la violazione piu' radicale e flagrante
> dei diritti umani; la guerra costituisce palesemente l'esatto contrario
> della pace; la guerra e' nelle sue premesse, nella sua fenomenologia e nei
> suoi esiti precisamente il contrario di quella civile convivenza fondata

su
> regole condivise di cui la democrazia consiste.
>
> La guerra che si prospetta mette in pericolo l'intera umanita'; si puo'
> forse esitare su quale sia la cosa giusta, su quale sia il dovere nostro e
> di tutti, posti di fronte all'alternativa seguente: se permettere con la
> propria complicita' o anche solo con la propria ignavia che l'umanita'

corra
> il pericolo di essere distrutta, o se invece si debba cercare di salvarla
> impedendo la guerra che l'intera umanita' minaccia?
>
> Sono cose talmente banali che quasi si ha pudore e si prova disagio a

dirle,
> ma tale e' la situazione odierna che occorre tornare a ripeterle.
>
> Se poi veniamo in punto di diritto lei sapra' che la Repubblica Italiana,

lo
> stato nel cui territorio la struttura che lei comanda e' ospitata, ha come
> fondamento del suo ordinamento giuridico una Costituzione che all'articolo
> 11 (uno dei "principi fondamentali", ovvero dei "valori supremi" del

nostro
> ordinamento giuridico, della nostra repubblica, delle nostre liberta')
> "ripudia la guerra".
> Il ripudio della guerra significa che la legge fondamentale del nostro

paese
> fa obbligo a noi italiani di opporci con tutte le nostre forze alla

guerra:
> e' la nostra legge, lei e' nostro ospite, anche lei e' vincolato a
> rispettarla in quanto in Italia si trova.
> Lei sapra' anche, non ne dubitiamo, che la stessa Carta delle Nazioni

Unite,
> comune punto di riferimento dell'enorme maggioranza degli stati della

terra,
> fin dal suo preambolo esplicitamente attesta che motivo stesso
> dell'esistenza delle Nazioni Unite e' di impedire il ritorno del "flagello
> della guerra".
> Come vede, tanto la legge italiana, quanto la Carta alla base

dell'esistenza
> e della legittimita' dell'Organizzazione delle Nazioni Unite, sono

esplicite
> ed inequivocabili: chiedono ai popoli come agli stati di opporsi alla
> guerra.
>
> Vede quindi che sia per ragioni morali, sia per ragioni giuridiche, la
> guerra che si sta preparando e' un crimine, e ad essa ogni persona di
> volonta' buona, ed ogni istituzione legale, hanno il dovere di opporsi.
>
> * Le finalita' della nostra azione diretta nonviolenta
>
> Egregio signore,
> le finalita' della nostra azione nonviolenta per la pace sono semplici.
>
> Impedendo agli aerei della sua base di decollare, ostruendo lo spazio

aereo
> circostante e sovrastante la base con le nostre mongolfiere, intendiamo
> bloccare l'operativita' bellica della sua base, e con cio' ostacolare un
> ingranaggio della macchina bellica complessiva.
>
> Speriamo che questa azione diretta nonviolenta sia anche un esempio che
> altri seguiranno: cosi' da poter in prospettiva bloccare l'intera macchina
> bellica.
>
> Cosi' facendo, noi rispettiamo ed inveriamo quanto ci chiede la legge
> fondamentale del nostro paese, la Costituzione della Repubblica Italiana;
> cosi' facendo, noi rispettiamo ed inveriamo quanto ci chiede la Carta

delle
> Nazioni Unite; cosi' facendo, noi rispettiamo ed inveriamo quanto a noi
> richiesto sia dalla legalita' costituzionale italiana, sia dal diritto
> internazionale.
>
> * La realizzazione della nostra azione diretta nonviolenta
>
> Egregio signore,
> il nostro intendimento e' di sovrastarvi sul piano della forza e di

ridurvi
> in condizione di non nuocere; il nostro obiettivo e' di impedire
> materialmente la vostra partecipazione alla guerra e con cio' essere di
> ostacolo alla guerra.
>
> Forse, detta cosi', questa'affermazione potra' farla sorridere: di solito

si
> pensa che il potere armato e' piu' forte del potere di chi e' disarmato.

Di
> solito si pensa che la violenza prevale sul diritto. Non e' cosi': c'e'

una
> cosa che e' piu' forte della violenza, ed e' la nonviolenza.
>
> Noi pensiamo di sovrastarvi sul piano della forza, con la forza della
> nonviolenza: lo abbiamo gia' dimostrato nel 1999 per poche ore, lo faremo

di
> nuovo, e questa volta agiremo per farlo non per poche ore, ma fino a

ridurre
> a completa impotenza la vostra capacita' di uccidere.
> Noi non siamo vostri nemici, noi abbiamo dalla nostra parte la protezione

e
> la forza della legge italiana cui anche voi in quanto nostri ospiti dovete
> obbedienza. Noi agiremo restando sul territorio italiano, voi non potrete
> ne' ucciderci ne' aggredirci. E noi ostruiremo l'area di decollo dei

vostri
> aerei e voi sarete costretti a non farli decollare.
> Noi chiederemo alle forze dell'ordine italiane di essere presenti e di
> intervenire in difesa della legge italiana.
> Noi chiederemo alle istituzioni italiane di essere presenti e di

intervenire
> in difesa della legge italiana.
> Voi dovrete rispettare la nostra legge.
> Noi agiremo con la forza della nonviolenza, con la forza della legalita',
> con la forza del diritto. Voi non avrete pretesto alcuno per agire contro

di
> noi. Vi dovrete inchinare al diritto. Sara' un bene anche per voi, per la
> vostra coscienza. Dl resto, impedendovi di partecipare alla guerra noi
> agiremo anche per salvare le vostre vite.
>
> Noi pensiamo di mettervi in condizione di non nuocere utilizzando la forza
> della legge.
> Quand'anche un governo fedifrago, un parlamento fedifrago, un capo dello
> Stato fedifrago dovessere violare la legalita' costituzionale italiana
> avallando la guerra (purtroppo e' gia' accaduto piu' volte dal 1991 in

qua,
> e gli sciagurati responsabili di questo crimine ancora non hanno subito il
> giusto e necessario procedimento penale e la necessaria e giusta condanna,
> ma il loro delitto non e' caduto in prescrizione), la legge resta in

vigore
> e tutti i pubblici ufficiali italiani ad essa restano vincolati, e tutti

i
> cittadini italiani a difesa e ad inveramento di essa sono chiamati ad

agire.
> La nostra legge ci chiama a impedire la guerra, e poiche' nella guerra che
> si prospetta voi potreste essere coinvolti, la nostra legge ci chiama a
> impedire la vostra partecipazione ad essa.
> Non dimenticate di essere nostri ospiti. Non dimenticate che dovete
> obbedienza e rispetto alle leggi del paese che vi ospita. Non dimenticate
> che il nostro ordinamento giuridico "ripudia la guerra". E non dimenticate
> che proprio perche' vi ospitiamo abbiamo a cuore anche la vostra
> incolumita', ed abbiamo quindi il dovere di impedirvi di fare del male ad
> altri e a voi stessi.
> Sara' in nome della legge, con la forza della legge, che vi impediremo di
> prender parte alla guerra, questo mostruoso crimine contro l'umanita'.
>
> * Un'ovvia assicurazione
>
> Egregio signore,
> Come forse gia' sapra', il "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo e'

una
> struttura impegnata per la nonviolenza e con la nonviolenza, cosicche'

tutte
> le nostre iniziative hanno lo scopo di salvare vite umane e non di

metterle
> in pericolo, ne' minacciarle, ne' offendere l'incolumita' e la dignita' di
> esseri umani.
> Cosicche' ci sta a a cuore anche la vita, l'incolumita' e la dignita' sua

e
> delle persone ai suoi ordini.
> Con la nostra azione diretta nonviolenta in nessun momento metteremo in
> pericolo la vita, l'incolumita', la dignita' sua e dei suoi collaboratori.
> Anche di questo abbiamo voluto fin d'ora esplicitamente informarla.
>
> Cosi' come ci sembra che possa essere utile esplicitamente informarla che
> noi siamo tuttora oppositori della dittatura di Saddam Hussein e lo

eravamo
> gia' quando scelleratamente il nostro paese, ed il suo, quella dittatura
> rifornivano di armi; che noi siamo intransigentemente oppositori del
> terrorismo e dei poteri criminali, delle dittature e del razzismo; che noi
> siamo intransigentemente impegnati per i diritti umani di tutti gli esseri
> umani, e contro tutte le guerre, contro tutti gli eserciti e contro tutte

le
> armi.
>
> Ed ugualmente ci pare utile informarla esplicitamente che noi siamo

solidali
> con il popolo iracheno (vittima della dittatura, delle precedenti guerre,
> del criminale embargo, delle azioni aeree belliche angloamericane mai
> interrotte, della guerra che si prospetta), cosi' come con il popolo
> americano, con quello afghano come con quello palestinese, come con quello
> israeliano, come con tutti i popoli del mondo. Tutti i popoli hanno

diritto
> a esistere, tutti gli esseri umani hanno diritto a vivere.
>
> * Per saperne di piu' sull'azione diretta nonviolenta delle mongolfiere

per
> la pace
>
> Egregio signore,
> qualora desiderasse maggiori informazioni sull'azione diretta nonviolenta
> delle mongolfiere per la pace, oltre a quelle che le inviammo a piu'

riprese
> nel 1999 ci permettiamo di suggerirle di leggere quanto recentemente

abbiamo
> riportato nel n. 491 del 29 gennaio 2003 del nostro notiziario telematico
> quotidiano "La nonviolenza e' in cammino" (che trovera' agevolmente nella
> rete telematica, riprodotto alla data relativa, nella lista "Peacelink

news"
> del sito pacifista di Peacelink - www.peacelink.it -, e che puo' anche
> richiederci direttamente al nostro indirizzo di posta elettronica:
> nbawac@???).
>
> * Per concludere
>
> Egregio signore,
> ci perdonera' se questa lettera invece di inviargliela privatamente la
> diffondiamo subito anche ai mezzi d'informazione ed a molti altri
> interlocutori.
>
> Ma stiamo parlando di una vicenda pubblica quanto altre mai. E la nostra
> iniziativa e' e deve essere pubblica: fa parte della scelta della
> nonviolenza di essere leali, onesti, veritieri, di annunciare sempre in
> anticipo le proprie intenzioni, di non nascondere nulla, di essere sempre
> pronti al dialogo, di avere a cuore l'incolumita' e la dignita' di tutti.
>
> Avremmo davvero vivo piacere di poterla incontrare, di poter interloquire
> con lei, sia in un colloquio de visu che attraverso le altre forme di
> comunicazione che lei preferisse.
>
> Vogliamo continuare a sperare che la guerra non ci sara', che la volonta'

di
> pace autorevolmente espressa da tante donne ed uomini di volonta' buona,

da
> tante autorita' morali e politiche, possa prevalere ed essere sufficiente

ad
> impedire nuovi massacri.
>
> Lo stesso annuncio fin d'ora della nostra azione diretta nonviolenta che
> realizzeremmo qualora la guerra iniziasse, e' ovviamente inteso a
> contribuire a prevenire e impedire la guerra, inducendo i poteri promotori
> della guerra a riflettere sul fatto che la loro potenza militare non e'

poi
> cosi' incontrastabile come puo' sembrare a taluni.
>
> Egregio signore,
> voglia gradire distinti saluti ed auguri di buona permanenza nel nostro
> paese, saluti ed auguri che la preghiamo di estendere ai suoi familiari ed
> ai suoi collaboratori.
>
> Peppe Sini
> direttore del "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo
>
> Viterbo, 12 febbraio 2003
>
> Mittente: Peppe Sini
> direttore del Centro di ricerca per la pace di Viterbo
> strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo
> tel. 0761353532, e-mail: nbawac@???
>
>