[Cerchio] Rosa Russo Iervolino: «Con il disordine e la turb…

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Autor: clochard
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Asunto: [Cerchio] Rosa Russo Iervolino: «Con il disordine e la turbolenza non si va da nessuna parte
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LA CITTÀ
ASSEDIATA
ANDREA FERRARO
Una giornata di blitz, blocchi e interruzioni stradali in nome del lavoro.
Tornano i disoccupati e, stavolta, le loro manifestazioni di protesta
varcano i confini della città per estendersi fuori provincia. Lavoratori,
pendolari, studenti universitari, autotrasportatori, turisti: nessuno viene
risparmiato dai disagi e da un incubo che finirà solo a tarda sera, quando
il folto gruppo di senzalavoro abbandona l'ultimo presidio conquistato: gli
spazi della «Napoli sotterranea», a San Gaetano.
Ma la cronaca di questa giornata inizia di buon mattino, con un blocco dell'
Autosole all'altezza del casello di Caserta Nord. Quattro ore di inferno,
migliaia di persone imbottigliate nelle code chilometriche formatesi sul
tratto casertano dell'A1 e sui percorsi alternativi suggeriti dalla polizia
stradale e comunicati attraverso Isoradio e i pannelli informativi. Nell'
imbuto finisce anche l'auto del presidente di Confidustria, Antonio D'Amato,
in viaggio con la scorta per raggiungere Roma. Riesce a passare solo grazie
ad uno stratagemma: gli agenti della polstrada, per evitare il rischio che
la protesta degeneri, dicono ai manifestanti che si tratta di un magistrato.
E così, D'Amato, seguito da un'altra auto con un giudice (vero) a bordo,
riesce a superare il blocco e proseguire il viaggio per la Capitale.
Ed è lì che sono diretti anche cinque pullman e una ventina di auto con a
bordo circa 400 disoccupati che sperano, come dicono, di incontrare il
sottosegretario al Lavoro Viespoli. Un viaggio organizzato da giorni e che
segue le recenti proteste dei disoccupati aderenti a diverse sigle: dall'
irruzione al palazzo San Giacomo all'occupazione del Duomo, dal blocco del
traffico ferroviario all'occupazione di un aliscafo.
Ma dopo la sosta all'autogrill di San Nicola Est il programma cambia non
appena si diffonde la voce che l'incontro con il sottosegretario non ci
sarà. Quando la carovana si rimette in marcia sono le 9,20. Ma dopo poche
centinaia di metri, all'altezza del chilometro 737, pullman e auto si
fermano. I disoccupati, molti dei quali accompagnati dai familiari scendono
dai pullman. È il caos. La Scientifica della Questura di Caserta filma
tutto: e in serata si apprende che il numero dei manifestanti che saranno
denunciati è legato alle possibili identificazioni attraverso filmati e
rilievi fotografici eseguiti durante la protesta. Solo dopo un paio di ore
si apre un varco per far passare le auto, mentre l'accesso all'A1 e il
prosieguo della marcia verso Roma vengono bloccati e le auto dirottate sull'
asse di supporto Nola-Villa Literno.
I disoccupati, intanto, provano a spiegare le proprie ragioni. «Siamo della
lista "Uniti per il lavoro" - dice una uomo sulla quarantina - nessuno ci
ascolta, così blocchiamo l'autostrada. Volevamo incontrare Viespoli, ma c'è
stato detto che non era possibile». C'è chi racconta di non essere in grado
di mandare i figli a scuola, di non poter garantire un piatto a tavola tutti
i giorni, di essere costretto ad abitare in una stanza con otto familiari e
di vivere con la pensione della madre. Sono le 13, la carovana si rimette in
marcia, ma l'incubo si sposta sulla corsia opposta, quella Sud. Da Napoli,
intanto, arrivano i primi commenti. Durissimo quello del sindaco Rosa Russo
Iervolino: «Con il disordine e la turbolenza non si va da nessuna parte, i
disoccupati devono capire che hanno il problema di non farsi male da soli.
Domani vedrò il ministro Maroni». In serata, nuovo blitz, ma stavolta nel
cuore di Napoli: i disoccupati tentano di occupare prima la Chiesa del Gesù,
poi si spostano verso San Gaetano: giù, nei cunicoli di «Napoli
sotterranea». L'occupazione va avanti fino a tarda sera. «Vogliamo
incontrare il sindaco - spiega il leader del movimento, Salvatore Lezzi -
Alla Iervolino chiediamo di farsi interprete presso il governo per spiegare
che, qui a Napoli, la situazione è ormai insostenibile».