Io, delinquente abituale,vorrei invitarvi a riflettere sulle esclusioni
stabilite per l'indultino.
Nel mio caso l'abitudine a delinquere è durata quanto la mia
tossicodipendenza:è iniziata con la mia devianza ed è cessata per sempre con
la mia liberazione dalla droga.
Nella mia nuova vita l'unica catena che mi lega al passato è la
giustizia:ritengo giusto che chi trasgredisce le leggi sia adeguatamente
punito e penso anche però che sia importante facilitare il cammino di quanti
hanno intrapreso un percorso di reinserimento, portandosi dietro strascichi
gravosi dovuti alla lentezza del sistema giudiziario.
Soprattutto considerando l'anomalia costituita dai tossicodipendenti, che
commettono reati in stato di malessere e forte necessità.Non di abitudine si
tratta ma di coazione indotta da una sorta di malattia.
Un indulto adottato per motivi tecnici quali il sovraffollamento delle
carceri e la carenza di personale non deve implicare l'abbandono di ogni
considerazione sociale rispetto a un problema e alle sue soluzioni umane,
che in questo caso potrebbe essere di supporto agli interventi di chi si
adopera per arginare il fenomeno della droga e facilitare il reinserimento
di quanti ne escono, e potrebbe anche agevolare i percorsi individuali dei
detenuti tossicodipendenti.
D'altra parte penso che anche per coloro che ripetutamente infrangono la
legge la coazione a delinquere non sia dovuta ad una innata tendenza, ma
assai spesso a circostanze particolari incontrate nella vita quali ambiente
familiare disfunzionale, disagio sociale, e o economico ecc.
Questa opinione non è soltanto mia ma anche del professore di criminologia
Mitchel Roth della Sam Houston State University, che ho avuto occasione di
conoscere l'estate scorsa. E purtroppo coloro che la pensano diversamente,
ritenendo naturale la tendenza a delinquere, avallano di fatto la filosofia
dell'intervento per motivi tecnici, che disconosce il valore dell'impegno e
dell'energia profusi da quanti si adoperano per il recupero e il
reinserimento sociale dei devianti.
Credo invece che una occasione favorevole che aiuti a reinserirsi potrebbe
favorire un cambiamento radicale dei comportamenti di una gran parte dei
detenuti classificati come "delinquenti abituali"
Mi auguro, non solo nel mio interesse, che un ripensamento sui limiti alla
fruizione dell'indultino si realizzi in Senato. E che i nostri
rappresentanti non dimentichino che il fine ultimo della pena è la
riabilitazione dell'uomo.
alberto de angelis
immaginicinemacoop@???
immaginicinemacoop@??? spes ultima dea
----- Original Message -----
From: "Radio Città Aperta" <segreteria@???>
To: <aa-info@???>; "Movimento" <movimento@???>;
<forumroma@???>
Sent: Wednesday, February 12, 2003 9:06 AM
Subject: [RSF] ACEA: L'accordo della vergogna. Appello e primi firmatari
ACEA - ISRAELE: L'ACCORDO DELLA VERGOGNA
Nel dicembre scorso, un gruppo di imprenditori italiani è stato in
Israele con il Viceministro per il Commercio Estero, Adolfo Urso di Alleanza
Nazionale. Fra i manager che hanno stretto accordi in Israele c'era anche
Paolo Cuccia, Amministratore Delegato dell' ACEA s.p.a.
L'ACEA - società la cui maggioranza appartiene al Comune di Roma -
collaborerà con gli Israeliani nello sfruttamènto delle acque della regione.
Il Parlamento Europeo ha votato una Risoluzione per la sospensione
dell'associazione di Israele all'Unione Europea, a causa delle violazioni
israeliane dei diritti umani; la sottrazione dell'acqua ai Palestinesi e
agli altri Paesi della regione (il Libano, per esempio) è un elemento
fondamentale del colonialismo israeliano; Israele, infatti, a differenza dei
Paesi vicini, non ha mai sottoscritto i trattati internazionali sulle acque
e non si contano le Risoluzioni dell'ONU che hanno condannato Israele e le
sue rapine delle risorse naturali, prima fra tutte proprio l'acqua.
In questo quadro, la collaborazione ACEA - Israele assume il significato
di un avallo alla politica criminale di Sharon contro il popolo palestinese.
Il fatto che un'azienda pubblica e quindi lo stesso Comune di Roma si
rendano complici di queste violazioni del Diritto Internazionale è
inaccettabile.
Chiediamo che ogni accordo di collaborazione fra il Comune di Roma, le
sue aziende e Israele venga sospeso fino a quando Israele non avrà
ottemperato alle Risoluzioni dell'ONU, ritirando le truppe di occupazione e
smantellando le colonie dalla Cisgiordania, da Gaza e da Gerusalemme est,
riconoscendo il diritto al ritorno dei profughi palestinesi alla loro terra.
Primi firmatari:
Forum Palestina - Prof. Umberto Allegretti (Docente di Diritto Pubblico
dell'Università di Firenze) - Sergio Cararo (Radio Città Aperta) - Germano
Monti (Comitato Politico PRC di Roma) - Francesco Andreini (Consigliere
Comunale PRC di Siena) - Circolo ARCI Agorà (Pisa) - Letizia Giustolisi -
Giorgio Rondi - Elena Palazzetti - Comitato Palestina di Firenze - Mauro
Bulgarelli (Deputato dei Verdi) - Stefano Chiarini (Giornalista del
Manifesto) - Comitato per non dimenticare Chatila - Carlo Pona (Presidente
del Servizio Civile Internazionale) - Maura Gualco (Giornalista de
L'Unità) - Bianca Di Giovanni (Giornalista de L'Unità) - Stefano Bocconetti
(Giornalista de L'Unità) - Cesare Buquicchio (Giornalista de L'Unità) - Tony
De Marchi (giornalista de L'Unità) - Guglielmo Allodi (Assessore Ds della
Provincia di Napoli) - Adriana Spera (Consigliera Comunale del PRC di
Roma) - Mariangela Pedditzi (Associazione di Amicizia Sardegna -
Palestina) - Cristina Fuga (Segreteria Nazionale CUB Scuola) - Claudio
Ortale (Staff del Gruppo Consiliare capitolino del PRC) - Stefano Papa
(Segretario FLAICA - CUB) - Bruno Bonifacio e Nicoletta Rizzitelli
(Trieste) - Ramon Parral (Poeta) - Giovanni Ciccone (Presidente
dell'Associazione JENIN di Roma) - Renata La Rovere (Insegnante, Napoli) -
Alessandra Valle (Donne in Nero, Napoli) - Giuseppina Natale (Roma) -
Maurizio Musolino (Giornalista de La Rinascita)
Le adesioni possono essere inviate a forumpalestina@???