Author: norma Date: Subject: [NuovoLaboratorio] un'ora in silenzio per la pace
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Rete controg8
per la globalizzazione dei diritti
Anche domani, mercoledì 12 febbraio 2003 i svolgerà sui gradini del palazzo
ducale di Genova l'ora in silenzio per la pace.
L'iniziativa prosegue ormai da oltre 60 setttimane; ma lo svolgersi della
crisi in atto sta dimostrando che ogni pubblica presa di posizione, ogni
manifestazione, ogni iniziativa può avere la sua importanza per impedire il
deflagrare definitivo ed evidente di una guerra che, come dimostrano i
quotidiani bombardamenti sulla "no fly zone"e gli effetti devastanti
dell'embargo, si protrae dal decennio scorso.
Si sono svolte a Genova nei giorni scorsi diverse iniziative di discussione
e dibattito sulla guerra imminente; in ogni occasione i pacifisti, nel
sottolineare l'importanza della manifestazione internazionale del 15
febbraio hanno ribadito che la partecipazione dell'Italia a questa guerra
rappresenterebbe la terza violazione, nel giro di soli dieci anni, del
dettato costituzionale, che "ripudia" la guerra.
Si sono quindi appellati alle organizzazioni dei lavoratori affinchè in tale
sciagurata ipotesi, proclamino immediatamente lo sciopero generale. Si
tratterebbe di una doverosa difesa dell'ordine costituzionale violato dal
governo; una circostanza talmente grave da rendere inoperanti le stesse
procedure "ordinarie" di proclamazione dello sciopero.
La legge 12 giugno 90. n 146, che intrudusse le sciagurate "procedure di
raffreddamento e conciliazione" che limitano fortemente il diritto di
sciopero, recita:
"Le disposizioni del presente articolo in tema di preavviso minimo e di
indicazione della durata NON SI APPLICANO NEI CASI DI ASTENSIONE DAL LAVORO
IN DIFESA DELL'ORDINE COSTITUZIONALE, O DI PROTESTA PER EVENTI LESIVI
DELL'INCOLUMITA' E DELLA SICUREZZA DEI LAVORATORI". E, se non in presenza di
un governo e di un presidente della repubblica che violano deliberatamente
la costituzione, allora quando?