Nuovo attacco dei talebani al sud; 5 soldati morti
Afghanistan: 09/02/03 - 14:41:54 da M.Losciale
http://www.warnews.it/index.cgi?action=viewnews&id=1220
Continuano gli attacchi di ribelli di al Qaeda e di combattenti talebani.
Dopo la terribile battaglia combattuta sulle montagne di Spin Boldak e
l'attacco al Rambasani Bridge nei pressi di Kandahar, entrambe località nel
sud del paese, ieri alcuni sospetti combattenti talebani hanno attaccato un
posto di sicurezza dell'esercito governativo.
Teatro degli scontri è nuovamente una località dell'Afghanistan meridionale,
il villaggio di Choto nella provincia di Helmand, 300 km a sud di Kandahar.
L'attacco ha causato la morte di 5 soldati afghani ed il rapimento di altri
2.
Secondo una prima ricostruzione dei fatti i ribelli si sarebbero avvicinati
ai militari a bordo di alcuni veicoli sorprendendo i soldati, in quel
momento intenti a pregare.
Le forze di sicurezza di zona sono, ora, impegnate nella ricerca degli
assalitori e dei soldati rapiti, ma si teme che i ribelli siano riusciti a
varcare il confine e che adesso si trovino in Pakistan.
Venerdì si sono sentiti spari e colpi di mortaio nei pressi della base di
Bagram, sede del comando di Enduring Freedom e base dove stanno affluendo i
1000 alpini della task force italiana "Nibbio". Secondo quanto riferito dal
portavoce del comando statunitense, il colonnello Roger King, l'attacco non
era rivolto alla base americana, ma si trattava di scontri tra fazioni
rivali.
A cadere sotto fuoco nemico è stato, invece, un gruppo di soldati americani
impegnati in un'operazione di perlustrazione nei pressi di Gardez, altra
località del sud del paese. L'attacco non causato vittime ma ormai non vi è
più dubbio che gruppi di resistenza talebana si siano riorganizzati e che
abbiano scelto la parte meridionale del paese come zona su cui far confluire
i loro attacchi. Questo probabilmente sia per la vicinanza con il confine
pakistano sia perchè sembra ci sia una sorta di alleanza con gli uomini del
potente signore della guerra locale, Gulbuddin Hekmatyar.
M. Losciale