Autor: Cinzia Data: Assumpte: [Lecce-sf] Contro la guerra
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<font size=3D6><b>MOBILITIAMOCI PER DIRE: <i>BASTA GUERRA</b></i>!!!<br>
</font><br>
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<font size=3D4>Che Bush decida o meno (ma, ormai, sembra aver deciso contro
tutto e tutti, salvo Berlusconi=85!) il secondo <i>round</i> della guerra,
in realt=E0 la <b><i>guerra in Iraq non =E8 mai finita</b></i>: sono dieci
anni che il territorio di quel paese =E8 sottoposto a continui
bombardamenti, e se non bastasse che la popolazione civile =E8
martoriata da un <i>embarg</i>o inutile, durante il quale sono morte pi=F9
di un milione e mezzo di persone, a causa delle malattie pi=F9 comuni,
curabili e non curate per mancanza di mezzi. Le cifre parlano chiaro: il
23% dei bambini nasce sottopeso; all=92et=E0 di cinque anni un bambino su 5 =
=E8
vittima di malattie legate alla malnutrizione; le scuole sono fatiscenti
e crescono criminalit=E0 e disagio sociale. E Saddam =85 =E8 rimasto l=EC!<b=
r>
<b><i>Le ragioni della guerra sono ben lungi dall=92essere quelle
dichiarate</b></i>: il possesso (non dimostrato) di armi di sterminio di
massa, o la lotta al =93terrorismo=94 per la =93sicurezza della comunit=E0
internazionale=94 (?), come il grosso degli organi d=92informazione
continuano a ripeterci. Dalla Cina a Israele, passando per il Pakistan e
l=92India per non parlare di USA, Russia, ecc. anche altri
paesi possiedono infatti armamenti distruttivi, prodotti tra l=92altro con
materiali e tecnologie notoriamente forniti da paesi presunti =93avanzati=94=
.
E non pu=F2 certo tranquillizzarci che, a =93proteggerci=94, sia un personag=
gio
come Bush, gi=E0 poco chiaramente eletto (ricordate i sospetti risultati
elettorali?) e soprattutto collegato da diretti interessi ed affari in
materia di petrolio (e non solo) allo stesso Bin Laden, i cui
movimenti come hanno denunciato pubblicamente esponenti
dimissionari degli stessi servizi segreti americani erano noti da
tempo e che quindi si sarebbe potuto fermare ben prima degli attentati
alle Due Torri e al Pentagono.<br>
Il decantato =93ripristino della democrazia=94 in Iraq, attraverso la guerra
e la destituzione di Saddam Hussein, avrebbe la stessa efficacia
<b><i>dell=92intervento in</b></i> <b><i>Afghanistan</b></i>, che doveva
restituire alla popolazione un regime civile e liberarla dalla schiavit=F9
imposta dai Talebani, mentre ha lasciato il paese <i>allo sbando</i>, con
la popolazione ancora <i>in preda alla violenza</i>, questa volta dei
=93signori della guerra=94, ma con la benedizione meglio
l=92indifferenza dei =93signori del mondo=94=85<br>
Questa guerra, in realt=E0, =E8 voluta soprattutto dai petrolieri Bush,
Cheney e soci, per <b><i>controllare le risorse petrolifere dell=92area,
</b></i>preoccupati del ruolo egemonico che ha l=92Arabia Saudita nel
settore. La guerra inoltre:<br>
serve a <i>pagare la cambiale</i> di Bush con le industrie degli
armamenti (i maggiori sponsor della sua campagna elettorale);<br>
serve a <i>tentare di superare la crisi economica</i> interna che
attanaglia gli USA gi=E0 da prima dell=9211 settembre 2001;<br>
serve <i>a distogliere l=92attenzione dell=92opinione pubblica</i> dagli
scandali finanziari (ENRON, WorldCom) che rischiano di travolgere
l=92amministrazione USA, creando (con l=92ausilio dei <i>media</i>) un
clima questa volta s=EC di terrore, talmente profondo da
rendere accettabile non solo una guerra, ma anche inaudite restrizioni
dei pi=F9 elementari diritti civili e democratici.<br>
Le guerre contemporanee non sono altro che l=92estremo strumento di
coercizione, esercitata da organismi sopranazionali (Fondo Monetario,
Banca Mondiale, Organizzazione per il Commercio Mondiale=85) per imporre la
propria egemonia economico-militare: essi utilizzano, a seconda dei
contesti, ora la <i>guerra globale permanente</i>, ora <i>politiche
monetarie</i> che strangolano le economie di interi paesi (vedi
l=92Argentina), ora la demonizzazione e la <i>repressione del dissenso e
del conflitto sociale</i>, per il controllo politico ed economico
mondiale, per il primato del mercato e del profitto. <br>
In altre parole, <b>la guerra =E8 una delle articolazioni delle politiche
economiche neoliberiste</b> che, con la scusa di risanare l=92economia,
impongono al mondo ricette a base di <i>privatizzazioni</i>,
<i>smantellamento dello =93stato sociale=94</i>, <i>appropriazione delle
risorse primarie </i>(acqua, ecc.)<i> e dei servizi di pubblica utilit=E0,
precarizzazione del lavoro, soppressione di ogni voce che si levi al di
fuori dal coro</i>. Il tutto, per esportare il =93modello=94 quando no=
n
venga imposto con le bombe nel =93Sud del mondo=94 (e non solo),
inducendo masse di donne e uomini disperati a cercare rifugio altrove,
per sfuggire alla <i>guerra</i> o alla <i>fame</i>. La risposta del =93Nord
del mondo=94 =E8, ancora una volta, repressione ed esclusione, attraverso
leggi razziste e xenofobe, volte a<b><i> considerare i flussi migratori
come un problema di =93ordine pubblico=94, piuttosto che rimuoverne le
cause</b></i>. <br>
In questa dinamica, <b>il ruolo dell=92ONU =E8 di un=92ambiguit=E0 esemplare=
</b>.
Ben lungi dal prodigarsi per una soluzione politica dei conflitti, questo
organismo =E8 ridotto a strumento di gruppi di potere, applicando la
strategia dei =93due pesi e due misure=94: da un lato, guerra a uno Stato
<i>sospettato</i> di avere armi distruttive e di non volere rispettarne
le risoluzioni; dall=92altro, silenzio verso paesi che <i>dichiarano
apertamente</i> il possesso di armi di sterminio, o che ne violano
sistematicamente le risoluzioni (come Israele).<br>
C=92=E8 un altro aspetto che vale la pena di sottolineare. Il patto fondante
della nostra Repubblica ci vincola alla risoluzione pacifica dei
conflitti: =E8=92 <b>l=92articolo 11 della Costituzione</b>, che bandisce la
guerra e che non ci risulta sia stato ancora abrogato. <b>Fermare questa
guerra =E8 quindi una battaglia di civilt=E0 e democrazia, non soltanto in
difesa del sacrosanto diritto dei popoli della terra all=92autodecisione,
ma anche in difesa delle nostre stesse conquiste politiche e sociali!
<br>
</b>Per queste ragioni, il =93movimento dei movimenti=94 invita alla
<b>mobilitazione <i>contro la guerra il prossimo </i>15 Febbraio</b> <b>a
Roma</b>, (in contemporanea con altre mobilitazioni in varie capitali
europee e mondiali), per ribadire con chiarezza il nostro: <br>
<b><i> NO</b></i> <b>a tutte le guerre, con o senza
l=92<i>ONU</b></i>!<br>
<b><i>SI=92</i> a una soluzione politica</b> della crisi mediorientale,
mediante il ritiro immediato di Israele dai territori occupati e il
riconoscimento dello Stato palestinese!<br>
<b><i> NO</b></i> <b>alle politiche economiche</b>
<b><i>neoliberiste</b></i>, che aumentano il divario economico-sociale tra=
Nord e Sud del mondo (e all=92interno del Nord stesso), distruggono=
l'ambiente, si accaparrano le risorse primarie, impongono soluzioni=
scavalcando la sovranit=E0 degli Stati nazionali e usano la guerra come=
strumento repressivo e di controllo!<br>
<b><i> NO</b></i> <b>alla legge Bossi-Fini</b>, legge razzista e xenofoba=
che, dichiarando guerra ai migranti, mira anche ad attaccare i diritti di=
tutti!<b><i>
<dl>
<dd>=96 NO</i> alla criminalizzazione del dissenso e del conflitto=
sociale</b>!<b><i>
</dl>=96 </i>LOTTIAMO INSIEME PER LA COSTRUZIONE DI UN =93ALTRO MONDO=
POSSIBILE=94!!!<br>
</font></b><font size=3D3>Lecce 8 febbraio 2003<br>
F.i.p. Viale dell=92universit=E0, 85 tel. 0832 304393<br>
</font><font size=3D5><b><div align=3D"right">
Circolo Universitario del PRC <br>
<br>
</font></b>
<BR>
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