[Cerchio] condannati 2 ambientalisti

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Autore: clochard
Data:  
Oggetto: [Cerchio] condannati 2 ambientalisti
La vicenda di «Is Arenas»
Diffamazione in rete,
condannati
due ambientalisti

di Enrico Carta
lanuovasardegna

ORISTANO. La diffamazione può viaggiare anche in rete. Il giudice
monocratico ha condannato due ambientalisti colpevoli di aver fatto
circolare su internet un dossier con frasi offensive nei confronti dei
vertici della società "Is Arenas".


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ORISTANO. La diffamazione può viaggiare anche in rete. Con una sentenza di
condanna, il giudice monocratico Francesco Alterio ha mandato
momentaneamente in archivio un'altra pagina della tormentata vicenda legata
la destino della pineta di Is Arenas, con i protagonisti della stagione
calda che continuano a rincorrersi, ora come imputati ora come parti offese,
tra le aule dei tribunali.
Stavolta sul banco degli accusati c'erano i due esponenti dei "Verdi",
Andrea Atzori e Nicoletta Selis, ritenuti colpevoli di diffamazione nei
confronti dei vertici della società "Is Arenas" e per questo condannati ad
un'ammenda di 1500 euro e al risarcimento di 5000 euro a Raffaele
Stracquadario, presidente della società.
Ma la loro è una diffamazione del tutto particolare, di quelle destinate a
passare alla storia non tanto per l'importanza del processo, bensì perchè ad
essere giudicato diffamatorio è stato un articolo giornalistico comparso tra
le infinite pagine virtuali di internet.
Il contenuto di quello che fu a suo tempo intitolato "Dossier Is Arenas. Una
speculazione immobiliare in Sardegna" è stato ritenuto offensivo nei
confronti dei vertici della società che gestisce i chilometri di pineta tra
le dune di Is Arenas nel comune di Narbolia.
Come si suol dire, anche questa è una storia lunga il cui inizio si perde
negli anni '80 e la cui fine non è stata ancora scritta. La stagione delle
lotte tra i favorevoli e i contrari all'investimento immobiliare, con cui si
sarebbe dovuto costruire un villaggio turistico all'interno della pineta,
vive i suoi momenti più caldi nella seconda metà degli anni '90. È allora
che lo scontro tra gli ambientalisti e la societa "Is Arenas" diventa
all'ordine del giorno.
Nasce allora il dossier scritto dagli ambientalisti oristanesi Andrea Atzori
e Nicoletta Selis. Pagine e pagine che contenevano la cronistoria del sito
naturalistico e gli ultimi sviluppi, quelli legati agli investimenti
immobiliari. Il bersaglio degli ambientalisti diventa giocoforza la "Is
Arenas" accusata di godere del sostegno di una lobby in grado di
condizionare le scelte politiche e di indirizzarle verso la concessione di
autorizzazioni per avviare i progetti immobiliari.
È solo l'inizio di un attacco frontale che però, come hanno specificato gli
imputati e l'avvocato difensore Giuseppe Andreozzi, non è scritto di pugno
dagli stessi Atzori e Selis che non avrebbero fatto altro che ricopiare un
precedente articolo pubblicato su un periodico ambientalista e il contenuto
di un'interrogazione parlamentare del senatore Giovanni Lubrano.
Righe su righe, in cui si scomodano nomi noti, tra cui anche quello di
Bettino Craxi. Il tutto per arrivare ad una conclusione, frutto di un
sillogismo. A controllare il quaranta per cento del capitale della società
era una banca svizzera, rimasta coinvolta negli scandali di tangentopoli ed
in una serie di inchieste che portavano direttamente alla mafia ed al
riciclaggio di denaro sporco. Ragion per cui anche ad Is Arenas si sarebbe
costruito coi soldi della mafia.
Parole troppo grosse secondo il pubblico ministero Gianluca Vidili e per la
parte civile rappresentata dall'avvocato Cristina Puddu, che hanno in
qualche modo preceduto la sentenza del giudice chiedendo la condanna a 2000
euro di pena pecuniaria.
Ma c'è un precedente che parla a favore dei due condannati. In un altro
procedimento di diffamazione a mezzo stampa, l'assoluzione era arrivata in
appello.