Autor: Emiliano Data: Assumpte: [Forumgenzano] News sui fatti di Genzano
Da Il Messaggero del 7 Febbraio 2003
Tra gli "avvisati" per la contromanifestazione del 18 gennaio anche
l'assessore alle Politiche sociali e due consiglieri comunali
Il no ai fascisti, cinque indagati
Genzano: esponenti di Rifondazione accusati di adunata sediziosa
di LUIGI JOVINO
Aperta un'indagine contro cinque esponenti di Rifondazione Comunista di
Genzano a cui sono stati contestati i reati di adunata sediziosa e
organizzazione di manifestazione non autorizzata. I fatti si riferiscono
alla contromanifestazione «spontanea» tenutasi a Genzano il 18 gennaio
scorso quando molti cittadini, amministratori ed esponenti politici locali
di centro sinistra scesero in piazza per contrastare una adunata autorizzata
dalla Questura dei neofascisti di Base autonoma.
Il commissariato di Genzano ha convocato lunedì scorso Simone Biagi e Dario
Varesi, segretari rispettivamente delle sezioni di Rifondazione Comunista di
Genzano e di Lanuvio, Roberta Biagi, assessore alle Politiche sociali al
Comune di Genzano ed i consiglieri comunali Emiliano Viti ed Amedeo La
Fortezza per l'elezione del domicilio legale e per la nomina dell'avvocato
difensore ed ha comunicato l'inizio della procedura di indagine nata da un
esposto della Digos.
Secondo quanto è stato dichiarato dai militanti di Rifondazione e da
indiscrezioni raccolte l'indagine sarebbe solo all'inizio e si prevedono per
i prossimi giorni nuove convocazioni sia dalla parte degli antifascisti che
da quella dei giovani dichiaratamente fascisti di Base autonoma.
«Siamo molto sereni - ha detto Alessandra Tebaldi, segretaria della
federazione di Rifondazione Comunista dei Castelli Romani - Io stessa ho
accompagnato i miei compagni in commissariato e devo dire che siamo stati
trattati molto bene. E' singolare il fatto che a rispondere di adunata
sediziosa vengano chiamati pacifici cittadini che si sono opposti solo
verbalmente ad un gruppo di fascisti armati con catene e bastoni. Tra
l'altro, grazie anche alle forze dell'ordine, non c'è stato nessun incidente
né tanto meno è stata rotta una sola vetrina. In questa battaglia di civiltà
abbiamo l'appoggio di tutta la cittadinanza e della maggioranza comunale.
Quanto è accaduto, però, ci rammarica perché ci da una misura della
tristezza dei tempi».
Abbottonatissimo è Giancarlo Pesoli, sindaco di Genzano. «Prima di
rilasciare qualsiasi dichiarazione - dice - devo capir bene di cosa si
tratti. Nei prossimi giorni daremo tutte le spiegazioni del caso».
«Se la Questura ci chiama - aggiunge Roberto Borri, consigliere comunale dei
Comunisti italiani - andremo volentieri a deporre se no, così come
comunicato in consiglio comunale, ci autodenunceremo. Contro la legge erano
sicuramente i fascisti di Base autonoma e non chi difendeva i martiri
antifascisti di Genzano e la democrazia».