Autor: luisa rizzo Data: Assunto: [Lecce-sf] DOCUMENTO DEL FORUM DEL TEATRO SULLE GUERRE
DOCUMENTO DEL FORUM DEL TEATRO SULLE GUERRE*
La guerra globale permanente ieri in Kosovo ed in Afghanistan, prossimamente
in Iraq e poi in chissà quale altro luogo del pianeta, sembra prefigurarci
un futuro di morte e distruzione al quale noi artisti siamo chiamati a
resistere.
Il ricorso alle armi è, a quanto sembra, l'unica possibilità d'intervento e
la politica, la diplomazia, la mediazione sono ormai esercizi inutili che
appartengono alla storia passata.
L'Impero ed il suo pensiero unico comunicano quotidianamente che stiamo
entrando in un'epoca caratterizzata da una guerra duratura che segnerà la
nostra generazione e forse quelle a venire: il mercato globale e le sue
economie impareranno a funzionare tra le macerie delle città bombardate, tra
i cimiteri di corpi dilaniati dalle bombe e i loro mostri insensibili al
dolore umano, partoriranno politiche di aiuti umanitari, mercati della
speranza che riguarderanno profughi, mutilati, deportati, parenti delle
vittime, soldati ammalati; il mercato dopo tanta carneficina mostrerà il
falso volto della compassione con lo scopo reale di trarre profitti dalle
tragedie che causa perché nulla intenerisce l'Impero dell'Economia.
L'Impero non ha l'anima.
Noi artisti crediamo che, proprio per questo motivo, il conflitto armato non
debba appartenere alle possibilità di scelta della specie umana ed in ultima
analisi, il ricorso alle armi per risolvere le controversie tra gli uomini,
debba essere considerato, al pari dell'incesto, un tabù inviolabile.
Gli artisti dichiarano se stessi contro ogni tipo di guerra e terrorismo e
rifiutano il nuovo idioma dell'Impero che fa del non senso e del paradosso
l'esercizio linguistico preferito allo scopo di abituare le coscienze alla
"normalità" dell'orrore e della brutalità.
Nonostante il bombardamento mediatico, per noi le vittime della guerra sono
uguali alle vittime del terrorismo e un mandato dell'O.N.U. non rende
affatto una guerra accettabile visto che la morte ha sempre lo stesso volto
e tutte le vittime dei conflitti sono civili; non esistono inoltre bombe
intelligenti perché non c'è intelligenza nella progettazione di uno
strumento di morte e le mine antiuomo, i gas, le armi chimiche e nucleari, i
proiettili e le bombe a grappolo non sono armi di distruzione di massa solo
quando appartengono al nemico.
Il nemico appunto.
Questa strana guerra che tutti ci stiamo abituando ad aspettare, non offre
all'avversario la dignità dello status di nemico.
I prossimi vincitori della guerra globale non hanno un nemico per il
semplice fatto che, dichiarando preventivo il loro intervento armato,
dimostrano nei fatti che il nemico è assolutamente potenziale, che forse lo
diventerà in un prossimo futuro, ma oggi non esiste!
Siamo abituati a tali mistificazioni, le nostre orecchie conoscono il canto
degli altoparlanti dell'Impero, un circuito mediatico ridicolo e bugiardo,
una grancassa rumorosa e asservita ai poteri dell'economia di mercato.
Siamo abituati a tali mistificazioni come quando l'"ingerenza umanitaria,"
come le socialdemocrazie europee chiamarono la loro guerra in Jugoslavia,
voleva convincerci dell'esistenza di un conflitto sacrosanto!
Gli artisti sono contro tutte le guerre, preventive ed umanitarie, lampo e
durature, terroristiche e non, con e senza l'avallo dell'O.N.U.
Gli artisti amano la complessità delle questioni, riconoscono all'avversario
lo status e la dignità di nemico, offrono a lui la possibilità di
argomentare le proprie tesi e il diritto alla difesa che l'Impero nega ai
prigionieri di Guantanamo contravvenendo a tutte le convenzioni tra gli
Stati in materia di prigionieri di guerra.
Gli artisti e le loro forme espressive, oggi più che mai, hanno il vanto
dell'esercizio di una possibilità, e cioè quella di evidenziare con forza la
contraddizione tra il corpo da una parte e il Logo, il pensiero unico,
l'Impero, l'economia di mercato, il neoliberismo dall'altra: il corpo in
azione che apre una fessura nel blocco delle certezze dell'economia di
questo mondo "impossibile", il corpo in azione come possibilità di
ribellione al presente e alla guerra!
È per questo che pensiamo alla cultura e alle arti come ad un orizzonte
verso il quale deve tendere il viaggio verso il mondo possibile che
desideriamo.
È per questo che vediamo nel corpo che si esprime liberamente, una sintesi
di ribellione pacifica e non violenta al mercato ed alle sue guerre.
Il corpo in moto è la volontà di intrecciare relazioni e confronti tra gli
uomini e le donne, è l'azione espressiva verso e con l'altro, è tutto quello
che la guerra ci vuole portare via distruggendo e facendo tacere per sempre
il nostro grido di dolore.
Questo materiale "vivo" è il senso della nostra presenza come artisti, donne
e uomini per una cultura sociale di pace e dei popoli nel corteo di Roma
contro la guerra in Irak del prossimo 15 febbraio. È da qui, da questo
cuore-pancia che chiamiamo gli artisti di tutte le arti a esserci, a
"mettersi in mezzo". Nell'incontro romano al rialtosantambrogio (18 e 19
gennaio 2003), il tavolo di lavoro sulle guerre del fdt ha prodotto questo
appello, e il forum lo ha di fatto accolto nella sua forma orginale. Sono
anche emerse alcune visioni, ipotesi orientative per la partecipazione al
corteo che liberamente proponiamo a chi leggerà. Abbiamo scelto di non
assumere nessuna regia predeterminata, liberi, lasciando alle libertà di
tutti la possibilità di esprimersi.
per la pace
forum del teatro
*per la mobilitazione internazionale degli artisti per il 15 febbraio contro
la guerra comunicata il 22 gennaio scorso e di cui segue appello
un elenco di possibili modi:
1)Il senso dell'attraversamento. Il corpo attraversato dal corteo ne diviene
testimonianza e possibilità di narrazione. Il corpo a terra dell'artista
attraversato è storia della manifestazione.
2)La serenata. Le arti che vogliamo non costano nulla, sono gratuite, sono
regali che offriamo in un mercato ove tutto è merce in compravendita.
L'artista chiama al corteo, con serenate, le persone affacciate alle
finestre.
3)Riappropriazione dei territori. Gli artisti si sganciano dal corteo,
occupano spazi non deputati e da qui chiamano i passanti alla
partecipazione.
4)I sensi dell'espressione. L'uso dei 5 sensi come riappropiazione dei corpi
prigionieri degli usi del mercato. Foto e colori (il verde) sull'Iraq da
guardare, sapori da assaggiare, musiche irakene da ascoltare.
5)Uscire dall'anonimato, divenire protagonisti positivi. Creazione di una
zona grigia, incolore nel corteo dalla quale è possibile uscire mutati e
colorati di "nuovo".
6)Non lasciare il Papa da solo nel suo appello contro la guerra. Terminare
la manifestazione a San Pietro e, in silenzio, gridare la propria presenza
significativa.
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mobilitazione internazionale per il 15 febbraio contro la guerra
forum del teatro
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GLI ARTISTI NON SONO IN GUERRA!
Gli artisti e le loro espressioni, i corpi e le azioni, la fantasia e la
creatività sono linguaggi che costruiscono relazioni, confronti, ponti non
meno reali perché non fatti di ferro e cemento.
Oggi l'impero del mercato globale grida parole di guerra in luogo di
possibili relazioni tra gli uomini e le donne del pianeta e lancia azioni
armate preventive che negano soluzioni pacifiche e promuovono la religione
della morte, della distruzione, dell'annullamento, del silenzio.
Gli artisti e le loro arti hanno paura del silenzio e per questo prendono
voce per dire che le armi interrompono quelle relazioni che proprio loro si
preoccupano di intrecciare: la guerra è negazione di quei corpi che sono
origine di ogni ipotesi di confronto che preveda la vita.
A TUTTI GLI ARTISTI
CHIEDIAMO DI ATTIVARSI CONTRO LA GUERRA IN IRAK E OGNI CONFLITTO. CON LA
NOSTRA ESPRESSIONE ARTISTICA, I NOSTRI DIVERSI LINGUAGGI E TUTTE LE FORME
CREATIVE CHE CI MANIFESTANO AL MONDO SAREMO:
"artisti contro la guerra!"
CI SCHIEREREMO CON DETERMINAZIONE, SENZA SE E SENZA MA NELLE CAPITALI
D'EUROPA IL 15 FEBBRAIO PER "ATTRAVERSARE" I CORTEI DELLA PIU' GRANDE
MOBILITAZIONE INTERNAZIONALE PER LA PACE MAI REALIZZATA
La guerra è negazione di tutte quelle parole ed azioni, linguaggi ed
espressioni che fanno di questo pianeta un luogo degno di vita.
Arti non armi. Le arti occasione di vita!
La guerra non è mai necessaria. La guerra non è mai preventiva. La guerra è
l'olocausto del genere umano. La guerra è il terrorismo. La guerra è un tabù
per chi eserciti coscienza e volontà.
gli artisti contro la guerra!
per coordinare organizzazione e tutela dei cortei del 15 febbraio comunicate
al comitato promotore del vostro paese la forma delle vostre azioni
per adesioni info e contatti con l'organizzazione in italia
infoforumteatro@???
per adesioni info e contatti europei ed internazionali
infoproeurope@???