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Autor: franco coppoli
Datum:  
Betreff: [Forumumbri] Comitato territoriale “Un altro ambiente è possibile” - TERNI: ACCENDERE LA PROTESTA SPEGNERE GLI INCENERITORI
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ACCENDERE LA PROTESTA SPEGNERE GLI INCENERITORI



Come parte del movimento globale che lotta per i diritti di cittadinanza, non possiamo che accogliere con soddisfazione il ricorso intentato dal Codacons contro il Piano Regionale dei rifiuti con l’accusa (fondata) di privilegiare l’incenerimento a danno della raccolta differenziata e del riciclaggio. Non sappiamo se, tecnicamente, il ricorso avrà successo visto che la legislazione comunitaria è molto ambigua in materia, se infatti con la mano sinistra invoca la raccolta differenziata con la destra foraggia a forza di milioni di euro la costruzione di “termovalorizzatori”.

Un successo però l’ha già avuto, quello di far tornare agli onori della cronaca una materia tanto spigolosa da un punto di vista politico quanto devastante da un punto di vista ambientale: la gestione dei rifiuti.

Eh si perché se il piano regionale parla genericamente di sviluppo della raccolta differenziata al contempo avalla gli impianti di incenerimento presenti (2 funzionanti +1 in costruzione nella sola conca ternana) e ne contempla la costruzione di nuovi. Impianti che garantiscono profitti così ingenti da scatenare una oltranzista e intimidatoria difesa da parte dei gestori privati o dei gestori municipalizzati in via di privatizzazione, strenua difesa dei profitti che impedisce di fatto il diritto alla salute pubblica ed alla salvaguardia dell’ambiente.

Come al solito la concatenazione tra interessi politici e profitti aziendali crea una unica vittima sacrificale: la cittadinanza. Visto che a differenza di quanto avviene a livello nazionale ed internazionale, Rifondazione Comunista in Umbria invece di rivendicare diritti sembra più attenta a difendere poltrone, è chiaro che la possibilità di migliorare la qualità della vita sta tutta nella capacità della collettività di sostanziare il conflitto sociale per resistere alla politica neoliberista e ottenere i diritti di cittadinanza (acqua, cibo, reddito, salute, ambiente, lavoro, ecc).

Per quello che riguarda i rifiuti bisogna riuscire a coordinare e diversificare le lotte nei territori. Invitiamo a tal proposito tutte le comunità che anche solo per sentito dire vengono coinvolte nella costruzione degli inceneritori a sviluppare comitati territoriali anti-inceneritori e a creare dei picchetti permanenti nei siti prescelti e a non smantellarli fino alla certezza formale della non costruzione. Per quanto riguarda i luoghi dove già funzionano gli inceneritori la protesta popolare deve dar vita ad una più articolata battaglia politica il cui sbocco più logico è la costruzione di referendum consultivi comunali o intercomunali (conca ternana per esempio) che non riguardino semplicemente atti legislativi ma che facciano esprimere una volta per tutte la collettività sulla presenza o meno nel proprio territorio di inceneritori. L’incenerimento o la discarica infatti devono essere solo l’ultima tappa di un percorso che come principi costituenti deve prevedere:

1)      riduzione dei rifiuti,


2)      riqualificazione eco-compatibile dei prodotti destinati a diventare rifiuti, 


3)      crescita della cultura della raccolta differenziata, 


4)      costruzione di filiere di riciclaggio (organico ed inorganico). 


Allo stato attuale dei fatti per esempio nella provincia ternana la capacità di smaltimento di discariche ed inceneritori è circa tre volte superiore rispetto alla produzione totale dei rifiuti. Per tutelare gli ingenti interessi al seguito, nella provincia di Terni contrariamente a quanto sostenuto dalla Ronchi, si bruciano e si discaricano rifiuti provenienti da fuori provincia e fuori regione. Altro che finanziamenti per la raccolta differenziata ed il riciclaggio. E’ ora di accendere la protesta per spegnere gli inceneritori esistenti e per impedire la costruzione di nuovi mirabolanti “termovalorizzatori”. Più compiutamente è ora di prendere in mano le proprie vite per riuscire a contrapporre alla società dei profitti, della devastazione socio-economica, e dello sfruttamento globale una società dei diritti, della solidarietà, della eco-compatibilità.

Un altro mondo è possibile cioè solo a patto che i cittadini smettano di delegare le proprie responsabilità ed inizino, qui e ora, a lottare in prima persona per la qualità della propria vita e di quella dei propri figli.



Comitato territoriale “Un altro ambiente è possibile” - TERNI     




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<P class=MsoNormal style="MARGIN: 0cm 0cm 0pt"><FONT face="Times New Roman" size=3>Come parte del movimento globale che lotta per i diritti di cittadinanza, non possiamo che accogliere con soddisfazione il ricorso intentato dal Codacons contro il Piano Regionale dei rifiuti con l’accusa (fondata) di privilegiare l’incenerimento a danno della raccolta differenziata e del riciclaggio. Non sappiamo se, tecnicamente, il ricorso avrà successo visto che la legislazione comunitaria è molto ambigua in materia, se infatti con la mano sinistra invoca la raccolta differenziata con la destra foraggia a forza di milioni di euro la costruzione di “termovalorizzatori”. </FONT></P>
<P class=MsoNormal style="MARGIN: 0cm 0cm 0pt"><FONT face="Times New Roman" size=3>Un successo però l’ha già avuto, quello di far tornare agli onori della cronaca una materia tanto spigolosa da un punto di vista politico quanto devastante da un punto di vista ambientale: la gestione dei rifiuti. </FONT></P>
<P class=MsoNormal style="MARGIN: 0cm 0cm 0pt"><FONT face="Times New Roman" size=3>Eh si perché se il piano regionale<SPAN style="mso-spacerun: yes">&nbsp; </SPAN>parla<SPAN style="mso-spacerun: yes">&nbsp; </SPAN>genericamente di sviluppo della raccolta differenziata al contempo avalla gli impianti di incenerimento presenti (2 funzionanti +1 in costruzione nella sola conca ternana) e ne contempla la costruzione di nuovi. Impianti che garantiscono profitti così ingenti<SPAN style="mso-spacerun: yes">&nbsp; </SPAN>da scatenare una oltranzista e intimidatoria difesa da parte dei gestori privati o dei gestori municipalizzati in via di privatizzazione,<SPAN style="mso-spacerun: yes">&nbsp; </SPAN>strenua difesa dei profitti che impedisce di fatto il diritto alla salute pubblica ed alla salvaguardia dell’ambiente. </FONT></P>
<P class=MsoNormal style="MARGIN: 0cm 0cm 0pt"><FONT face="Times New Roman" size=3>Come al solito la concatenazione tra interessi politici e profitti aziendali crea una unica vittima sacrificale: <B>la cittadinanza. </B>Visto che a differenza di quanto avviene a livello nazionale ed internazionale, Rifondazione Comunista in Umbria invece di rivendicare diritti sembra più attenta a difendere poltrone, è chiaro che la possibilità di migliorare la qualità della vita sta tutta nella capacità della collettività di sostanziare il conflitto sociale per<SPAN style="mso-spacerun: yes">&nbsp; </SPAN>resistere alla politica neoliberista e ottenere i diritti di cittadinanza (acqua, cibo, reddito, salute, ambiente, lavoro, ecc). </FONT></P>
<P class=MsoNormal style="MARGIN: 0cm 0cm 0pt"><FONT face="Times New Roman" size=3>Per quello che riguarda i rifiuti bisogna riuscire a coordinare e diversificare le lotte nei territori. Invitiamo a tal proposito tutte le comunità che anche solo per sentito dire vengono coinvolte nella costruzione degli inceneritori a sviluppare comitati territoriali anti-inceneritori e a creare dei picchetti permanenti nei siti prescelti e a non smantellarli fino alla certezza formale della non costruzione. Per quanto riguarda i luoghi dove già funzionano gli inceneritori la protesta popolare deve dar vita ad una più articolata battaglia politica il cui sbocco più logico è la costruzione di referendum consultivi comunali o intercomunali (conca ternana per esempio) che non riguardino semplicemente atti legislativi ma che facciano esprimere una volta per tutte la collettività sulla presenza o meno nel proprio territorio di inceneritori. L’incenerimento o la discarica infatti devono essere solo l’ultima tappa di un percorso che come principi costituenti deve prevedere: </FONT></P>
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