[Cerchio] da Repubblica

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Autor: Boccadorata
Data:  
Assunto: [Cerchio] da Repubblica
Cara mamma, ti scrivo
dal fronte di guerra
di STEFANO BENNI


CAMP Silvio, deserto iracheno, 2 marzo. Cara mamma, siamo in zona operativa.
Ci hanno detto di non usare mai la parola guerra, locuzione antiquata e
drammatizzante, ma piuttosto termini come intervento preventivo, motivi
tecnici, obliterazione degli obiettivi. Anche noi soldati dobbiamo esprimere
i nostri sentimenti in modo acconcio. Ad esempio non si dice "cagarsi
addosso dalla paura" ma "elaborare lo stress in modo autoreferenziale".
Quindi sono il tuo Cosimo, e mi sto autoreferenziando perché ho paura che mi
obliterino. Siamo in una tendopoli vicino agli americani, e si è creato un
clima di sano cameratismo. Loro non ci chiamano più Macaroni, ma Chocolate
boys, per l'abitudine del nostro premier di spalmarsi la pelata di Nutella
quando va in televisione. Noi non li chiamiamo Gringos ma Findus, perché il
presidente Bush si è fatto fare il lifting in crioterapia e per non fare
squagliare tutto, se ci guardate bene, porta sempre al collo un filetto di
salmone surgelato travestito da cravatta rosa.

Ieri è venuto il generale americano Mason e ci ha mostrato le prove delle
armi segrete chimiche irachene. Una foto completamente nera, a riprova di
quanto sono segrete. Poi ci ha spiegato che i missili iracheni hanno una
gittata troppo lunga, mentre come è noto i missili di tutto il mondo hanno
gittata comunale o tutt'al più provinciale. Ci ha fatto vedere addirittura
un missile iracheno con la marmitta truccata.

Poi ha detto che c'è nel mondo un paese governato da un tiranno padrone di
tutto e mentitore, che non vuole essere indagato né giudicato, è iscritto a
un'organizzazione segreta di incappucciati che ha perseguito piani eversivi,
consegna alle televisioni videocassette piene di minacce e per finire ha
fabbriche d'armi ovunque, anzi le esporta in tutto il mondo, perciò l'Usa lo
attaccherà. Gli abbiamo puntato contro i fucili e non li abbiamo abbassati
finché non ci ha giurato che non parlava dell'Italia.

4 marzo
Oggi dovevamo avere due gradite visite. Il presidente Berlusconi e Sharon
Stone. Ma non sono potuti venire. Invece di Berlusconi è venuto il ministro
Martino e invece della Stone Maria De Filippi. Martino era bellissimo, con
un cappello texano tricolore e gli sci da fondo. Credeva che l'Iraq fosse
come l'Afghanistan. Ha ribadito che l'Italia non è in guerra, ma siamo qui
solo per supportare in joint venture logistica l'intervento americano.
Comunque ha detto di vigilare poiché il pericolo di un attentato è
altissimo, si stanno saldando insieme il terrorismo islamico i pacifisti le
brigate rosse i Nas i disobbedienti, gli arbitri, i vescovi e la cassazione.

Se colpiranno subito sarà grave ma se non colpiranno sarà anche peggio
perché allora gli attentati li farà la Cia e quella va giù pesante. Infine
il nostro colonnello ha gridato: volete camminare nel deserto per cinquanta
chilometri o vedere Maria De Filippi che balla? Aveva appena finito di dirlo
che eravamo tutti e trecento schierati in assetto di marcia. Il colonnello
non sapeva se essere contento o meno. Dormiamo in simpatiche camerette col
letto a Castelli. No, hai letto bene mamma, non a castello, a Castelli, i
padani occupano la branda sotto, i meridionali dormono per terra. Il lettino
sopra è occupato da un cartello: la branda va rifatta in nome del popolo.

7 marzo
Stamattina abbiamo eseguito un'esercitazione anti guerra chimica. Abbiamo
fatto colazione con cappuccino liofilizzato e hamburger surgelati americani.
Il cinquanta per cento non ce l'ha fatta ed è a letto che autoreferenzia. E'
venuto a trovarci Tony Blair. Che stile, che eleganza! Sembrava Little Tony
passato per Oxford. Con lui c'era Gasparri. Che stile, che vivacità! Ha
bofonchiato qualcosa per un minuto e poi è rimasto bloccato nella sua solita
espressione: a bocca aperta e col labbro pendulo. Un po' alla volta gli si
stava riempiendo la bocca di sabbia e allora gli abbiamo messo una maschera
antigas. Pensandoci bene, non ha cambiato faccia per niente.

Siamo eccitati perché ci hanno detto che in settimana dovrebbe finalmente
arrivare Sharon Stone, se no Valeria Marini, se no la Moratti. E poi una
buona notizia: a quelli del Grande Fratello li avvertiranno se scoppia la
guerra, mentre a noi non diranno cosa succede nella casa del Grande
Fratello: una bella rottura di marroni risparmiata.

8 marzo
Ci siamo scambiati le mimose. Da alcuni indizi l'attacco sembra imminente.
Il colonnello Mason continua a portarci prove delle armi segrete di Saddam,
ad esempio ci ha fatto vedere che i cannoni iracheni hanno la canna vuota,
cosa ci nascondono dentro? Nel pomeriggio abbiamo visto anche gli ispettori
Onu. Hanno tutti un berretto da Sherlock Holmes, la pipa e un metal
detector. Gli americani gli hanno detto di scavare tutto in tondo nella
sabbia, perché sotto poteva esserci un bunker segreto. Solo alla fine hanno
detto che era uno scherzo, volevano solo che qualcuno gli costruisse una
bella pista per le biglie, e si son messi a giocare con grande risate. Ho
capito che gli americani sono dei gran burloni e che la vita dell'ispettore
Onu deve essere durissima.

Alla sera, abbiamo visto il film "Il ponte sul fiume Lambro", una versione
padana del Ponte sul fiume Kwai con gli albanesi al posto dei giapponesi e
Lunardi che fa il colonnello costruttore al posto di David Niven. Il film
dura sei minuti, poi naturalmente il ponte crolla. Dopo il rancio il
colonnello, democraticamente ci ha prestato il telefonino satellitare e ha
detto: adesso ognuno mandi un essemesse alla sua ragazza. Il soldato
Micillo, detto Miccichè per la sua intelligenza ha detto: potrei usare altre
tre lettere invece di esse emme esse? Il colonnello ha detto che consulterà
il regolamento.

12 marzo
Stamattina è venuto a trovarci D'Alema. Per mostrare che era per la guerra
ma non troppo indossava una giacca da paracadutista, bermuda a fiori, e un
preservativo sulla baionetta. Ha detto che dobbiamo essere tecnicamente
pronti all'azione pacificatrice e ha cominciato a tracciare strani segni
sulla lavagna. Per me erano i piani per un attacco a terra, per un mio amico
era lo schema della nazionale di Trapattoni. Poi si è scoperto che era la
linea politica dei Diesse sulla guerra.

Con lui c'era Vissani che ha preparato un rancio speciale. Tortino di sabbia
al tartufo e poisson en boite avec julienne de haricots, ovverossia tonno in
scatola e fagioli. Tutta la nuit abbiamo scoreggiato en pleine air
chiedendoci pardon. La mattina D'Alema è risalito sulla sua barca (ci aveva
messo sotto le rotelle) e ha detto che lui non dice bugie come Silvio
Nutella: entro due giorni farà venire la Ferilli se no la Parietti se no
Pecoraro Scanio.

Nel pomeriggio abbiamo fatto l'esercitazione insieme agli americani. Loro
sparavano e noi andavamo a controllare se avevano colpito il bersaglio.
Quando eravamo vicino al bersaglio loro continuavano a sparare e gli inglesi
venivano a controllare se ci avevano colpito, e così via. Era un tourbillon
molto vivace. La notte però ho dormito male.

14 marzo
Finalmente è arrivato il presidente Berlusconi in elicottero. Era incazzato
perché per tutto il viaggio è stato seguito da un branco di fenicotteri che
lo fischiava. E' sceso con un agile balzo e per trovarlo nella duna hanno
dovuto usare i cani da valanga. Silvio era in tuta mimetica, e sulla faccia
aveva un fard speciale mimetico a chiazze studiato dal Pentagono e dalla
Revlon. Purtroppo si era messo in testa troppa Nutella e i cammelli sono
impazziti e hanno cominciato a leccarlo.

E' salito sul palco e ha detto che lui non è solo il presidente operaio il
presidente picciotto, il presidente terremotato, ma anche il presidente
soldato. Ha detto che non ha fatto il militare perché le caserme sono un
covo di bolscevichi, ma che sa usare un'arma. Ha fatto mettere dieci
bottiglie una vicina all'altra a cento metri e ha imbracciato il fucile.
Tutte le volte che sparava le bottiglia rimanevano intere e non succedeva
niente. Ci hanno spiegato che sparava tra una bottiglia e l'altra, capito
che mira? Alla sera abbiamo fatto Ustica two, un'esercitazione radar insieme
agli americani. Loro simulavano di attaccare con degli aerei e noi
simulavamo di rubare i tracciati. Devo dire che li abbiamo surclassati.

23 marzo
E' stata una serata indimenticabile. E' arrivato Colin Powell, un negrone
che sembra il commercialista di Tyson e ci ha mostrato nuove prove delle
armi irachene. Una ricevuta fiscale della ditta tedesco-americana che ha
venduto a Saddam il gas con cui ha sterminato i curdi. Le foto dei missili
che gli hanno venduto i nostri alleati russi, e i sistemi di puntamento
italiani e francesi. Poi ci ha insegnato a torturare i prigionieri senza
lasciare segni e ha cantato "Caravan petrol". Che simpatico!

Quando se ne è andato ci siamo torturati per un po' ma ci stavamo annoiando.
Per fortuna, a mezzanotte ci hanno detto che avevano montato il palco per lo
show. Dovevano esserci le veline ballerine, invece c'erano due velone
ballerone con uno spinnaker per slip. Poi Schifani e Vito che volevano fare
i fratelli De Rege, ma la scenetta non è mai iniziata, indovinate perché.
Alla fine, c'era il balletto di Maria De Filippi e Pecoraro Scanio, ma
fortunatamente si è alzata una tempesta di sabbia. Dio è con noi.

25 marzo
Siamo andati a letto agitati, perché siamo in job alert, mi sa che domattina
attacchiamo. La prova certa è questa: si sente un gran puzza di salmone
rancido, quindi Bush e la sua cravatta rosa sono arrivati. Inoltre in Iraq
ci sono settecentomila soldati e rimpatriarli tutti costerebbe troppo. Ci
hanno distribuito l'equipaggiamento antichimico, una maschera antigas e una
cartina di Milano. Il colonnello Mason ci ha detto che i primi a andare
all'attacco, per motivi tecnici, saremo noi italiani, ma di non preoccuparci
perché ci coprono loro con gli aerei, basta seguire l'ombra.

Guardo le stelle irachene, così simili alle nostre, e penso: ma insomma, con
la new economy e le promesse del nano nutellato, e la tecnologia, e l'impero
del Bene come mai tutto quello che si annuncia nel nostro futuro è una
guerra dopo l'altra? Possono due petrolieri megalomani spaccare in due il
mondo solo perché nessuno li lascia soli nella loro paranoia? Ma poi mi sono
consolato: mamma: pensa a quelle guerre scomode, nelle trincee col fango, le
scarpe sfondate e invece siamo qui con gli alleati Usa cento volte più forti
dei nemici, un bell'equipaggiamento e mezzi modernissimi, pagati dai
cittadini. Morire in una guerra così è da disfattisti, anzi, come dicono gli
americani, è proprio out. Vero, mamma?

28 marzo
Cara signora madre di Cosimo.
Questa non è una lettera preconfezionata, ma personale per lei. Sono lieto
di informarla che suo figlio Cosimo è tecnicamente morto nella prima
operazione di prevenzione, obliterato da fuoco amico. La cordiale ferita gli
ha causato un'amichevole emorragia che lo ha cameratescamente dissanguato
accompagnandolo a braccetto nel paradiso degli eroi. Ma non sia triste. Per
consolarla di questo spiacevole inconveniente ho almeno tre belle notizie.

Essendo suo figlio Cosimo il primo caduto italiano in zona, ha vinto il
premio del Presidente del Consiglio consistente in una licenza premio di due
settimane da trascorrere in una delle sue ville in Sardegna. In quanto a
lei, mamma di Cosimo, sarà ospite d'onore a ben tre talk show in una
settimana. La prego di comprarsi i vestiti adatti. Sappiamo inoltre che suo
figlio Cosimo era di sinistra. E inoltre meridionale e licenziato da poco.
Si immagina che vita avrebbe fatto nel nostro paese? Meglio così.
Con simpatia, il presidente del consiglio, generale Sylvio Nutella
Berlusconi.

PS. Non si sogni di protestare. Solo il popolo mi può giudicare, e lei è una
sola.

(1 febbraio 2003)